Ignoro se la definizione «Outback western» sia realmente in uso o sia stata
coniata dai Cosmonauti per questo volume, ma ci sta tutta. Australia è a tutti gli effetti un western australiano, anche se
parte un po’ dickensiano.
Solo un'immagine: ero di corvè ai seggi |
L’orfanello Lonàn parte alla volta dell’altro capo del mondo, dove scappa
al destino di figlio-schiavo di un possidente grazie all’aiuto di una damigella
incontrata sulla nave: fortuitamente entra quindi nelle grazie di Ian McFarlane
il quale, e qui arriva il western, deve rientrare in possesso possibilmente in
maniera violenta e spettacolare della tenuta di famiglia usurpata con l’inganno
da avidi proprietari terrieri (oltre ad accompagnarsi a un aborigeno manco
fosse il Tonto di Lone Ranger). Di carne al fuoco ce n’è tanta e di buona qualità,
troppa per poterla sviluppare compiutamente in un volume dalle canoniche 46
tavole: così l’iniziazione ai riti aborigeni di Lonàn viene solo accennata, e
di Abigail si perdono le tracce pur intuendo che avrà un ruolo importante nei
prossimi episodi. Com’è la norma per molte serie franco-belghe questo L’Uomo del Fiume Kenzie è solo
l’antefatto di una saga più lunga, tanto più che termina con un cliffhangerone
di grande impatto. Per fortuna il secondo episodio potremo leggerlo già a
luglio – o così ha annunciato la Cosmo.
Fabio Pezzi: ai tempi gloriosi in cui lavoravo in Sasa Assicurazioni un
collega appassionato di fumetti me ne aveva magnificato le qualità. Aveva
ragione, Pezzi è veramente bravissimo e non mi stupisce che abbia trovato un
suo spazio nel mercato franco-belga. Molto rigoroso nella sua resa realistica
(ulteriore pregio di DownUnder: è
documentatissimo) ma al contempo espressivo, è una vera gioia per gli occhi. Ho
trovato che sia particolarmente bravo nel rendere le mani dei personaggi e gli
animali, entrambi “bestie nere” per più di un disegnatore.
Purtroppo Pezzi viene penalizzato da una qualità di stampa non ottimale.
Non orrenda (beh, non sempre, almeno) ma comunque non ottimale: il problema
deve risiedere nell’utilizzo delle tecnologie informatiche di acquisizione e di
stampa delle immagini: ci sono cioè i tratteggi tremolanti e smangiucchiati
(oltre che evanescenti) comuni a tantissime altre pubblicazioni odierne e i
colori non uniformi sembrano quasi retinati come nei vecchi newsprint di Marvel
e DC. Inoltre mi è venuto l’atroce sospetto che la Cosmo abbia seguito la
lezione dell’Eura/Aurea e abbia rifatto alcuni balloon per farci stare meglio
il testo... ad avvalorare questa ipotesi il fatto che alcune disdascalie hanno
gli angoli perfettamente dritti mentre altre sono appunto stampate male...
Non c'è un modo per vedere se effettivamente i baloons sono stati rimaneggiati?
RispondiEliminaMoz-
confrontarli con quelli della versione originale (che non ho).
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