Paco Roca, trasfigurato nelle vesti di giornalista o romanziere, intervista il protagonista Miguel Ruiz che, autoesiliato in Francia, gli racconta la sua vicenda di anarchico che dopo la fuga da Alicante in condizioni meno che precarie dovette ripiegare a Orano come rifugiato politico per poi marcire per tre anni in un campo di lavoro nel deserto e da lì, dopo varie diserzioni e reintegri in altri battaglioni (prese parte al Corpo Franco d’Africa), unirsi al comandante Bronne nell’esercito francese con la speranza, condivisa da altri suoi commilitoni spagnoli, che la liberazione di Parigi sarebbe stata l’anticipazione della liberazione della Spagna. Una pia illusione, ma almeno a Parigi ritroverà la ragazza che lo aveva folgorato durante la traversata infernale da Alicante a Orano. I solchi del destino, appunto. Nel corso delle sue peripezie Miguel dovrà spesso, come altri, declinare generalità false per sfuggire alla giustizia militare ed evitare ripercussioni sui famigliari: ed è così che assumerà il cognome Campos diventando quel fantomatico ed eroico soldato di cui Paco Roca ha trovato traccia in uno dei libri che ha consultato per ricostruire la storia de “La Nueve”.
Anche se il fumetto si concentra principalmente sulle sequenze belliche, o che comunque sono correlate alla guerra (l’ingrato trattamento riservato ai soldati del Ciad, i giochi politici, la presenza di Hemingway…), Paco Roca accenna anche alle vicende di Albert, “badante” divorziato di Miguel, e alla vita dello stesso Miguel ormai anziano. Le parti ambientate nel presente sono realizzate con un tratto più rapido e in toni seppia mentre il resto è a colori.
Il disegno di Paco Roca è come al solito semplice ed espressivo, ma risulta poco funzionale che in fase di inchiostrazione (digitale o meno che sia) non abbia chiuso i margini delle sue figure lasciando che sia il colore a determinare le masse: quando la tavolozza è poco variata i soggetti emergono con difficoltà dallo sfondo.
Questa edizione è arricchita di un apparato redazionale in cui vengono presentate prove, tavole inedite o versioni preliminari e soprattutto una chiacchierata con lo storico Robert Coale (con un intervento di Isana Sánchez Campos, nipote del vero Miguel), il cui contributo è stato fondamentale per correggere alcuni passaggi. Paco Roca rivela senza problemi quante libertà si sia preso nella realizzazione de I solchi del destino, segnalando sviste e licenze poetiche e soprattutto rivelando che il vero Miguel Campos scomparve probabilmente nel 1944 dopo aver dato ultime tracce di sé alla famiglia nel ’42. Anche da questi dettagli si capisce il maniacale lavoro di ricerca effettuato dall’autore, oltretutto su un argomento alquanto ascoso che valse a “La Nueve” il giusto riconoscimento ufficiale nella liberazione di Parigi dopo decenni di totale anonimato.
Oltre alla collaborazione con Coale il fumetto ha beneficiato tra gli altri anche dell’intervento di Ignacio Ferreras e del supporto al colore di Raquel, che immagino sia la moglie di Roca. Nel complesso I solchi del destino non è un capolavoro come Rughe e per ovvi motivi gli preferisco L’inverno del disegnatore e la saga dell’Uomo in Pigiama, ma nella mia personale classifica delle opere di Roca occupa un posto più alto dell’intimista La casa e dei meno accessibili Le strade di sabbia, Il faro e Il gioco lugubre.
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