Solo recentemente ho scoperto che di Krane il guerriero esiste anche un terzo volume dopo quello immediatamente successivo al primo disegnato da Patrito (inedito in Italia, credo) di cui dava conto l’enciclopedia La Grande Avventura dei Fumetti della DeAgostini. Mi è quindi venuta voglia di scoprire com’era la continuazione delle serie anche per vedere come il virtuoso dell’aerografo italiano raccolse il testimone del dettagliatissimo Bret. Confidavo che le storie non fossero troppo in continuity perché del primo episodio pubblicato sugli ultimi numeri del Pilot Nuova Frontiera non mi ricordo niente. E invece la trama si riallaccia direttamente a quella storia, con il protagonista cacciatore di taglie (o quello che è) che insegue il capo dei pirati spaziali Callager che gli ha ucciso la figlia.
Jean-Pierre Gourmelen situa l’azione in un pianeta rosa glaciale a cui, per nulla intimorito dal ridicolo involontario, dà il nome di Brrr. Il diabolico Callager sfugge a Krane e ai suoi uomini, ma scopre involontariamente le sue carte: su Brrr ha trovato un sistema per estrarre un minerale che permette la produzione di un combustibile dalla resa portentosa, potendo così minacciare il monopolio del Trust della Mineral Bank Galactic Company, che già di suo è praticamente un cartello criminale. Inizia quindi un lungo inseguimento galattico verso un pianeta retto da una tirannide matriarcale, dove Krane ha calcolato che Callager dovrà fermarsi per mancanza di carburante. Su Lesbos scoprirà che in realtà l’assassinio di sua figlia era una montatura, un sistema per coinvolgerlo a sua insaputa nel complotto che dà il titolo al volume (Krane è un celebre eroe di guerra). Mangiata la foglia, il protagonista si allea con lo stesso Callager per impedire il colpo di stato – o per meglio dire di galassia. Missione riuscita, ma il lieto fine arriva un po’ troppo presto e nella parte conclusiva qualche scena d’azione in più ci sarebbe stata bene. Ma all’epoca erano ben pochi i fumetti franco-belgi cui era consentita una foliazione superiore alle canoniche 46 tavole.
Le Complot Androïde presenta dei bei colpi di scena e un sottotesto anticorporativistico che si fanno apprezzare, ma il piatto forte è l’inventiva di Gourmelen nell’immaginarsi mondi alieni resi splendidamente da Marco Patrito: il pianeta dai ghiacciai rosa, quello abitato da amazzoni, quello infuocato, quello lussureggiante con la fauna pittoresca…
Come capita con le opere di fantascienza realizzate in un’altra epoca, la si gusta con un misto di accondiscendenza divertita e di curiosa tenerezza nel vedere come si immaginavano il futuro negli anni passati. Non escludo che nel 1986 ancora fresco di Guerre Stellari l’epopea di Krane potesse sapere un po’ di minestra riscaldata.
Le tavole di Marco Patrito mostrano perché alcuni lettori fossero avversi all’aerografo. I suoi panorami e i suoi mezzi spaziali sono eccezionali, al livello di quelli di Chris Foss, ma le figure umane sono spesso evanescenti e a volte molto stilizzate. Era solo questione di prendere confidenza coi suoi mezzi, e in Overearth e negli altri fumetti transitati su L’Eternauta il disegnatore sarebbe molto maturato a livello di dinamismo ed espressività.

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