Decisamente più riuscita della
prima uscita
questa nuova proposta della collana dedicata ai Grandi della Scienza: non
sembra nemmeno che The Imitation Game
sia stato scritto dallo stesso sceneggiatore di Feynman.
Jim Ottaviani stavolta ha optato
per uno stile più libero e creativo, che si è rivelato molto più funzionale a
evocare la figura del protagonista senza appesantire la lettura. Il volume è
diviso in tre blocchi ben delineati e come espediente narrativo vengono fatti
parlare dei testimoni della vita del matematico inglese Alan Turing (la madre,
la moglie, ecc.), le cui testimonianze sono comunque inframmezzate dai commenti
dello stesso Turing.
Nella prima parte viene
raccontata la formazione e la prima maturità di Turing, nella seconda il suo
coinvolgimento nel progetto di decrittazione del codice Enigma e nella terza il
difficile reinserimento nella vita accademica e le circostanze che lo
porteranno al trattamento sanitario obbligatorio per “curarlo”
dall’omosessualità e quindi alla morte.
Il ritmo è incalzante e per
fortuna i personaggi non si limitano a riassumere le loro vicende ma le
“recitano”, usufruendo oltretutto di un sapiente uso dello specifico fumettistico:
ad esempio con l’alternanza nelle singole tavole dei pieni e dei vuoti oppure
del bianco e nero e dei colori. Rispetto al film omonimo,
dove Turing era raffigurato come una specie di alienato vittima di abusi, qui
il protagonista è molto più spigliato e vive senza apparenti drammi la sua
omosessualità: nella prima parte sembra addirittura aver collezionato un
discreto stuolo di conquiste. A tal proposito, è molto elegante il lavoro non
invasivo per far intuire questo sottotesto velatamente erotico che Ottaviani ha
imbastito in alcune scene. Emerge anche con maggiore risalto la rivalità con
Dilly, che nel film non è presente (o io non avevo colto), e c’è anche una
comparsata di Ian Fleming, storicamente documentata.
Anche i disegni di Leland Purvis
sono migliori di quelli del suo omonimo Myrick: le sue potenti e decise
pennellate portano senza dubbio a derive caricaturali (quando sono inquadrati
in figura intera i personaggi sembrano spesso degli hobbit) e nemmeno lui si
perde in troppi dettagli pur essendo le sue vignette più ricche (ma in fondo non
si tratta di un fumetto franco-belga e comunque sono quasi 220 tavole), però è
molto più espressivo del collega e il risultato finale rimanda un po’ a certe
illustrazioni satiriche inglesi che ben si adattano all’atmosfera del fumetto.
Simpatica l’organizzazione delle
note in appendice: peccato però che facciano riferimento a un’altra edizione e
quindi vadano spostate di 6 pagine in avanti per capire a quali tavole facciano
riferimento.
Il prossimo volume della collana
sarà Logicomix, non so proprio cosa
aspettarmi.
Grazie per l'apprezzamento che inoltrerò agli altri ragazzi della stanza dei bottoni del Primo Tabloid Nostrano, ma ti confesso che stiamo pensando seriamente di aggiustare il tiro perchè , forse, 220 tavole di roba cerebrale come la vita del papà dei calcolatori elettronici ( Crepascola mi prende in giro quando traduco computer ) è troppo per il nostro pubblico che preferisce rilassarsi con tascabili ripieni di tizi che sembrano radiografie deambulanti.
RispondiEliminaLogicomix , per esempio, sarà la vita del cavalier Giorgio Sisini e di Piero Bartezzaghi come fossero un dinamico duo di investigatori combo di Holmes e Watson e Bats e Robin e vestiti come Riddler al carnevale di Rio in lotta con il birbone Akrostiko Bizarro ( una sola zeta per citare il clone imperfetto di Kal-El ndr ). Testi di Tuono Pettinato e disegni di Bacillo Bacilieri. Stai con noi !
Bentornato, Graziano!
Elimina