Piuttosto originale questo quindicesimo numero di Historica. Come silenziosa e passiva protagonista c’è una nave, la Belem del titolo, e non un eroe (solo pochi
personaggi, principalmente il nostromo Alphonso Rio e il marinaio Achille Le
Vern, compaiono con costanza), e lo sfasamento temporale e geografico che
comportano i suoi viaggi lo rendono il volume più eclettico dal punto di vista
proprio della Storia.
Il primo episodio, Il Tempo dei
Naufraghi, parla proprio del primo viaggio della Belem, andando a coprire
con la fantasia i buchi lasciati dalla cronaca storica (così almeno mi è parso
di capire). Dei naufraghi, forse ammutinati, non sono esattamente quello che
sembrano, e con l’aiuto del “pilotin” figlio del tremendo capitano Lemerle
tenteranno un colpaccio al di là delle loro possibilità. Pur non essendo nulla
di più che un buon fumetto d’avventura, la storia è piacevole e appassionante e
la cura profusa per la documentazione rende ancora più coinvolgente la lettura.
Inferno in Martinica parla dello sbarco della Belem a
Saint-Pierre proprio mentre il vulcano Pelée sta per eruttare tra la colpevole
indifferenza dei politici e dei signorotti locali preoccupati solo dei loro
intrallazzi. L’originalità dell’ambientazione (ricordo male o anche un libero
di Lanciostory o Skorpio parlava dello stesso episodio?) e la sapiente costruzione
dei molti personaggi e delle loro relazioni lo rendono forse il volume migliore
della serie, a cui è dedicata anche la copertina.
Ne Il Vascello Penale la Belem
compare ben poco, lasciando il palcoscenico a tre evasi dell’inferno della
Guyana che nella loro fuga hanno rapito Le Vern. Oltre all’esotismo e
all’avventura si affacciano prepotenti in questo episodio elementi di critica
sociale nella ricostruzione delle probabili vere motivazioni per cui un
disgraziato, non necessariamente criminale, finiva al bagno penale. In effetti
tra i quattro episodi è il più didascalico. Da questo terzo volume i colori non
vengono più fatti con l’acquerello (e la gouache nelle occasionali tavole dipinte
a tutta pagina) ma con il computer: si è visto di peggio, ma il risultato è
comunque molto freddo e a tratti poco armonioso.
Coerentemente col titolo, L’Ultimo
Viaggio racconta la conclusione della “carriera” della Belem ed è
l’episodio più crepuscolare, in cui si affaccia la tragedia della Prima Guerra
Mondiale e in cui ci si rassegna a constatare come la romantica navigazione a
vela sia stata ormai soppiantata dal vapore. È l’episodio più carico di
suggestioni e di riflessioni sull’animo umano e sulla vita del marinaio, ma non
mancano nemmeno qui il gusto per l’avventura, l’esotismo e una scrupolosissima
ricostruzione storica. Visto che L’Ultimo
Viaggio segue due vicende distinte (una a cavallo tra 1913 e 1914 e l’altra
ambientata nel 1915) forse un paio di pagine in più avrebbero permesso di
trattarle più compiutamente e in dettaglio, ma anche così il risultato è
ottimo.
L’unico difetto di Belem, ma è un
difetto totalmente invisibile per un lettore che si sia lasciato sedurre dalle
lusinghe dell’Avventura, sono i disegni. Delitte ha qualche somiglianza con il
tratto di Hermann, pur non avendone la stessa forza espressiva, e i suoi
personaggi tendono ad avere dei testoni troppo grandi per i corpi a volte
minuti che li ospitano. Inoltre anche qui come in Black Crow
si abbandona al viziaccio di ricalcare i suoi stessi disegni, senza nemmeno
preoccuparsi di non ripetere la medesima inquadratura nella stessa tavola, dove
quindi è palese e conclamato che ci è andato giù di episcopio. Non aiuta il
fatto che praticamente tutti i suoi personaggi sono uguali, sotto gli
occasionali baffi od occhiali si intravede sempre lo stesso stampo.
Comprensibilmente, nell’introduzione Sergio Brancato si trova un po’ in
difficoltà a riempire con il numero canonico di cartelle un argomento molto
circoscritto, e gli scappa qualche spoiler.
Come curiosità tabagistica segnalo che Delitte è senz’altro esperto di mare
e vele, ma non sembra avere ben chiaro come si accende una pipa.
Non si è informato bene sulle pipe?
RispondiEliminaComunque ho perso tutti i volumi di questa collana, ahimé.
I disegni di questo sembrano molto belli.
Moz-
Boh, a me i disegni delle figure umane sembrano tutti uguali.
EliminaHistorica ha pubblicato un sacco di roba almeno interessante, se hai occasione e ti piace il fumetto franco-belga ti consiglio di recuperare qualcosa.
la cosa bella di questo post è che farà più visite del solito perchè visitato da settantenni analfabeti in fregola che non conoscono la giusta dicitura del nome della Rodriguez. :-)
RispondiEliminaappena controllato: tutti che cercano le varie declinazioni del porno ma non "Belen". Veleggio sui miei soliti 100.
EliminaIn rete ho visto parecchie tavole di questo lavoro di Delitte. E in effetti, a vedere come tratteggia e incesella i particolari delle varie imbarcazioni (come anche in "Black Crow"), fa pensare ad un pazientissimo modellista. Non so come faccia, ma lo fa.
RispondiEliminasicuramente è bravo a disegnare le navi, ma le figure umane sono un altro paio di maniche.
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