Se ho ben interpretato l’introduzione (ahimè, spoileroseretta) Ambulanza 13 è la versione a fumetti di
un’opera letteraria di Patrick Cothias, che quindi avrebbe lasciato le
incombenze della sceneggiatura al solo Patrice Ordas. Se così fosse, sarebbe
probabilmente questa la causa di dialoghi più asciutti e meno tracotanti delsolito
e dell’assenza di “scene madri” in favore di una patemizzazione più discreta.
L’ambulanza del titolo e il relativo personale militare sono quelli che si
trova a guidare il medico novellino Louis Bouteloup, scaraventato nell’inferno
della guerra delle trincee dalla fine del 1915 a metà 1917. Un racconto
bellico, quindi, su cui non c’è poi molto da dire visto che rientra in pieno negli
stereotipi del genere e non offre particolari spunti di originalità con
situazioni che non si siano già viste o lette in altri film, romanzi o fumetti.
A fare la differenza in positivo, almeno per me, è stata invece la rigorosa
documentazione profusa nella ricostruzione degli eventi, della società e delle
condizioni sanitarie dell’epoca.
Ambulanza 13 ha faticato a carburare. A causa della sua origine letteraria viene fatto un uso massiccio di didascalie (il che aumenta il tempo di lettura, cosa che è un bene ma che è anche alla base della scarsa tempestività di questa recensione), molte situazioni sono frammentarie e per far stare tutto nella canoniche 46 pagine di un albo francese si è evidentemente tagliato qualcosa: addirittura non vengono fatte le presentazioni di tutti i membri della squadra, e considerato che alcuni si chiamano con nomi comuni come “Kosher” ed “Elemento” certi dialoghi risultano inizialmente poco chiari. Il fatto che la compagnia dell’Ambulanza 13 sia soprannominata Asso di Picche, sottolineato nell’introduzione, non viene poi minimamente considerato nel fumetto, come se questi volumi fossero indirizzati a un pubblico che ha già letto il romanzo e ha già abbondante familiarità con l’ambientazione e i protagonisti.
Ambulanza 13 ha faticato a carburare. A causa della sua origine letteraria viene fatto un uso massiccio di didascalie (il che aumenta il tempo di lettura, cosa che è un bene ma che è anche alla base della scarsa tempestività di questa recensione), molte situazioni sono frammentarie e per far stare tutto nella canoniche 46 pagine di un albo francese si è evidentemente tagliato qualcosa: addirittura non vengono fatte le presentazioni di tutti i membri della squadra, e considerato che alcuni si chiamano con nomi comuni come “Kosher” ed “Elemento” certi dialoghi risultano inizialmente poco chiari. Il fatto che la compagnia dell’Ambulanza 13 sia soprannominata Asso di Picche, sottolineato nell’introduzione, non viene poi minimamente considerato nel fumetto, come se questi volumi fossero indirizzati a un pubblico che ha già letto il romanzo e ha già abbondante familiarità con l’ambientazione e i protagonisti.
Sembra che di carne al fuoco ne sia stata messa troppa per poterla gestire
in maniera compiuta e soddisfacente, ma invece alla fine tutte le varie
sottotrame che nei primi tre volumi sembravano perdersi sullo sfondo (la
situazione politica di papà Bouteloup, le vicende spionistiche o presunte tali
di suor Isabelle, la storia della ritrattista Emilie, il destino del capitano
Seagull, la “vendetta” di Favre e la sua relazione con la sorella di Louis, ecc.)
troveranno i bandoli delle rispettive matasse con grande appagamento del
lettore.
Alain Mounier ai disegni compie il suo consueto lavoro più che dignitoso.
Avendo come preciso riferimento Jean Giraud ha saputo sviluppare un suo stile
personale e riconoscibile, e nonostante le occasionali flessioni mi sembra che
siano più frequenti i picchi.
In questo numero di Historica ho
ravvisato una cura editoriale un pelino meno accorta del solito. Assolutamente
nulla di grave, in ogni caso: cito come curiosità “un” trapezista morto a
pagina 28 che ha tutta l’aria (e le tette) di essere una donna. Diciamo che più
che altro il lettering scelto non è dei migliori (al di là dello stile, punti
esclamativi e punti di domanda si confondono), ma procedendo con la lettura ci
si fa presto l’abitudine. Mentre invece è più difficile abituarsi ai tratti
tremolanti ed evanescenti dovuti ai moderni mezzi di stampa.
Se Ambulanza 13 è riuscito ad
appassionare un profano come me (anche se solo una volta letto nella sua
interezza), immagino che entusiasmerà gli appassionati del genere.
grazie, sempre ottime recensioni.
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