L’ultima fatica di François Schuiten è un’opera originale, appassionante e
suggestiva. Perfino commovente, a voler interpretare le ultime pagine con l’appropriata
chiave simbolica. Narrata in maniera esemplare con un ritmo che accelera
delicatamente e con una galleria di personaggi splendidamente delineati (ma
senza ricorrere a un pesante didascalismo per farlo), 12 L’Amata sfrutta con sapienza le suggestioni del viaggio
iniziatico ma si presterebbe anche a sviscerare tanti altri argomenti:
-
Il
discorso sulla necessità di preservare il proprio passato per tramandarlo alle
generazioni successive
-
Il
feticismo nobilitato e riportato al suo ruolo originale di metonimia dell’amore
e non banale perversione, sia esso passione per una locomotiva, per una serie
di statue, per il furto, per le reliquie del passato...
-
Le
condizioni a cui un uomo può ridursi per assecondare le proprie ossessioni
-
La
ricostruzione scrupolosa e dettagliatissima di un universo lavorativo che deve
aver richiesto moltissimo impegno e documentazione, e le vedute naturalistiche
non sono affatto da meno
-
Gli
scorci di archeologia industriale che incombono come un memento sulla storia
-
La
ricognizione sulle condizioni lavorative drammatiche della categoria dei
ferrovieri a vapore, che diventano poi come in un macabro gioco del domino le
stesse condizioni che riguarderanno chi aveva soppiantato i primi, e che
riteneva il proprio nuovo lavoro sicuro e inattaccabile (una tragica cassandra
oracolare soprattutto di questi tempi)
-
Il
ruolo attivo che gli anziani e gli handicappati possono avere e la dignità che
la società dovrebbe garantire loro
Ecco, appunto «si presterebbe». Perchè di fronte alle tavole raffinate,
dettagliatissime e splendidamente architettate di François Schuiten ogni altra
considerazione va a farsi benedire. Abbandonando il rigore al bulino che da
sempre ne caratterizza lo stile avvicinandolo alle incisione e lavorando
pesantemente di biacca e tratti spezzati, qui Schuiten arricchisce le sue
tavole con una vivacità e con una grezza espressività che secondo me è ancora
più efficace che non le sue splendide prove precedenti.
12 L’Amata è veramente un volume meraviglioso,
consigliatissimo tanto più che il prezzo non è nemmeno poi così alto per un
volumone cartonato di grande formato (24x32? Non ho la squadra sotto mano) che
presenta pure una ricca sezione redazionale con relative fotografie d’archivio
e illustrazioni tecniche. Cosa fondamentale, è stampato con una qualità che
ormai in Italia solo Alessandro Editore e pochissimi altri sanno garantire.
Se poi questo fumetto fosse anche la marchettona che da nessuna parte si
nega che sia (Schuiten è reduce dalla progettazione del nuovo look della
stazione dei treni di Schaerbeek), poco cambia: anche Sulla Stella di Moebius nasceva come depliant pubblicitario per la
Citröen, e 12 L’Amata gli è
senz’altro superiore.
Unica perplessità che mi ha lasciato il volume è il ringraziamento rivolto
a Jaco Van Dormael (regista belga di cui un amico cinefilo mi impose la visione
dei film), apparentemente partecipe nella stesura o almeno nella supervisione
della storia. Vedo assai poche affinità tra il mondo rudemente grottesco di Van
Dormael e l’opera di Schuiten, che pure collaborò col regista. E d’altra parte
Schuiten non ha certo bisogno di nobilitare il proprio lavoro vantando
conoscenze altolocate!
Nessun commento:
Posta un commento