A sfogliarlo non mi ha fatto una buona impressione questo nuovo Ric Roland: i disegni di Simon Van Liemt
mi sono sembrati troppo ostentatamente vintage
per non risultare forzati. Poi l’ho letto ed è stato un bello choc.
Zidrou ha imbastito una trama decisamente forte, in cui il redivivo
Camaleonte dopo mesi di preparativi prende il posto di Ric rubandogli
l’identità (e quindi gli amici, il lavoro, ecc.) per eliminarlo in maniera
rocambolesca durante le celebrazioni delle nuove nozze del Commissario Bourdon.
Pur con lo stile retrò dei disegni e con le volute ingenuità seminate da Zidrou
per ricreare l’atmosfera degli episodi classici scritti da Duchâteau,
la storia ha un che di inquietante, come se ci fosse un qualcosa che “non
torna”: Bob Drumont, ad esempio, è vivo e vegeto.
La spiegazione è che R.I.P., Ric! è ambientata nel 1968, come vari dettagli avrebbero
permesso di presagire, ma Zidrou ha saputo mantenere con classe il senso di
sospensione e straniamento fino alla rivelazione di pagina 15. A me, almeno, le
prime tavole hanno dato una sensazione di straniamento.
La storia procede su due binari paralleli ma nettamente in antitesi tra di
loro. Da una parte c’è la trama vera e propria, flamboyant e incalzante come molti degli episodi anni ’60, dall’altra
c’è un livello metanarrativo tramite cui Zidrou muove delle affettuose critiche
alle innocenti semplicità e ai luoghi comuni della serie. Oddio, “affettuose”
fino a un certo punto visto che dopo l’ennesima frecciatina alle ingenuità
della serie classica e la ripetizione ossessiva che Ric va sempre agli
appuntamenti con gli avversari da solo e disarmato viene il sospetto che lo
sceneggiatore non apprezzi molto il personaggio, un po’ come quando Castelli
negli speciali di Martin Mystére
sottolinea l’assurdità di certe convenzioni fumettistiche che lo riguardano.
La prospettiva critica in cui viene messo il lettore risulta così piuttosto
drastica e non proprio piacevole visto che viene anche accompagnata da alcune radicali
modifiche dei personaggi principali o a rivelazioni choccanti sul loro conto.
La Nadine “liberata” non l’ho digerita facilmente, ed è stato sconvolgente scoprire
quello che faceva Bourdon durante la Seconda Guerra Mondiale. Raccapricciante,
poi, vedere Nanar morto ammazzato. Credo di
aver subito lo stesso effetto che avrebbe generato su un fan della Charlton
Comics la lettura di uno Watchmen coi
personaggi originariamente previsti.
Al di là di queste considerazioni Zidrou conduce il gioco con una certa
abilità e in più di un’occasione si vede che ci tiene a far capire quanto ha
studiato la materia visti i molteplici rimandi alle storie classiche (come fece
anche Van Hamme con il suo primo volume di Blake
e Mortimer). È anche stato bravo a inserire i vari pezzi del puzzle
inventati da lui nel quadro generale della serie e il finale di R.I.P., Ric! sembra anche abbozzare una
spiegazione plausibile del perché Ric Roland abbia vissuto cinquant’anni di
avventure senza apparentemente invecchiare. Quello che manca a Zidrou è la
fresca ironia di Duchâteau
che, almeno nel mio caso, ha reso più di una storia interessante quando
altrimenti sarebbe forse stata un po’ insipida. Divertente, comunque, la
scenetta con Hermelin.
Purtroppo la prima impressione che ho avuto di Van Liemt si è rivelata
corretta. Apprendo da Wikipedia che si tratta di un disegnatore (relativamente)
giovane con pochi albi all’attivo e ignoro quale sia il suo stile abituale, in
questo volume il suo rifarsi a una estetica retrò, un po’ sulla scia di certi
disegnatori come Darwyn Cooke, mi è sembrato forzato e anche fuori luogo non
rifacendosi nemmeno allo stile per cui Tibet è maggiormente conosciuto. Mi
sembra addirittura che abbia approfittato della copertura offerta da questa
scelta stilistica per giustificare certe anatomie e inquadrature non proprio (o
per nulla) impeccabili. La sua Nadine, poi, è peggio di quella di Tibet, il che
è tutto dire.
In definitiva non posso dire che questo nuovo Ric Roland mi abbia proprio
deluso del tutto visto che ha un innegabile shock
value, di certo come recupero di BéDé classica ho preferito di gran lunga Michel Vaillant.
Peccato, perché la qualità della carta e il prezzo sono migliori rispetto a
quelli del volume del pilota di Formula 1.
Il secondo volume delle Nuove Inchieste è già annunciato in quarta di
copertina: vedremo dove andrà a parare Zidrou.
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