E andiamo avanti con la saga del Crepuscolo degli Dèi. Un po’ perché ormai che ci sono li prendo tutti (e il prossimo sarà l’ultimo) e un po’ anche per sovvenzionare, per quanto ormai sia inutile, i Cosmo Color.
Dal punto di vista dei testi questo Crimilde non è affatto male: il miscuglio di fantasy e pseudo-realismo storico è originale ed è interessante vedere il parallelismo tra i conflitti e le trame degli dei e quelli che coinvolgono Burgundi e Sassoni.
Sigfrido è diventato l’eroe dei Burgundi e grazie ai suoi poteri è stato indispensabile per fermare il soverchiante impeto dei Sassoni, che possono vantare nel loro esercito anche dei mostri tolkieniani. Ma Sigfrido non ha intenzione di rimanere presso i suoi ospiti ancora a lungo visto che il suo pensiero va costantemente all’amata Brunhilde con cui ha dichiarato di volersi ricongiungere una volta finita la guerra. Ai Burgundi non resta quindi che fargli bere una pozione dell’oblio e fargli sposare Crimilde, sorella del re, per tenerlo con loro. Ma la presenza di Crimilde, in possesso dell’Anello e divenuta nel frattempo regina d’Islanda, è sempre più incombente e inevitabilmente le strade dei due protagonisti si incroceranno di nuovo nel prossimo episodio che si annuncia (e ci mancherebbe altro) apocalittico.
Purtroppo il problema de Il Crepuscolo degli Dèi, e soprattutto di questo volume, sono i disegni di Djief. Non è che sia proprio un cane, ma lo trovo inadatto a questo tipo di fumetto coi suoi personaggi efebici e il suo tratto morbido e un po’ esangue. È anche vero che ha saputo infondere in Loki una splendida espressività, ma la resa non ottimale di molte mani e anche di alcuni volti lo pone al di sotto degli standard di opere franco-belghe dello stesso genere.
Appuntamento a gennaio con il gran finale: assume contorni ironicamente profetici il fatto che l’ultimo baluardo del meritevole esperimento Cosmo Color sia il volume di un fumetto intitolato Il Crepuscolo degli Dèi.
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