Arturo Picca veniva presentato così su L'Eternauta 31 del novembre 1984: "Non dimenticate questo nome: Arturo Picca. Si tratta di un giovane talento, destinato in poco tempo a collocarsi tra i grandi disegnatori italiani."
Purtroppo non ebbe la fortuna (o l'interesse a perseguire questa carriera) che avrebbe meritato, ma le sue prime prove rendevano pienamente giustizia alle parole con cui venne introdotto ai lettori:
Il suo stile ricchissimo mancava senz'altro di dinamismo ma di lì a poco nei successivi numeri de L'Eternauta ci sarebbero stati notevoli progressi:
Arturo Picca ricomparve dopo qualche anno sull'effimera rivista Zodiaco di Lo Vecchio, su cui pubblicò una storia lunga a colori rimasta incompiuta: Quello che aspetta. Lo stile che aveva adottato ricordava molto quello di Tanino Liberatore, non solo per l'ambientazione punk futuristica:
L'ultima apparizione di Picca in un contesto fumettistico di cui sono a conoscenza fu la sua collaborazione come illustratore per Frigidaire alla fine degli anni '80, quando la sua padronanza del tratteggio era diventata assoluta:
così lo ricorda Vincenzo Sparagna nel libro di memorie Snork |
Picca ha comunque proseguito la sua attività artistica ed è autore tra le altre cose di copertine di libri - tra cui quella di Fuori da un evidente destino di Giorgio Faletti edito da Baldini Castoldi Dalai. Certo, chissà che capolavori avrebbe potuto produrre se avesse continuato a fare fumetti...
Non molti anni fa l'ho contatto per dei chiarimenti sulla cronologia di Zodiaco e ho scoperto che non abita troppo distante da casa mia. Chissà che un giorno non ci scappi un'intervista.
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