Linus chiude in bellezza il 2018 con un numero natalizio molto
interessante e piuttosto ricco, anche se la maggior parte dei fumetti sono
assaggini da due pagine.
Tra i classici sempre ottimi Peanuts e Calvin & Hobbes, forse un po’ meno incisivo del solito il
primo, mentre stavolta
ho avvertito le dimensioni un po’ costrette di Little Nemo e Barnaby
chissà quando/se lo (ri)leggerò.
Tra le strisce moderne torna Mutts (molto simpatico) e Perle ai porci è sempre al top, anche se
ho notato parecchi salti tra le strisce. Dovrebbero farne un volume integrale,
accidenti.
Il clima natalizio fa molto bene
alla InkSpinster di Deco che è
presente con due pagine ispirate e divertenti. Meno ispirato rispetto al numero
precedente è invece Literary Cartoons
di Tom Gauld, spero che Igort non ci abbia presentato il meglio subito. “Sballato”
(e come potrebbe essere altrimenti) ma piacevole il Cheech Wizard di Vaughn Bodé, con delle simpatiche gag. Leila
Marzocchi prosegue la sua deliziosa escursione ne Il mondo di Niger e I
quaderni di Esther si fanno leggere.
Chiude questo numero 12 un
episodio dei Freak Brothers che non
ricordo di aver letto. Molto simpatico, ma i quarant’anni che ha sul groppone
si sentono tutti.
E nel mezzo tanti fumettini da
due tavole. Torna il Capitan Biscotto
di Bacilieri (allora non era un episodio isolato!) con una storiellina
simpatica e divertente, che mette in prospettiva le due pagine del numero
scorso, che a questo punto immagino fossero giusto una presentazione. Toffolo
disegna in maniera stupenda delle impressioni su Milano che francamente non ho
capito mentre Tuono Pettinato ci offre una delle sue geniali illuminazioni. Le
due tavole de La lingua del diavolo
di Andrea Ferraris mi sa che sono solo un’esca per agevolare l’acquisto del volume
omonimo pubblicizzato nella pagina precedente (promette bene, ma potevano
sbottonarsi un po’ di più, o magari – apriti cielo – serializzarlo sulla
rivista) mentre della Antonioni viene presentata una seduta di autocoscienza
disegnata purtroppo con lo stesso stile, tranne qualche riempimento di colore
in più, di Non bisogna dare attenzione alle bambine che urlano.
Il bravissimo Tiziano Angri, evidentemente un seguace di Bacilieri, conclude
con una gag una vicenda che avrebbe potuto fornire materiale per un intero
volume; la Colaone si profonde in un interessante esperimento grafico che
sfrutta la doppia pagina (ma credo che i disegni li abbia fatti Satta); non
molto chiaro l’intento di Simone Pace con il suo Il nano e il cacciatore, se non altro disegnato con una certa
eleganza. Simpatico Sempre di Giorgio
Carpinteri, surreale e divertito ma che tutto sommato parla di un fastidio non
da poco per gli automobilisti. Visto che il protagonista è un supereroe
immagino che Carpinteri non sia riuscito a sottoporre in tempo la storia per il
numero precedente, che aveva come tema proprio i supereroi.
Il tema di questo numero sono
invece le fake news e mi sembra che
stavolta Igort sia riuscito a raccogliere contributi che quantitativamente sono
riusciti a dare maggiore omogeneità al numero. Tra gli altri, quattro
spettacolari pagine di Manu Larcenet. Il “problema”, però, è che anche i testi
scritti riguardano questo argomento e vista la levatura dei contributi di Bellu,
Colamedici e Gancitano alla fine i fumetti ne risultano un pochino sminuiti. Ma
parliamo sempre di un numero molto buono, sicuramente il migliore per quel che
mi riguarda.
Concordo su Tiz Angri in cui anche io, ora che lo scrivi, vedo uno zinzino di Bacillo Bacilieri. Penso al graphic novel L'unica Voce per esempio. Il Cimitero dei Calamari invece ricordo mi fece pensare a Scozzari. Non ricordo bene l'albo che ho regalato ad un cartoonist anche SBEllico. Il Lucca Contest ha promosso anche Ford Ravencroft di Susi Raule ed Armando Rossi più in linea con quanto mi piace nei fumetti e nella vita: se fosse per me, cose come i calamari sarebbero in un altroquando senza alcun punto di contatto con la nostra dimensione.
RispondiEliminaIo l'ho scoperto in questa occasione, pensa che roba.
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