Seconda infornata di volumi NOWCOMICS. Stavolta oltre a uno della collana 1800 ce n’erano due Sci-Fi. Il secondo e conclusivo volume di Sherlock Holmes e i vampiri di Londra
mantiene le promesse alla grande e sembra addirittura anticipare un seguito, ma
la graditissima conferma è stata bilanciata dalla doccia fredda di Universal War One. Non è il mio genere,
c’è poco da fare.
Denis Bajram imbastisce una space opera bellica magniloquente e vagamente
misticheggiante, popolata da personaggi stereotipati per cui è difficile
provare simpatia (o qualsiasi altro sentimento) vista la scarsa incisività
fisiologica a cui sono inevitabilmente costretti dalla struttura corale e dalla
brevità del primo volume, Genesi, dove ognuno dei sette protagonisti deve
sgomitare per ritagliarsi il proprio spazio. E le cose non migliorano col
secondo episodio Il frutto della
conoscenza.
La trama di partenza sarebbe anche interessante visto che coinvolge un manipolo
di astronauti rinnegati, pendagli da forca in attesa di giudizio, alle prese
con un misterioso muro di materia nera che taglia in due l’universo (non penso
che questo elemento sia solo un vezzo da fisico teorico ma voglia avere anche
connotati mistici) ma la narrazione è frammentaria e sincopata e, se ho ben
capito, piegata alle esigenze di una struttura fissa in cui le prime tavole
devono sempre essere dedicate al flashback su uno degli “eroi” e ogni episodio
deve sempre terminare con la dipartita di uno di loro.
Obiettivamente l’impegno dell’autore ai disegni è notevole e non si può
certo dire che si sia risparmiato. Purtroppo Bajram fa parte di quella
generazione di disegnatori francesi per cui gli stilemi lontani dalla
tradizione franco-belga erano già stati sdoganati (ah, Claire Wendling, che hai
fatto, Claire Wendling!) e così accanto a mezzi spaziali rigorosamente
riprodotti ci sono inquadrature ipertrofiche e figure umane a volte un po’
abbozzate e quasi caricaturali, che si muovono con le linee cinematiche dei
manga. Non tocchiamo per fortuna le esagerazioni di Ange, ma siamo anche
lontani dall’eleganza di Alice. Diciamo che Bajram è un po’ il Lauffray della
fantascienza.
In definitiva questo Universal War
One non mi ha proprio catturato, anche se ho apprezzato il tocco di classe
della 001 nello scegliere un lettering ad
hoc (anche se la punteggiatura non è proprio impeccabile). Dubito comunque
che all’autore e all’editore possa importare qualcosa del mio scarso gradimento
visto che a quanto si evince dagli editoriali del primo volume sono l’unico in
tutto l’universo a non aver apprezzato, e la saga è stata un successo anche in
mercati impensabili per la BéDé.
Ciò detto, mi sa che continuerò comunque l’acquisto della serie visto che
tanto ormai sono già arrivato a un terzo e questi volumetti col cartoncino
rigido fanno la loro bella figura. Tutto sommato 4,90 euro per volta sono un
prezzo accettabile soprattutto se dilazionato e anche se il fumetto non è nelle
mie corde restano pur sempre 16 pagine di redazionali che nel caso di Universal War One sono molto
interessanti. Quindi alla fine l’unico difetto che avevo trovato nella collana
si è rivelata un’opportunità commerciale...
Parlando solo della storia e non delle tavole, a me questo Sherlock Holmes e i vampiri di Londra non aveva detto poi molto...
RispondiEliminaA me è piaciuto parecchio. Un amico in compenso mi ha comunicato or ora che ho ragione a dire che sono l'unico a cui non è piaciuto Universal War One!
EliminaQuest'altro non l'ho letto.
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