Altro che fumetto “per ragazzi”: questa seconda uscita di Alix si apre con un’orgia e nel corso
della vicenda non mancheranno meretrici, mutilazioni e nudità varie. D’altronde
Il Figlio di Spartaco risale al 1975
ed evidentemente il vento di rinnovamento ed emancipazione del fumetto europeo
aveva raggiunto anche questa serie classica.
Al di là di questo la storia conferma le ottime impressioni
che ho avuto dalla lettura del primo volume: stavolta Alix si trova coinvolto
in una strana vicenda per cui è spuntato fuori dal nulla un sedicente figlio di
Spartaco la cui esistenza potrebbe rappresentare una minaccia per la stabilità
del governo romano visto che già si appresta insieme alla madre a sobillare la
plebe.
È proprio la madre a chiedere aiuto ad Alix, rappresentato come una sorta
di rockstar dell’epoca (basta la striminzita presentazione in seconda pagina a
spiegare perché il protagonista è così famoso? Ne dubito), e a coinvolgerlo in
un’avventura serrata e appassionante. Senza anticipare troppo, alla base della
vicenda c’è un machiavellico complotto i cui componenti sono veramente
insospettabili, e per un fumetto di quarant’anni fa mi pare un risultato
eccellente. Anche in questo caso la rivelazione del “cattivo” avviene un po’
troppo presto per i miei gusti e il lettore non ha il tempo di divertirsi a
elucubrare su chi possa essere, ma è una cosa funzionale allo sviluppo successivo
della vicenda.
Piacevolissima conferma di quanto visto la settimana scorsa, quindi, con
una certa apprensione per cosa mi aspetterà quando e se verranno pubblicati i
primi episodi, che dubito potranno vantare la maturità e la complessità di
quanto visto finora. A tal proposito, finora di linea chiara nel lavoro di Jacques Martin ne ho vista ben poca: le
anatomia, testoni a parte, sono realistiche, e non mancano tratteggi e
campiture nere molto marcate. Probabilmente la fase propriamente ligne claire di Alix è relativa solo ai suoi esordi, come nel caso di Ric Roland. Chi vivrà vedrà. Ammesso che
pubblichino anche i primi episodi, visto che in questi volumi finora non c’è
uno straccio di piano dell’opera (come nemmeno redazionali più diffusi di una
rapidissima panoramica sui personaggi dei singoli episodi, che espone il
lettore a un vago rischio di spoiler).
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