Sotto la copertina peggio scansionata che abbia mai visto (ma nella gallery
all’interno la stessa illustrazione è proposta dignitosamente – per gli
standard di oggi) vengono presentate due miniserie scritte da Warren Ellis e risalenti
al 2003, entrambe sviluppate in origine sulla lunghezza di 3 comic book.
Tokyo Storm Warning è un omaggio all’immaginario televisivo e
cinematografico nipponico fatto di robottoni e mostri rettiliformi.
Inevitabilmente c’è un sacco di azione, ma non mancano i soliti piacevoli e
azzeccati dialoghi di Ellis, che qui prendono in giro bonariamente usi, costumi
e manie dei popoli giapponese e statunitense, oltre forse a riservare un po’ di
autoironia anche alla sua dichiarata paura irrazionale dei cani. La storia si
svolge in un universo distopico in cui nel 1945 la bomba atomica venne gettata
su Tokyo, e Warren Ellis ha dato una magistrale lezione di sceneggiatura con
l’utilizzo intelligentissimo di un MacGuffin
che compare all’inizio della vicenda. Oltretutto, questo elemento chiave assume
alla fine un contorno veramente toccante e nelle ultime pagine offre diversi
spunti di riflessione non banali.
Forse Tokyo Storm Warning avrebbe
meritato almeno un episodio in più per far montare meglio la suspense e
approfondire alcuni personaggi, ma anche sulla breve distanza il meccanismo
funziona alla perfezione. Delizioso.
Mek è invece una storia più consueta, ovviamente per
i canoni ellisiani: tratta di potenziamenti fisici e interfaccia uomo-macchina,
argomenti già trattati da Transmetropolitan
a Doktor Sleepless (mi sembra anzi
che questo Mek sia stata un po’ la
prova generale per Doktor Sleepless).
La profetessa della cultura “Mek” Sarissa Leon, oggi scrittrice e politica a
Washington, torna nella natia Sky Road per far luce sull’omicidio di una sua
vecchia fiamma e per districare un traffico di “bad Mek”, potenziamenti
illegali di origine militare. Nulla di particolarmente originale o
entusiasmante (sempre prendendo come metro di giudizio il lavoro di Ellis,
sempre parecchie spanne sopra tutti gli altri sceneggiatori di comic book) ma senz’altro
una lettura piacevolissima.
Il problema di questo Warren Ellis
presenta Tokyo Storm Warning sono i disegni. James Raiz è bravissimo a
disegnare robottoni e mostri, ma purtroppo ha delle carenze innegabili per quel
che riguarda l’anatomia umana e l’organizzazione delle scene negli interni.
Inoltre in una storia che coinvolge personaggi di etnie diverse e che proprio
su questa diversità basa alcune battute è disarmante che non si capisca dai
soli disegni chi è giapponese e chi americano. In alcune pagine verso la fine
Raiz è stato sostituito dal bravo Carlos D’Anda, e la differenza si vede. Con
questo spero di non aver sputtanato Raiz più del dovuto: pur soffrendo delle
criticità che ho esposto (ma in fondo in Tokyo
Storm Warning contano di più i robottoni e i mostri, che disegna
ottimamente) non è assolutamente un cane, e a questo mondo si è visto ben di
peggio. Difatti, poche pagine dopo compare l’atroce Steve Rolston, che cane lo
è davvero.
Come si fa a dare del lavoro a uno che disegna pupazzetti stilizzati, e che
non solo non capisce nulla di anatomia ma non rispetta nemmeno i suoi canoni
sballati e disegna i personaggi con corporature e connotati variabili a seconda
delle inquadrature? Veramente una scelta balzana affidargli Mek, perchè il suo stile ridicolo (che
non va bene nemmeno per l’umorismo visto che è inespressivo) rende appunto
ridicole sequenze che si volevano drammatiche.
Ho notato una fortissima somiglianza con i disegni di Roberto Recchioni,
quindi immagino che entrambi si siano ispirati a una medesima fonte anni ’90 la
cui conoscenza mi è stata per fortuna risparmiata.
Disegni di Rolston a parte (ma parliamo di Warren Ellis: a un certo punto,
chi se ne frega dei disegni!) questo bel volume cartonato è consigliatissimo, e
mi sembra che 17 euro siano anche un prezzo onesto per le sue 144 pagine.
Oltretutto è stato stampato su una bella carta patinata opaca, quindi potete
sfogliarlo agevolmente senza timore di lasciare ditate.
Oddio, non credo sia il mio genere di storia.
RispondiEliminaE il disegno della donna con la macchia di sangue... ahaha, atroce. Viso sproporzianatissimo!
La macchia di sangue molto Marvel/DC anni '90 :)
Moz-