Al pari di Luca Salvagno
anche Giuseppe Ferrario è stato una piacevole (ri)scoperta. Lo avevo già visto
su Assenzio in SuperG ma credo dia il meglio nella serie I Racconti della Palude. Il fumetto in sé è dignitoso ma non
proprio memorabile: al netto dell’ambientazione abbastanza originale (Louisiana
o comunque uno degli States meridionali) le storie sono semplici e
coerentemente con la sede di pubblicazione hanno un sostrato edificante e/o moralizzatore.
I disegni sono invece notevoli visto che ho riscontrato una curiosa
particolarità. Ferrario è un disegnatore di stampo umoristico dal tratta
morbido-disneyano (non squadrato-Cartoon Network come altri suoi colleghi de Il Giornalino) in cui convivono delle
teste caricaturali e dei corpi che, seppur piegati a necessità espressive e
dinamiche, sono estremamente realistici. Le posture che usa sono
incredibilmente naturali pur non essendo praticamente mai banali. Anche il
panneggio delle vesti e la resa degli abiti sono particolarmente efficaci,
segno che forse Ferrario utilizza fotografie o modelli per il suo lavoro.
Il risultato è così nonchalant
che non ci si fa immediatamente caso, giudicate voi stessi:
Chissà se Ferrario ha poi perso il suo antico vizio: http://www.liciatroisi.it/2009/07/22/situazioni-spiacevoli/ e vari articoli su siti e blog.
RispondiEliminaAh, però... Ma teniamoci Ferrario, ché tanto l'unico che abbia mai pagato in tutta la storia del fumetto per vizietti del genere è stato Gamberini.
EliminaAh ecco, ricordo adesso chi è l'autore dopo il link di Jelem, e ricordo la polemica di quei giorni...
RispondiEliminaI disegni sono disneyanimangosi, sì^^
Moz-
Credo usi modelli a cui fa indossare esoscheletri e maschere di plastilina perchè assomiglino ai personaggi cartoon che poi disegna. Uno upgrade di quanto fa Alex Ross che mette in posa il papà quando gli serve un personaggio " di antico pelo " e fa indossare la maschera della Cosa al camallo che lavora davanti a casa quando deve disegnare la versione Astro City dei FF ( che si chiama naturalmente First Family ndr ). Bravo. Mi chiedo cosa facesse ai suoi modelli il vecchio Jacovitti o cosa infliggano alle loro vittime Carlos Nine e Sam Kieth.
RispondiEliminaSegnalo un caso poco noto di plagio, diciamo così, che è costato caro ad un promettente fumettaro nostrano. Anni fa abitato davanti allo studio di Alex Maleev quando ancora lavorava a cose come Il Corvo.Con il teleobiettivo ho fotografato Alex che stava fotografando la tizia che sarebbe tornata dalla morte per vendicarsi eccetera nella mini che stava disegnando. Ho ribaltato le foto, sostituito il suo tavolo reclinabile con una consolle sci-fi presa in prestito da un albo di Jose Ladronn che l'aveva presa in prestito dal solito King Kirby e ho inviato in via Buonarroti la proposta di uno spin off di Nat Never in cui un crononauta alla Metron faceva il guardone cosmico alla Osservatore e studiava alcune affascinanti dark ladies spaziali alla Gamora.
Nella lettera con cui il mio lavoro era respinto era spiegato perchè non avrei mai pubblicato nulla nel ns Paese o altrove fino a dove la SBE poteva emettere avvisi ai naviganti. Cattivi.
"Oh-oh camallo! Oh-oh Camallo! Oh-oh!" cantava Vecchioni.
EliminaCarlos Nine (chissà che fine ha fatto, ho una sua interpretazione del Lago dei Cigni e poi più niente) sicuramente elabora le immagini che vede tramite la sua sensibilità deforme e grottesca, a Sam Kieth visti i risultati credo che basti bendarsi o ubriacarsi o disegnare con un piede.
Il suo piede sinistro, per la precisione. Credo che Sam stia lavorando ad una sua versione di Magico Vento con uno sciamano bianco - che ha naturalmente il volto intenso di Dan Day Lewis - che passa il tempo in trance e poi disegna con un rametto intinto nella melassa le sue visioni sulle pietre del deserto colorato e di fatto creando il primo fumetto a colori della storia. Anche prima delle pagine domenicali di Little Nemo o Yellow Kid.
RispondiEliminacuriosa citazione (forse involontaria) del Sam Zabel di Dylan Horrocks.
EliminaInvolontaria: non l'ho ( ancora ) letto, ma prima o poi...
RispondiEliminaCrepascolo, non mi hai mai dato tante soddisfazioni come oggi: hai citato infatti la nostra precedente conversazione sul post di Luigi Bicco (titolare appunto del blog "prima o poi...") in cui recensiva Sam Zabel.
EliminaAvessi accesso ai file del computer di casa posterei in una sorta di pre-citazione il post previsto per il 31/12/15, dove appunto parlo di Sam Zabel.
EliminaE' tutto parte di un unico schema che sarebbe anche chiaro se riuscissimo a salire prima del crepuscolo abbastanza in alto ed avessimo con noi il ns collirio. ( Sam Kieth , Diari Pedestri 1989-1993 )
RispondiElimina