Numero di Comics&Science dedicato al Museo per gli Strumenti per il
Calcolo di Pisa, quindi per estensione alla storia delle calcolatrici e dei
computer.
La parte a fumetti è costituita
principalmente dalla storia Il Segreto di
Babbage di Castelli e Peddes. La vicenda prende le mosse in maniera non
dissimile dalla prima storia breve di Martin Mystère ospitata su Orient Express (e poi, ridisegnata
sempre da Alessandrini, su Comic Art),
in cui dal passato, in questo caso dall’Inghilterra ottocentesca del Matematico
Charles Babbage, si prefigura una misteriosa minaccia di proporzioni titaniche.
Anche stavolta il pericolo di questa minaccia misteriosa non è qualcosa di apocalittico
(beh, non troppo) ma in questo caso Castelli ha pigiato nettamente sull’acceleratore
dell’umorismo confezionando una soluzione del mistero molto divertente, anche
se come da abitudine dello sceneggiatore tout
se tient.
I disegni di Gabriele Peddes, con
frequentissime derive caricaturali, sono quindi adatti a illustrare questa
storia di strumenti di calcolo terrestri e non, ma purtroppo la carta usata (per
quanto di alta grammatura) non è patinata e non rende del tutto giustizia al
lavoro del disegnatore, che ha realizzato anche i colori.
Tra i redazionali, oltre a
un’intervista ai due autori, c’è una presentazione del Museo firmata da Fabio
Gadducci, una storia delle calcolatrici di Giuseppe Lettieri, un’indagine sullo
IAC di Mauro Picone a cura di Andrea Celli e un articolo di Mirko Tavosanis sul
rapporto tra computer e letteratura. Tutti gli interventi sono corredati da un
apparato iconografico che, seppur non ricchissimo, è veramente molto
interessante.
Una curiosità: l’Antonio
Pacinotti che viene citato nell’articolo di Gadducci dovrebbe essere il nonno
di Gipi, se i Fisici e gli Ingegneri fumettofili che frequentavo anni fa non mi
hanno raccontato balle.
In appendice ci sono due pagine
di Davide La Rosa dedicate a Turing (nonostante un certo reiterarsi del suo
umorismo strappa ancora più di una risata) e le “notizie” di Lercio.it, anche
queste esilaranti pur senza gli “annunciatori” che le declamano a Lucca prima
delle conferenze.
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