Attendevo questo numero di Battaglia
con una certa curiosità per il comparto grafico (e manco a farlo apposta è
uscito un po’ in ritardo): Francesco Francini avrebbe seguito il percorso
esteticamente accattivante di Des Dorides
o quello più scarno (diciamo così) di Lovelock?
Spiazzandomi, Francini ha scelto una linea radicalmente diversa: la
modernità. Pur nel limitato formato tascabile è riuscito a organizzare le
tavole in maniera molto creativa, con suddivisioni in vignette non banali,
inquadrature dinamiche e un uso interessante perfino del lettering. Il suo
tratto mi è sembrato memore delle inchiostrazioni robuste e decise di Palumbo e
Catacchio, ma non mancano influssi milleriani e modulazioni originali del
tratto. Un ottimo risultato che ha anche ottenuto l’effetto di rendere meno
stranianti le battute cool che con un
disegnatore dallo stile più classico sarebbero risultate stridenti.
Ho notato però una qualità di stampa quantomeno curiosa. Sono visibili
quegli elementi che solitamente in stampa non dovrebbero esserlo, cioè i bianchi non compatti della tempera coprente
e i neri della china anch’essi non sempre compatti, eppure non si può dire che
la resa finale sia buona visto che ci sono anche i tremolii tipici della stampa
digitale. Peccato.
A livello di storia, in Muro di
Piombo scopriamo che il DC9 di Ustica venne abbattuto niente meno che per eliminare Pietro Battaglia in modo da eliminare ogni traccia del suo coinvolgimento nelle
operazioni sporche del governo italiano! Ovviamente le cose non vanno
come previsto dai “poteri forti” e il protagonista farà una vera e propria
carneficina, con torture e sparatorie decisamente iperboliche e con derive
splatter, da cui probabilmente il titolo.
La suspence costruita da Giovanni
Masi all’inizio è molto efficace, poi dall’inevitabile crollo dell’aereo la
storia procede rapida e incalzante, con un ritmo frenetico e scene d’azione
praticamente ininterrotte. A mio avviso questo terzo episodio è finora il
migliore della miniserie – è anche vero che Francini ha qualche difficoltà a
rimanere fedele al volto di Battaglia, ma è un problema comune a tutti i
disegnatori.
Oltretutto, molto interessante l’editoriale che stavolta non ricostruisce
l’atmosfera dell’epoca ma anticipa i punti salienti dell’azione e contiene
informazioni utili per meglio godersi il fumetto.
Battaglia mi sta piacendo moltissimo, scriverò anche io presto un articolo a riguardo ma lo trovo la miglior "novità" uscita quest'anno in edicola
RispondiEliminaProprio ieri l'ho messo in lista nel file col Meglio & Peggio del 2015 che metterò online il 31/12 (alla voce "Meglio" ovviamente).
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaE' "sempre il migliore in quello che fa" o sta acquisendo un minimo di personalità Pietro? C'è qualche sonoro "minchia" o parla ancora come gli yankee di Tarantino? Io devo ancora comprarlo, oggi provvedo.
EliminaDiciamo che bisogna stare al gioco e prenderlo per quello che vuole essere... Le prime sequenze si svolgono in Sicilia ma niente "minchia"! C'è un'evoluzione del suo ruolo ma il personaggio credo che rimarrà sostanzialmente quello.
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