mercoledì 27 maggio 2015

NOWCOMICS/2



Seconda infornata di volumi NOWCOMICS. Stavolta oltre a uno della collana 1800 ce n’erano due Sci-Fi. Il secondo e conclusivo volume di Sherlock Holmes e i vampiri di Londra mantiene le promesse alla grande e sembra addirittura anticipare un seguito, ma la graditissima conferma è stata bilanciata dalla doccia fredda di Universal War One. Non è il mio genere, c’è poco da fare.
Denis Bajram imbastisce una space opera bellica magniloquente e vagamente misticheggiante, popolata da personaggi stereotipati per cui è difficile provare simpatia (o qualsiasi altro sentimento) vista la scarsa incisività fisiologica a cui sono inevitabilmente costretti dalla struttura corale e dalla brevità del primo volume, Genesi, dove ognuno dei sette protagonisti deve sgomitare per ritagliarsi il proprio spazio. E le cose non migliorano col secondo episodio Il frutto della conoscenza.
La trama di partenza sarebbe anche interessante visto che coinvolge un manipolo di astronauti rinnegati, pendagli da forca in attesa di giudizio, alle prese con un misterioso muro di materia nera che taglia in due l’universo (non penso che questo elemento sia solo un vezzo da fisico teorico ma voglia avere anche connotati mistici) ma la narrazione è frammentaria e sincopata e, se ho ben capito, piegata alle esigenze di una struttura fissa in cui le prime tavole devono sempre essere dedicate al flashback su uno degli “eroi” e ogni episodio deve sempre terminare con la dipartita di uno di loro.
Obiettivamente l’impegno dell’autore ai disegni è notevole e non si può certo dire che si sia risparmiato. Purtroppo Bajram fa parte di quella generazione di disegnatori francesi per cui gli stilemi lontani dalla tradizione franco-belga erano già stati sdoganati (ah, Claire Wendling, che hai fatto, Claire Wendling!) e così accanto a mezzi spaziali rigorosamente riprodotti ci sono inquadrature ipertrofiche e figure umane a volte un po’ abbozzate e quasi caricaturali, che si muovono con le linee cinematiche dei manga. Non tocchiamo per fortuna le esagerazioni di Ange, ma siamo anche lontani dall’eleganza di Alice. Diciamo che Bajram è un po’ il Lauffray della fantascienza.
In definitiva questo Universal War One non mi ha proprio catturato, anche se ho apprezzato il tocco di classe della 001 nello scegliere un lettering ad hoc (anche se la punteggiatura non è proprio impeccabile). Dubito comunque che all’autore e all’editore possa importare qualcosa del mio scarso gradimento visto che a quanto si evince dagli editoriali del primo volume sono l’unico in tutto l’universo a non aver apprezzato, e la saga è stata un successo anche in mercati impensabili per la BéDé.
Ciò detto, mi sa che continuerò comunque l’acquisto della serie visto che tanto ormai sono già arrivato a un terzo e questi volumetti col cartoncino rigido fanno la loro bella figura. Tutto sommato 4,90 euro per volta sono un prezzo accettabile soprattutto se dilazionato e anche se il fumetto non è nelle mie corde restano pur sempre 16 pagine di redazionali che nel caso di Universal War One sono molto interessanti. Quindi alla fine l’unico difetto che avevo trovato nella collana si è rivelata un’opportunità commerciale...

3 commenti:

  1. Parlando solo della storia e non delle tavole, a me questo Sherlock Holmes e i vampiri di Londra non aveva detto poi molto...

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    1. A me è piaciuto parecchio. Un amico in compenso mi ha comunicato or ora che ho ragione a dire che sono l'unico a cui non è piaciuto Universal War One!

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