martedì 23 ottobre 2012

Ministero dello Spazio



Dopo qualche ritardo dovuto a certe incomprensioni tra fumetteria e distribuzione (così mi è stato detto) è arrivato anche a me Ministero dello Spazio, il volume gemello di Orbiter. Anche qui Warren Ellis dimostra il suo amore per i viaggi spaziali e sfoggia una cultura invidiabile nel settore, ma il ritmo e l’atmosfera sono completamente differenti.
Non c’è l’idealismo quasi romantico di Orbiter ma una narrazione analitica che procede usando abbondanti flashback per ricostruire quello che è veramente successo dopo l’assalto dei soldati britannici alla base di Peenemunde. Warren Ellis imbastisce una distopia secondo cui la Gran Bretagna avrebbe assunto il ruolo di leader nella corsa allo spazio del secondo dopoguerra grazie appunto agli scienziati tedeschi “liberati” dal suo esercito. Nel 1945 viene istituito il Ministero dello Spazio del titolo, finanziato grazie a «un poco ortodosso sistema di finanziamento». La storia si concentra interamente sulla risoluzione del mistero relativo alla provenienza di questi fondi neri ed Ellis ne approfitta per descrivere come sarebbe stata la società inglese in varie fasi della sua storia recente se il Ministero fosse realmente esistito, e quali ripercussioni avrebbe avuto a livello mondiale.
Più riuscito di Orbiter, Ministero dello Spazio è un mix di fantapolitica, critiche alla British Way of Life, dialoghi brillanti, sedimentazione di ricordi personali, tantissimi dettagli tecnici e omaggi vari. Il tutto però procede senza particolare brio e risulta alla fine, più che un fumetto, un accattivante pamphlet che avrebbe tratto beneficio da un’altra dimensione: o un racconto breve e fulminante per porre l’accento sul “messaggio” di Ellis (splendidamente rappresentato dall’ultima vignetta piuttosto che dalla risoluzione del mistero) oppure, a voler imbastire un fumetto più canonico, una serie più articolata che approfondisse e sviluppasse certi aspetti secondari e mostrasse più nel dettaglio il mondo alternativo che Ellis ha abbozzato.
Anche perchè a ben pensarci sono ben 12,50€ per tre soli comic book, per quanto un po’ più sostanziosi della norma.
Ministero dello Spazio vanta gli splendidi disegni di Chris Weston, eccezionale anche e soprattutto nel disegnare macchinari e che scopro proprio da questo volume essere stato assistente e allievo di Don Lawrence. Certo, per quel che può valere: Nicola Pesce Editore vanifica praticamente ogni sforzo di Weston con una qualità di stampa molto bassa, producendo probabilmente alcuni dei disastri peggiori mai visti su un volume a fumetti.

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