Interrompo momentaneamente la
rassegna degli acquisti di Lucca per rimanere sul pezzo con un’uscita recente.
Nuova sorpresa sulla collana Historica: dopo un volume di origine italiana
presenta materiale di origine statunitense. Nel primo caso, però, la scelta era
giustificata dalla volontà di omaggiare il disegnatore Piffarerio recentemente
scomparso, mentre questo Ribelli non
capisco proprio come sia finito nella collana.
La saga in sei comic book è
ambientata nell’ultimo quarto del XVIII secolo e racconta come facilmente
intuibile dal titolo la guerra tra le colonie e la madrepatria. Con tutto il
rispetto per gli autori Brian Wood e Andrea Mutti, entrambi con ottimi
curriculum, questo Ribelli risulta un
corpo estraneo nella collana, in cui non fa certo una bella figura.
Il formato 17x26 mal si adatta a
un ingrandimento (e mi è pure balenato il dubbio che qualcosa delle tavole
originali sia rimasto fuori dai margini delle pagine), tanto più che Mutti ha
optato per un tratto sintetico e a volte anche abbastanza schizzato. Inoltre,
ben conscio di quello che va di moda oggigiorno, Wood ha alternato nelle sue
sceneggiature dialoghi secchi e sequenze quasi mute a squarci diaristici che
non bastano comunque a rimpinguare il tempo di lettura della storia,
sicuramente il più basso di tutta la collana.
La storia narra la vicenda di
Seth Abbott (per la precisione, è lui stesso a narrarcela) che, partito con i
Green Mountain Boys a diciassette anni appena accasatosi con la coetanea Mercy,
avrà un ruolo fondamentale nelle azioni di guerriglia contro l’esercito
imperiale. Ma la gloria, i conseguenti emolumenti economici e la soddisfazione
di aver contribuito a creare una terra libera non valgono forse il rimpianto
per aver abbandonato per anni la giovane moglie e per non aver visto crescere
il figlio.
Oltre al rigore storico Ribelli offre qualche spunto
interessante, come una visione per nulla agiografica del generale Washington e
uno sguardo approfondito e complice sul ruolo delle donne durante la guerra
d’indipendenza, anche se quest’ultimo elemento sembra un po’ forzato come
quando in un fumetto/libro/film storico i protagonisti si fanno portatori di
ideali e concetti moderni contro ogni logica. Anche questi motivi di interesse
comunque non riescono a togliere l’impressione che questo volume sia un
“fratello minore” di quelli di origine franco-belga che hanno ben altri respiro
e profondità. È anche vero che nella sua destinazione originaria, cioè il
classico brossurato 17x26 di 128 o 144 pagine, il fumetto sarebbe costato
probabilmente di più dei 13 euro a cui ce lo ha offerto Mondadori.
Particolarmente buona
l’introduzione di Sergio Brancato che, pur avendo colto nel fumetto dei
riferimenti e delle suggestioni che secondo me non sono poi così preponderanti,
offre degli interessanti paralleli con la situazione attuale.
Questo, però, devo assolutamente prenderlo. Ricordo di essere rimasto affascinato sin dalle prime cover in anteprima, tempo fa. A parte che Brian Wood risulta sempre più o meno interessante, poi devo dire che a guardare queste tavole, sembrano le migliori che Mutti abbia mai sfornato. Poi il periodo storico è parecchio interessante.
RispondiEliminaE così adesso Historica accoglie anche il fumetto "ammeriggano". Beh, chissà....
Personalmente non ho amato nemmeno io questo volume e l'ho trovato un po' fuori dai canoni della serie sotto molti punti di vista. Sono curioso di sapere se sarà recensito anche il numero 38. Non per altro, ma questa è l'unica pagina di mia conoscenza dove riesco a leggere delle recensioni un po' più critiche sulla collana (che seguo fin dalla prima uscita) e mi interesserebbe, come sempre, avere una tua opinione anche sull'ultimo numero - oltre che su quelli a venire, naturalmente!
RispondiEliminaGrazie della fiducia, purtroppo il numero 38 non è ancora arrivato alla edicola di fiducia dove lo prendo di solito e comincio un po' a preoccuparmi, pensavo anche di farci un post ad hoc...
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