Il nuovo volume della collana è
il più smilzo, ma anche quello che fa un uso più efficace del linguaggio del
fumetto. Cosa ancora più sorprendente se consideriamo che l’autore dei testi,
l’Astrofisico Amedeo Balbi, non è uno
sceneggiatore professionista.
Cosmicomic è la storia di Arno Penzias che dal 1964 insieme a
Robert Wilson cerca di capire a cosa sia dovuto un rumore di fondo inspiegabile
captato dall’osservatorio radioastronomico di Bell Laboratories. Il fumetto è
strutturato un po’ come un musical, in cui vengono fatti sfilare i principali
autori delle teorie che contribuiranno a determinare quello che il lettore sa
già o intuisce dal titolo, ovvero che quel suono misterioso altro non è che
l’interferenza residua del Big Bang, il suo segnale fossile (scoperta che varrà
a Penzias il Premio Nobel).
La gestione dei tempi è perfetta
e il ritmo è molto coinvolgente grazie (ad esempio) al calibrato alternarsi di
vignette mute e parlate. Dei personaggi, anche quelli più autorevoli come
Albert Einstein, non vengono inoltre taciute le piccole meschinità.
Per quel che riguarda i disegni
di Piccioni… dunque, la sintesi è senz’altro la sua cifra stilistica, ma qui
non ha gli acquerelli ad abbellire le sue tavole e le sue vignette sembrano fotogrammi di quei cartoni animati minimalisti che
vanno di moda oggi. A volte la sua sintesi è perfetta e con due segni in croce azzecca
l’espressione giusta o rende perfettamente l’idea di un movimento o di un’emozione,
ma altre volte sembra che abbia buttato su frettolosamente il lavoro (tra
l’altro anche lui disegna mani con sei dita). In un fumetto di questo tipo in
cui il testo deve essere preponderante non è un grave problema, e sicuramente c’è
chi ha fatto peggio di lui, ma è un peccato che Piccioni non sia riuscito a
mantenere uniforme la qualità per tutto il volume.
Pur con “solo” 120 pagine di
fumetto, Cosmicomic è uno dei volumi
migliori della collana, forse proprio il più riuscito. Tra l’altro I Grandi della Scienza a Fumetti sta
offrendo una bella sorpresa dietro l’altra, spero che la qualità si mantenga ancora
così elevata.
Rumoredifondo era uno dei miei soprannomi durante il servizio di leva. Io non ho mai letto il Signal to noise di Gaiman e McKean, ma sono orgoglioso del fatto che qualcuno possa avermi paragonato ad un lavoro del dinamico duo.
RispondiEliminaNon ho ancora letto Cosmicomic , ma spero che Ross Piccioni , con la sua tennica ad acquerello su tratto di sintesi, prima o poi ( cit Bicco ) riduca a fumetti l'immortale capolavoro di Jovanotti " Il Più Grande Spettacolo Dopo Il Big Bang ".
Un adattamento, of course. Mi piace pensare che il BB sia una cerniera tra quello che era prima ed il multiverso in cui siamo. Lorenz Kerubini è la eco di un tempo prima del tempo e di uno spazio prima dello spazio in cui avevano un senso profondo, da spazio profondo appunto, cose come " Io e te, io e te/
Che abbiamo fatto un sogno / Che volavamo insieme /
Che abbiamo fatto tutto / E tutto c'è da fare "
Anche tu sei un residuo del Big Bang, Graziano. Tutti lo sono, con le particelle di antimateria che vanno indietro nel tempo evci attraversano senza che lo sappiamo.
EliminaIl numero 10 della collana sarà Galileo Galilei già uscito per la Kleiner Flug http://poplitefumetti.blogspot.it/2015/10/ultime-letture-galileo-galilei.html
RispondiEliminaIntanto oggi mi sono perso il quinto perché qualcuno l'ha preso prima di me all'edicola dove compro di solito la collana.
Elimina