lunedì 29 maggio 2023

I Misteri dell'Impero I

Uno dei primissimi supplementi a uscire per il nuovo Lex Arcana, l’ho comprato solo adesso a Modena. Si tratta della classica raccolte di avventure, di solito tra i prodotti meno riusciti del settore dei giochi di ruolo visto che lo spazio tiranno non permette fisiologicamente di sviluppare compiutamente una trama. Ma questo succedeva anni fa, con mappe ed esplorazioni: oggidì che i moduli sono impostati in modo che le cose succedano che lo si voglia o no la situazione è diversa. E comunque ogni avventura gode di un bel po’ di spazio visto che ce ne sono dieci in 128 pagine, pur con una “tolleranza” di due pagine a dividerle.

Oltre il Limes di Ciro Alessandro Sacco (nientemeno!) inizia come una missione diplomatica che però vira sul sovrannaturale. Curioso che lo snodo principale della trama sia subordinato a una rissa da taverna, che oltretutto potrebbe anche non svolgersi con i parametri richiesti.

La Pietra dei Ruteni di Andrea Marengo è la seconda avventura più lunga; è piuttosto complessa e vede i Custodes indagare su una reliquia dei Galli nell’ostile Rutenia. Il meccanismo del personaggio giocante che è il discendente di una figura importante per l’avventura può risultare forzato e non è adatto a tutti i gusti.

Faro di Speranza di David Esbrì è una classica avventura investigativa ambientata in un villaggio dove gli abitanti non sono esattamente quello che sembrano.

Dal Vespero all’Aurora rivelerebbe sin dal titolo il piglio citazionista e un po’ scanzonato del suo ideatore Mauro Longo, ma in realtà è un’avventura horror che potrebbe facilmente finire in tragedia. Il corrispettivo di Cristoforo Colombo di Lex Arcana è rientrato a Gades dal misterioso occidente (il “Vespero”) con qualcosa di pericolosissimo che tra rivolte e trasformazioni in non-morti sta devastando la città.

La Ninfa e il Senatore di Francesca Garello e Andrea Angiolino è un’indagine abbastanza articolata che parrebbe coinvolgere un elemento sovrannaturale che affonda le sue radici nella storia antica di Roma.

Non credo sia necessario specificare dove e quando si svolge Le Fiamme di Pompeii di Laura Cardinale; mi sembra che l’avventura richieda un certo impegno per sciogliere tutti i nodi e ha una caratteristica originale: è ambientata nell’832 aUc, un periodo storico in cui la Cohors Arcana ancora non esiste e quindi i giocatori interpretano dei Custodes Arcani, precursori di quelli “moderni”. Questa stessa scelta obbliga però a giocarla come “one shot” impedendo di giocarla all’interno di una campagna avviata.

Altrettanto intuibile è l’ambientazione sicula de L’Occhio del Ciclope di Marco Rafalà. Mi è sembrata una delle avventure migliori, con delle scene molto suggestive e un antagonista ben caratterizzato – che poi gli antagonisti sono due. Certo, se i Custodes falliscono nella loro missione le conseguenze per l’Impero (e il mondo intero) saranno assai nefaste… Questa avventura ha fornito l’ispirazione per la copertina di Antonio De Luca: suggestiva, sì, ma non mi sembra adatta a “bucare” gli scaffali dei negozi.

I Figli di Caligola di Mark Rein-Hagen (sì: il creatore di Ars Magica e Vampiri!) è un’indagine che porta in scena nientemeno che l’antica Atlantide, o meglio una sua propaggine visto che si svolge principalmente nel Mar Nero.

La Casa del Vino di Gareth Hanrahan (che scopro essere un autore affermato e molto prolifico) parte come un’indagine all’apparenza banale ma alla fine i Custodes dovranno vedersela con un dio! La riuscita della missione sarà subordinata all’equilibrio con cui si potranno soddisfare (o non offendere) le varie parti in causa. Lo stile cinicamente brillante di Hanrahan è molto piacevole.

Vivere e Morire a Byzantium di Michele Garbuggio e Francesco Nepitello è l’avventura più corposa: si tratta di una missione molto “fisica”, basata sulle indagini ma anche sulla forza bruta, e in cui gli elementi sovrannaturali sono del tutto assenti, a differenza di altre avventure che magari partivano “concrete” per poi rivelare un’altra natura o al contrario si rivelavano ben prosaiche dopo un incipit preternaturale. Ci sono un grifone, alcune manticore e una pozione dagli effetti speciali, ma sono tutti elementi “naturali” del mondo di Lex Arcana, non c’è insomma un elemento magico o divino. Vivere e Morire a Byzantium fornisce anche una breve guida della città del Corno d’Oro che può tornare utile al Demiurgo per ambientarvi le sue avventure.

Le illustrazioni digitali del volume sono state realizzate principalmente da Giorgio Donato con contributi di Andrea Piparo, Fabio Porfidia e Angelica Donarini. Essendo realizzate al computer non riesco a distinguere uno dall’altro. Molto belle le mappe di Francesco Mattioli.

È chiaro che con una tale varietà di stili, soggetti, spunti e ambientazioni è inevitabile trovare almeno un paio di avventure che piacciano o entusiasmino; purtroppo I Misteri dell’Impero I avrebbe necessitato di una revisione in più: al di là degli occasionali (e quasi fisiologici) refusi, nella sola avventura La Pietra dei Ruteni la caratteristica dei png che doveva essere l’Apparenza a un certo punti diventa «Appartenenza», e mancano i numeri delle Scene 5 e 6. Nulla che impedisca di godere della raccolta, ma che insieme a rari rimandi a riquadri inesistenti e a confusioni tra parti normali e quelle in corsivo da leggere ai giocatori può inizialmente confondere il lettore. Così come chiamare in varie parti «Hispania» la provincia che in Lex Arcana è comunemente nota come Iberia.

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