Dopo qualche ritardo dovuto a certe incomprensioni tra fumetteria e
distribuzione (così mi è stato detto) è arrivato anche a me Ministero dello Spazio, il volume
gemello di Orbiter.
Anche qui Warren Ellis dimostra il suo amore per i viaggi spaziali e sfoggia
una cultura invidiabile nel settore, ma il ritmo e l’atmosfera sono
completamente differenti.
Non c’è l’idealismo quasi romantico di Orbiter
ma una narrazione analitica che procede usando abbondanti flashback per
ricostruire quello che è veramente successo dopo l’assalto dei soldati
britannici alla base di Peenemunde. Warren Ellis imbastisce una distopia
secondo cui la Gran Bretagna avrebbe assunto il ruolo di leader nella corsa
allo spazio del secondo dopoguerra grazie appunto agli scienziati tedeschi
“liberati” dal suo esercito. Nel 1945 viene istituito il Ministero dello Spazio
del titolo, finanziato grazie a «un poco ortodosso sistema di finanziamento».
La storia si concentra interamente sulla risoluzione del mistero relativo alla
provenienza di questi fondi neri ed Ellis ne approfitta per descrivere come
sarebbe stata la società inglese in varie fasi della sua storia recente se il
Ministero fosse realmente esistito, e quali ripercussioni avrebbe avuto a
livello mondiale.
Più riuscito di Orbiter, Ministero dello Spazio è un mix di
fantapolitica, critiche alla British Way of Life, dialoghi brillanti, sedimentazione
di ricordi personali, tantissimi dettagli tecnici e omaggi vari. Il tutto però
procede senza particolare brio e risulta alla fine, più che un fumetto, un
accattivante pamphlet che avrebbe tratto beneficio da un’altra dimensione: o un
racconto breve e fulminante per porre l’accento sul “messaggio” di Ellis
(splendidamente rappresentato dall’ultima vignetta piuttosto che dalla risoluzione
del mistero) oppure, a voler imbastire un fumetto più canonico, una serie più
articolata che approfondisse e sviluppasse certi aspetti secondari e mostrasse
più nel dettaglio il mondo alternativo che Ellis ha abbozzato.
Anche perchè a ben pensarci sono ben 12,50€ per tre soli comic book, per
quanto un po’ più sostanziosi della norma.
Ministero dello Spazio vanta gli splendidi disegni di Chris
Weston, eccezionale anche e soprattutto nel disegnare macchinari e che scopro
proprio da questo volume essere stato assistente e allievo di Don Lawrence.
Certo, per quel che può valere: Nicola Pesce Editore vanifica praticamente ogni
sforzo di Weston con una qualità di stampa molto bassa, producendo
probabilmente alcuni dei disastri peggiori mai visti su un volume a fumetti.
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