Nei bei tempi andati in cui ancora si pensava che Robin Wood scrivesse tutti i suoi fumetti (ma qualche indiscrezione già trapelava grazie a nippurweb.com.ar) avevo scritto un lungo pezzo su Wood che si concludeva con l’elenco delle sue serie arrivate in Italia. «E speriamo di non aver scritto troppe idiozie» dicevo per introdurlo su Fucine Mute 51. Ecco, appunto, colgo l’occasione del blog per aggiornare e correggere alcune cose...
E ovviamente per ampliare la lista con le nuove serie di Wood comparse sui settimanali dopo il 2002.
Ulster (Skorpio 32/96)
In tre episodi, per un totale complessivo di 45 tavole, viene narrato il mito celtico di Cuchulain. A causa delle sue ascendenze sovrannaturali (la madre Dectera fu sedotta dal semidio Lugh) il piccolo Set viene ignorato dallo stesso padre “ufficiale” e tenuto in disparte dalla società di Re Connor, suo zio. Caparbio e disperato, il bambino giungerà ad Emain Macha dove riuscirà ad entrare nei ranghi dell’esercito dei bambini grazie al potere ereditato dal padre: nei momenti di rabbia si trasforma infatti in un mostro violentissimo. Ma al momento della consegna di una spada vera che ne sancisca il passaggio all’età adulta, Set uccide inavvertitamente il cu (cane da guerra) del fabbro Chulain e per riparare al suo gesto accetta di fare da guardiano alla proprietà del fabbro in attesa che un altro cucciolo di cu lo sostituisca. Assume quindi il nome di Cuchulain e si trasfigura simbolicamente nel «cane da guardia dell’Ulster».
L’unico difetto di Ulster è la sua brevità. Enrique Alcatena, sotto la direzione di Wood, sembra proprio stimolato a superarsi come disegnatore (e parliamo di un artista la cui produzione media è eccellente) e lo sceneggiatore è l’interprete ideale di materiale che comunque è già affascinante di per sé. Ma purtroppo la ricognizione delle leggende d’Irlanda è nata e morta con Cuchulain e non possiamo far altro che immaginare gli altri capolavori che avrebbe sicuramente saputo darci la coppia di Merlino. Questo breve capolavoro (la serie più breve di Wood in assoluto [beninteso, di quelle arrivate in Italia e che non siano “liberi estesi”: ad esempio Brio e Pipa Sanchez durarono entrambe solo tre episodi, e della seconda solo due furono scritti da Wood]) attende ancora una ristampa, nonostante la sua statura fosse già chiara all’Eura al momento della pubblicazione: venne infatti proposto a cadenza quattordicinale, e di certo non per problemi di programmazione. Può essere interessante confrontare Ulster con lo Slaine di Mills e Bisley (che proprio Skorpio pubblicò nel 1992 qualche anno prima della Magic Press) per vedere come autori diversi hanno trattato il medesimo mito.
[Ulster è stato veramente un bellissimo esperimento, avrebbe meritato la ristampa nell’inserto dedicato ad Alcatena Il Mito e la Fantasia]
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