Stavolta ha colpito Antonella (mi pare... nei crediti i Paolini non mettono il nome di battesimo per esteso) Platano:
| (da Il Giornalino 30/2015) |
Il primo episodio risale al 1965 e in effetti lo stile di disegno di William
Vance non è ancora quello con cui sarebbe diventato famoso in seguito. Il
tratto non è acerbo, se non in certi dettagli minori (gli occhietti piccolini e
posizionati un po’ troppo vicini tra di loro), più che altro si notano certe
scelte che poi Vance avrebbe abbandonato per strada, come le potenti campiture
a pennello secco. Molto belli i paesaggi, buoni (ottimi per l’epoca) i colori.
Mi è sembrato di cogliere qua e là qualche rimando all’iconografia classica del
genere, in particolare il protagonista mi sembra ispirato a Henry Fonda.
Spiazzandomi, Francini ha scelto una linea radicalmente diversa: la
modernità. Pur nel limitato formato tascabile è riuscito a organizzare le
tavole in maniera molto creativa, con suddivisioni in vignette non banali,
inquadrature dinamiche e un uso interessante perfino del lettering. Il suo
tratto mi è sembrato memore delle inchiostrazioni robuste e decise di Palumbo e
Catacchio, ma non mancano influssi milleriani e modulazioni originali del
tratto. Un ottimo risultato che ha anche ottenuto l’effetto di rendere meno
stranianti le battute cool che con un
disegnatore dallo stile più classico sarebbero risultate stridenti.