martedì 21 giugno 2011

Il Texone di Carlos Gomez


Appena finito di leggerlo. Non dico che mi ha deluso, ma mi aspettavo qualcosa di diverso. Già pregustavo i paesaggi sconfinati che il formato più grande avrebbe potuto consentire, e invece ho trovato la stragrande maggioranza delle vignette "soffocate", con la macchina da presa esageratamente addosso ai soggetti rappresentati e con un costante e opprimente senso del fuori-campo a causa dei particolari tagliati fuori dalle vignette: cappelli, nuche, mani (vedi quella di Kit Carson a pagina 75), piedi, canne dei fucili, persino le onomatopee.
Che Gomez abbia fatto degli schizzi a parte e poi li abbia composti in vignette solo successivamente? Come probabilmente fece anche Brian Hitch sui Fantastici Quattro? Il mezzo centimetro di vuoto nella parte alta dell'ultima vignetta di pagina 22 lascerebbe pensare di sì.
Inoltre la qualità della riproduzione dei suoi disegni è peggiore di quella dell'Eura: a questo punto mi viene il dubbio che il problema sia a monte e cioè che sia Gomez a non scansionare bene le tavole, o a salvarle in un formato o con una risoluzione infelice.

Ciò detto, Gomez è il grande disegnatore di sempre: espressivo, dinamico, molto curato nei dettagli (che però, stampati così...), grande ideatore di "caratteristi" e qui impegnato anche nel difficile compito di dover disegnare in modo riconoscibile e distinto 5 donne diverse di cui solo una rappresentabile in modo caricaturale.
Molto buona secondo me anche la sua rappresentazione di Tex, che in alcune inquadrature ricorda un po' Marcello Mastroianni.

E anche la storia ideata da Manfredi è molto interessante, originale e ben condotta con le due trame che proseguono parallele.

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