martedì 10 dicembre 2024

Blake e Mortimer 30: Firmato Olrik


Fa una certa impressione pensare che questo non sarà solo l’ultimo episodio della saga a essere disegnato da André Juillard, ma proprio il suo ultimo fumetto. Ma bando alla malinconia.

Nonostante il titolo, Olrik non è il protagonista di questo volume ma come al solito ha il ruolo dell’arcinemico del duo. Peccato, perché come credo di aver già detto da qualche parte per me il vero eroe della serie è lui: lo sconfiggono, lo usano come cavia, gli fanno il lavaggio del cervello ma non si arrende mai e torna sempre sulla scena. Stavolta è in prigione tormentato da incubi forse presaghi della sua prossima esecuzione, quando per i tagli del budget delle galere inglesi deve condividere la cella con due tizi che fanno parte del Free Cornwall Group, organizzazione terroristica per l’indipendenza della Cornovaglia che da innocui atti dimostrativi sta passando ad attentati veri e propri.

Allertata la sicurezza nazionale, Blake viene inviato a indagare sul posto proprio mentre Mortimer vi dovrà giungere per presentare la sua nuova invenzione: un escavatore sotterraneo in grado di perforare qualsiasi tipo di roccia (la Cornovaglia ha un’antica tradizione mineraria risalente a due millenni prima di Cristo) che, a quanto è trapelato alla stampa, ha dei comandi molto simili all’Espadon.

La casualità è in effetti il motore principale di questo episodio. Non solo i due terroristi si lasciano sfuggire i piani degli indipendentisti in presenza del loro compagno di cella nonostante si siano raccomandati di non farlo, ma guarda caso una delle poche persone al mondo che sa guidare un Espadon (quindi in teoria anche la “Talpa” di Mortimer) è proprio Olrik. E così anche lui sarà cooptato dal “Grande Druido” che vuole ritrovare la mitica Avalon dove riposerebbero i resti di Re Artù col suo favoleggiato tesoro, ritrovamento che ringalluzzirebbe i conterranei ancora indecisi se unirsi o no al suo movimento. E, sempre guarda caso, la metà perduta delle indicazioni su come rintracciare Avalon viene rinvenuta fortuitamente proprio quando i protagonisti entrano in azione.

Firmato Olrik è un episodio di stampo spionistico e investigativo con qualche vaga spruzzata fantasy, giustificata però scientificamente se l’iridio di cui era composta Excalibur è realmente il metallo più resistente del mondo. La “spiegazione” di come Olrik si salvi la pellaccia è invece del tutto inverosimile, ma magari è stata solo una sua boutade canzonatoria all’indirizzo dei due protagonisti titolari – eh, sì: anche se i riflettori non sono del tutto puntati su di lui, alla fine avrà la sua bella soddisfazione.

Peccato però che l’identità segreta del Grande Druido non mi abbia riservato alcuna sorpresa nonostante le false piste (un certo armadio non avrebbe dovuto essere così spalancato) e che la “Talpa” sia un po’ troppo fantascientifica – poi magari negli anni ’50 era possibile munire un mezzo già incredibile di suo di tutti quei gadget, ma l’impressione che mi ha trasmesso è questa.

Con questo episodio Yves Sente ha voluto probabilmente anche riallacciarsi un po’ all’attualità. Basandosi sicuramente su dati storici, ha infatti trattato il fenomeno dello spopolamento della Cornovaglia a seguito dei lutti di guerra e dell’emigrazione verso le grandi città, cosa che determinò la necessità di ripopolare la zona con lavoratori stranieri presi dalle colonie: politica osteggiata da parecchi abitanti che però a quanto pare si guardavano bene dall’andare a lavorare nelle miniere.

Il processo di “juillardizzazione” dei disegni è continuato e la falsariga di Jacobs si vede ormai quasi esclusivamente nei volti dei tre protagonisti. La vedova di Juillard citava negli ultimi CaseMate gli interventi digitali concordati con il disegnatore per sopperire alle difficoltà nel disegno che la malattia gli aveva imposto per la copertina e le ultime tavole. Io non me ne sono assolutamente accorto e la qualità grafica si è mantenuta altissima, evidenziata anche dai colori di Madeleine Demille che avrebbero meritato di essere stampati su carta patinata per essere valorizzati a dovere.

Della produzione di Sente e Juillard io continuo a preferire il dittico dei Sarcofagi del Sesto Continente, ma pur con le particolarità che ho evidenziato sopra questo episodio è per me uno dei migliori. Considerando le derive di certa altra produzione recente questo potrebbe essere il volume giusto per congedarsi dalla serie.

Nessun commento:

Posta un commento