Volume per così dire “stagionale” analogo a quello uscito l’anno scorso, e come quello raccoglie due volumi statunitensi: The Doomed and the Damned del 2020 e Dc’s Ghouls Just Wanna Have Fun del 2023. Si tratta di due proposte quasi agli antipodi, e direi antipatici antipodi citando Claudio Lolli. Il primo ha una parvenza di progettualità alla sua base (Doomed e Damned fanno il verso a Brave e Bold e infatti si tratta principalmente di una raccolta di team-up) e soprattutto offre tendenzialmente degli ottimi disegni. Il secondo è molto più centrato su Halloween ma pone molta, molta meno attenzione all’aspetto grafico.
Si comincia con Madame Xanadu (mai coperta, pensavo fosse Zatanna) e Man-Bat che devono risolvere il caso di una donna fantasma incazzata. La situazione non è quello che sembra e si riallaccia a una continuity a me sconosciuta. Può scadere nel patetico, però la storia confezionata da John Arcudi non è male e soprattutto non si risolve con la solita scazzottata. Molto belli, ricchi e dettagliati ma non calligrafici, i disegni di Mike Perkins.
Kenny Porter confeziona poi un inconsueto incontro tra Lanterna Verde ed Etrigan. Sarebbe anche interessante questo connubio di ipertecnologia e magia per risolvere un caso di evasione aliena, se non fosse che è l’episodio disegnato peggio (da Riley Rossmo) del primo volume e infatti mi risulta che negli Stati Uniti sia stato pubblicato anche in Dc’s Ghouls Just Wanna Have Fun!
Per fortuna ci si rifanno gli occhi con l’episodio che coinvolge Wonder Woman e Raven. La storia di possessione demoniaca imbastita da Amanda Deibert è carina, ma soprattutto i disegni di Daniel Sampere sono molto eleganti.
I veterani Marv Wolfman e Tom Mandrake fanno interagire tre personaggi invece di due: Ra’s al Ghul, sua figlia Talia e Solomon Grundy. La storia fa forse riferimento a qualche aspetto specifico della continuity DC visto che il Pozzo di Lazzaro si sta esaurendo e Ra’s al Ghul necessita della linfa vitale di Grundy per riattivarlo (tanto Grundy rinasce sempre). La storia è semplice ma ben condotta e anche i disegni si fanno apprezzare.
Altro team-up abbastanza inaspettato è quello tra Superman e Swamp Thing che si confrontano con un imprenditore agricolo nella cui coltivazione si stanno verificando strani casi di avvelenamento (in realtà si tratta di un nemico storico di Batman). La storia di Amedeo Turturro non è male anche se il tentativo di risultare profondo rende pesante la sua prosa, i disegni di Max Fiumara sono ambivalenti: ottimi per la rappresentazione dei mostri ma inefficaci nel definire le fattezze e le corporature umane.
Nemmeno l’avventura congiunta di Aquaman e Frankenstein è in tema con Halloween. Semplicemente, indagano per scoprire chi ha fatto finire un uomo su Marte uccidendolo per la fisiologica mancanza di atmosfera respirabile (si scoprirà un piano per avere il monopolio dell’acqua). Brandon Thomas introduce qualche momento umoristico con la figlia neonata di Aquaman a cui il supereroe deve badare, ma non mi è sembrata la storia più riuscita della raccolta. Nemmeno i disegni di Baldemar Rivas fanno gridare al miracolo, ma sempre meglio di Rossmo.
Nella storia di Travis Moore torna di scena Raven ma come comprimaria o meglio damsel in distress: mentre esce con Beast Boy il geloso Klarion the Witch Boy fa intervenire inavvertitamente il suo famiglio mutaforma Teekl che la rapisce. È più una commediola adolescenziale che altro, ma con situazioni e dialoghi divertenti. Inoltre Moore disegna molto bene.
The Doomed and the Damned finisce in bruttezza con Garth Ennis che riprende alcuni di quei ridicoli personaggi che aveva ideato in Hitman facendo scontrare in una gara di bevute Baytor contro nientemeno che Darkseid, costretto a farlo per non perdere la faccia davanti al pubblico di internet! Ok, è una stronzatina, però confesso che ho riso di gusto. P J Holden ce la mette tutta per disegnare male come faceva John McCrea in Hitman e mi pare che ci riesca abbastanza bene.
Segue poi una storia sulla figlia di Animal Man che viene bullizzata ma ha ereditato i poteri del padre e li usa a suo agio nella notte di Halloween (e anche prima) mentre il genitore preoccupato la spia sfruttando le sue abilità animali. Michael W. Conrad scrive una storia abbastanza banale il cui punto di forza è la scenetta finale, che comunque non è nulla di eccezionale. Lo stile di disegno di Christopher Mitten cerca di coniugare un minimo di rigore a derive artsy ma il risultato è scialbo e schematico.
I due ex-Robin Cappuccio Rosso e Nightwing indagano insieme sui casi di persone trasformate in mostri durante la notte di Halloween. La storia di Chrstopher Sean e Laneya sembra essere più che altro l’introduzione di un ciclo più lungo ma è comunque una lettura gradevole, i disegni di Dexter Soy hanno una lontana base realistica ma sono troppo stilizzati e squadrati per i miei gusti.
È poi di scena la Doom Patrol, in special modo Robotman che in occasione della celebrazione annuale per la morte dei componenti del gruppo viene visitato (o meglio infestato) da tutti i loro fantasmi e anche dai fantasmi di quelli che non ha salvato. Nemmeno l’intervento finale di un inusitatamente buonista John Constantine lo libererà dal fardello. Il buono spunto di Alex Galer è insomma sprecato, e nonostante gli appigli metanarrativi credo che per gustarsi appieno la storia serva avere più di un’infarinatura sulla storia della Doom Patrol, che io non ho. Nella loro semplicità i disegni di Fábio Veras mi sono sembrati invece i migliore di questa seconda parte, ma considerando il resto dei contributi non vuole dire che si tratti di una prova eccezionale – davvero Robotman ha quel naso?
Come sempre con le raccolte di storie brevi tanto varie i lettori più diversi troveranno almeno un paio di storie (ma direi molte di più) che li soddisfino. Lo stacco tra le “filosofie” dei due volumi originali è molto netto ma non ne inficia la godibilità.






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