Secondo volume dedicato a questa
sorta di Fables all’italiana.
C’è stato un parziale avvicendamento
di autori sia nella parte scritta che in
quella grafica e Manfredi Toraldo viene affiancato da Luca Baino alle
sceneggiature mentre ai disegni fa il suo esordio Andrea Broccardo che si
affianca a Jacopo Tagliasacchi (chinato da Virginia Chiabotto e in un’occasione
da Valeria Rossotto). A Elisabetta Barletta è toccato solo l’onere della
copertina, peraltro non esaltante.
Come nel volume precedente
Pinocchio/Carlo Lorenzini si trova coinvolto in vari casi che riguardano
personaggi letterari (ce n’è anche per Bukowsky ed Evangelisti in questo
volume) facendo attenzione a non attirare le attenzioni dei mortali ignari del
fatto che dividono il mondo con personaggi di fantasia. Il tutto mentre il
“Tribunale delle Storie” a cui deve rispondere in quanto agente rivela lati
sempre meno rassicuranti.
Gli autori hanno dimostrato anche
stavolta la loro abilità nel gestire la dimensione piuttosto esigua di sole 4
tavole per episodio, anche se è vero che in alcuni casi ci sono state trame
spalmate su due o tre puntate e ormai si è creata una certa continuity che permette di saltare le
presentazioni di alcuni personaggi secondari. Ci sono azione, mistero e colpi
di scena nella giusta dose, oltre alle felici intuizioni che sono forse
l’aspetto più interessante di questa serie (la Creatura di Frankenstein
ad esempio viene rappresentata come un uomo di colore, perché probabilmente i
lettori contemporanei della Shelley la immaginavano così).
Esattamente come nel caso dello
scorso volume anche questo termina con una storia più articolata che modifica
lo status quo della serie, vedremo
come andrà avanti.
Unica pecca del volume: forse la
qualità della carta non rende del tutto giustizia ai colori che avrebbero
meritato di brillare di più.
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