Nel 1880 a Providence, nello Stato del New Hampshire, giunge la graziosa
signorina Gatling, incaricata di valutare l’eredità del vecchio eremita
Spencer, ucciso misteriosamente da “qualcosa” che non sembra né umano (non ci
sono segni di armi da fuoco) né animale (troppo grandi le tracce di artigli e
troppo violenti i colpi inferti). Quello di Spencer sarà solo uno dei molti
omicidi che costelleranno la vita di Providence, per far fronte ai quali verrà
addirittura ingaggiato uno spietato e micidiale cacciatore di taglie. Che poi è
pure fratello del fanatico prete locale.
Questo è solo il canovaccio ridotto all’osso di una storia molto più densa
e articolata, basti pensare che sono ben 126 pagine di fumetto. La trama
straborda di personaggi: oltre a Cathy Gatling ci sono uno sceriffo minchione
(anche se...), una bambina pestifera, uno scrittore vanitoso, un poeta
altrettanto altezzoso suo acerrimo nemico, un maniscalco indiano che sembra
saperla molto lunga, un sindaco intrallazzone e tanti altri che da semplici
comparse diventano deuteragonisti o viceversa. Compatibilmente con la collana
in cui è inserita, Luna d’Argento ha
una forte impronta sovrannaturale e horror di cui è meglio non anticipare nulla.
Éric Hérenguel scrive, disegna e colora una storia avvincente per quanto
poco credibile, destreggiandosi con abilità tra stereotipi e situazioni forse
eccessivamente originali (il mélange
di elementi distanti per epoca, cultura e geografia mi è un po’ indigesto).
Nonostante io non sia un appassionato di disegno grottesco ho apprezzato molto
il suo lavoro grafico, in cui mi è parso di cogliere qualche eco dei lavori più
espressionisti di Enrico Marini ma anche qualche viso, soprattutto femminile ma
anche maschile, di Félix Meynet. A seconda della cultura e delle passioni del
lettore la storia potrà sembrare ben poco originale (il Lonsdale citato dai
Cosmonauti nell’editoriale) o fin troppo originale (che razza di western è mai
questo?!) ma credo che chiunque rimarrà soddisfatto dalla sua particolarità, dal
suo ritmo serrato, dai suoi personaggi molto ben caratterizzati e
dall’inaspettato colpo di scena finale. Che poi la storia non vada presa troppo
sul serio sembra dircelo lo stesso Hérenguel “firmando” l’ultima tavola come se
fosse una produzione cinematografica.
Lode alla Cosmo che ci ha concesso di leggere questo fumetto in un’unica
soluzione non dividendolo nei due volumi che costituiscono la sua formula
originale. Un’altra tacca positiva nel carniere di questo editore, ma per me
che non ne seguo tutta la produzione l’unica nota negativa è stata al momento
solo la prima uscita di questi Color Extra.
Probabilmente nemmeno Luna d’Argento
è un «capolavoro del fantastico» ma con questo formato, questa qualità di
stampa e questo prezzo, ovvero soli 6,90€, un fumetto molto buono come Luna d’Argento sembra davvero un
capolavoro.
L'ho preso proprio stamattina. Un bel "balenottero", nulla da dire. La qualità di stampa è buona, confermo, anche se sulla rilegatura giocano un po' stretti. Aprendo l'albo sulla parte centrale, le pagine tendono ad arricciarsi nel mezzo. Non so sugli altri, ma è accaduto anche su Deadline e i due Juan Solo. Purtroppo, invece, mi sono perso La Ballata di Nate Chisum perché non l'ho trovato in nessuna edicola (così come il primo numero de i Pirati di Barataria). Ma problemi di distribuzione a parte, ripeto, la Cosmo sta facendo un gran bel lavoro.
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