martedì 11 gennaio 2011

"I Dimenticati": Carlos Casalla (apparso originariamente su Fucine Mute 45)

Altre anatomie argentine: i dimenticati

Qualche tempo fa abbiamo parlato di come alcuni dei più grandi disegnatori della scuola argentina abbiano risolto ognuno a modo suo il problema dell’anatomia umana e della sua applicazione al fumetto. A rileggerlo oggi quel pezzo sembra poco più che un tentativo di sfondare una porta aperta; anzi, di aprire delicatamente una porta già abbondantemente sfondata e risfondata da altri…
Perché Zanotto, Altuna, Alcatena, Enrique Breccia e Alberto Salinas sono, chi più chi meno, delle star del fumetto riconosciute e celebrate da tanti. L’analisi della loro interpretazione dell’anatomia è in fondo l’ennesimo tributo che viene reso alla loro grandezza. Ma all’ombra di questi colossi esiste una moltitudine di disegnatori meno celebrati, meno fortunati e forse anche meno bravi, vittime però di un ingiusto oblio assolutamente immeritato. Si tratta di quei disegnatori che forse non vedremo mai su Euracomix o I giganti dell’avventura, ma che dalle pagine di Lanciostory e Skorpio sanno ancora appassionare e affascinare i lettori. Sono professionisti che non hanno saputo legare il loro nome a un successo duraturo; oppure che hanno adattato con troppa disinvoltura il loro stile a canoni più modesti; o ancora che si limitano ad eseguire con coscienza ma senza troppo entusiasmo il loro lavoro. In effetti, molti disegnatori potrebbero rientrare nella categoria ed i criteri con cui è stata organizzata la rassegna di cui sotto sono assolutamente arbitrari e criticabili. Capita però a volte che un disegnatore non eccelso abbia un particolare stile che ce lo rende comunque “simpatico”, oppure può succedere che un autore poco celebrato ci appaia in un certo periodo più ignorato del solito quando noi vorremmo vederlo celebrato come merita. Con tali premesse, quale valore può avere l’analisi dello stile di un Vogt o di un Olivera? Se non altro, per una volta i riflettori saranno puntati su quei disegnatori di cui ci si dimentica troppo facilmente quando invece talvolta meriterebbero di figurare nel novero dei colleghi più famosi. (comunque non facciamola tanto drammatica: I dimenticati è principalmente la citazione di una vecchia serie di Casalla e non certo la constatazione che questi autori hanno concluso il loro ciclo)
 
Carlos Casalla

Nato nel 1926, è un disegnatore dalla forte personalità e dal tratto molto originale, pur se non sempre pulito o immediatamente gradevole. Il suo nome in patria è legato principalmente alla lunga serie El Cabo Savino. Ideata da Alvarez Cao e poi gestita da altri sceneggiatori (tra cui Armando Fernandez, il “vice” di Robin Wood) questa serie gauchesca viene considerata la migliore nel suo genere da molti intenditori, tra cui Guillermo Saccomanno. In Italia non è mai giunta, come d’altronde rimangono ancora inedite le opere precedenti agli anni ’70 (tra cui due western dissacranti scritti da Carlos Albiac: Pithy Raine e Alamo Jim). Forse qualche suo raro fumetto bellico si può rinvenire nelle vecchie raccolte di albetti come Guerra d’eroi o Supereroica, ma è senz’altro grazie all’Eura che Casalla viene conosciuto in Italia.


Dopo la consueta routine di un buon numero di liberi e qualche miniserie non memorabile, Casalla salta alla ribalta con una serie umoristica dal retrogusto malinconico: Perdido Joe, scritta da Carlos Albiac. Si tratta di una di quelle storie che hanno fatto epoca. Presentata su Lanciostory n° 18 del 1978, fu già riproposta in inserto su Skorpio pochi anni dopo la conclusione. Lo stile “sporco” e dinamico di Casalla si adatta molto bene a queste vicende spesso grottesche, laddove il suo lavoro sul poliziesco e sul genere bellico poteva destare qualche perplessità.
Carlos Casalla usa abbondanti campiture di neri, tratteggi nervosi e molti escamotage espressivi come linee cinematiche, macchie d’inchiostro e persino le classiche “stelline” sulla testa dei personaggi che sono stati picchiati. La sua semplificazione dei volti (risultato di anni e anni dedicati alla professione) non è tra le più graziose: le facce triangolari degli uomini tendono un po’ a confondersi mentre donne veramente belle non sono facili da trovare nelle sue tavole. In ogni caso il suo tratto è molto personale e riconoscibile, i suoi disegni dinamici (e quindi narrativi) e la sua resa su storie umoristiche o grottesche è ottima.
Dopo il successo di Perdido Joe Casalla fu ancora costantemente presente su Lanciostory e Skorpio con liberi, miniserie e serie anche molto lunghe; nemmeno recentemente questo flusso si è interrotto. Merita una particolare menzione il western sui generis Overland Trail (scritto da Ray Collins) per il quale vale quanto detto a proposito dell’interpretazione «grottesca» di Casalla e della sua particolare efficacia. Il personaggio a cui rimane principalmente legato il suo nome, però, è Il Cosacco, famosa e lunghissima serie di Robin Wood originariamente pensata per Alberto Salinas e quindi adattata allo stile più scanzonato e leggero di Casalla. Effettivamente non sempre il disegno è entusiasmante e le cadute di tono si devono soprattutto all’omologazione dei volti e alla scarsa definizione dei particolari, risolti magari con un guazzabuglio di tratteggi o macchioline. Si tratta in ogni caso di momenti passeggeri cui sono soggetti bene o male tutti i disegnatori seriali (le scadenze di consegna impongono un ritmo più veloce, un giorno si è meno ispirati di un altro, ecc.).


Carlos Casalla andrebbe riscoperto e valorizzato innanzitutto per la qualità oggettiva di molti soggetti su cui ha lavorato (in pochi ricorderanno l’eccezionale Larsen & Finch scritto da Wood) e poi per rendere un giusto omaggio a quella scuola «gauchesca» che ha avuto in Carlos Roume e Juan Arancio alcuni tra i massimi esponenti, ed in cui anche Carlos Casalla fa la sua ottima figura. Purtroppo si tratta di un genere molto ricercato e curato esteticamente, che oggi inevitabilmente appare desueto.

Opere principali: Perdido Joe (Albiac), Il Cosacco (Wood), Overland Trail (Collins), Chaco (Wood; la serie è incompleta e devono ancora essere pubblicati gli ultimi episodi, i primi otto sono stati disegnati da Salinas e poi raccolti su Euramaster prima serie nel 1994), Larsen & Finch (Wood)

 

Ristampe e edizioni in volume: Perdido Joe è stato ristampato come «inserto tuttocolore» su Skorpio dal 3/86 al 24/86; Il Cosacco ha avuto una prima pubblicazione in inserto su Skorpio dall’1/98 all’1/99; la serie deve ancora concludersi e forse gli ultimi nove episodi (disegnati da Furlino) non saranno considerati. A Il Cosacco è stato anche dedicato uno dei volumi brossurati pre-Giganti dell’avventura, ma le tavole sono state rimontate (il libro in questione è del 1989). La ristampa più recente e completa de Il Cosacco ha trovato posto su I Giganti dell’Avventura nei numeri 51, 54, 57, 64, 67, 70 e 75
Molto poco, quindi, è stato ristampato di Casalla e di questo poco ancora meno è facilmente reperibile. Se qualcuno fosse interessato al disegnatore può comunque trovare qualche episodio del suo Pattuglia americana su L’Eternauta junior 1, 3 e 4.

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