Nuova tripletta di fascicoletti
sperimentali di Lewis Trondheim a opera di ProGlo Edizioni, dopo quelli chec omprai a una Lucca di alcuni anni or sono.
No, no, no è la storia muta della vita di un omino che oppone
sempre ai suoi interlocutori un netto rifiuto delle loro proposte, ma che viene
regolarmente costretto a fare quello che vogliono gli altri. Molto interessante
la caratterizzazione di Trondheim, che con pochi tratti riesce a diversificare i
vari personaggi. A volerle attribuire un significato più profondo, forse No, no, no potrebbe essere una
riflessione su come delle scelte apparentemente poco importanti in realtà
condizionano tutta un’esistenza fino alla morte.
Se la ruvidità della carta è una
cosa voluta e identificativa della collana, trovo che il pattern grigiastro che fa da sfondo ai disegni disturbi un po’ la
lettura, e anche se comprensibili le scritte di pagina 4 avrebbero potuto
essere tradotte, anche solo con una noticina a piè di pagina.
Diablotus è una scatenata Silly
Symphony in cui un diavoletto si arrabatta all’inferno cacciando dannati
(raffigurati come scheletri) da gettare nelle fiamme eterne, ma alcuni sono
assai scaltri e ci sono poi altri diavoli più grossi e prepotenti con cui
scontrarsi. Basandosi su una struttura di 12 vignettine per tavola, questo
fumetto ha un ritmo frenetico e dimostra la grande perizia grafica e narrativa di
Trondheim. Date le dimensioni microscopiche, forse l’autore avrebbe fatto
meglio a contornare le vignette, che nei casi degli elementi non chiusi tendono
a confondersi.
Pur con il suo allegro e
scatenato vitalismo (mi ha ricordato Squeak
the Mouse di Mattioli) forse in Diablotus
si può avvertire una certa nota malinconica di fondo.
Le 24 ore del Fumetto (sottotitolo: cena + colazione + pranzo) è
il risultato della celebre sfida omonima di Scott McCloud.
Qui, unico fumetto “parlato” del gruppo, Trondheim non accenna a una storia ma
sfoga qualche sua frustrazione (reale o presunta che sia) e spara a zero su
alcuni miti del fumetto d’Oltralpe, ostentando l’aria di che stia facendo
questa operazione controvoglia. Elucubrazioni sul fumetto e sul festival di
Angoulême si susseguono senza una direzione chiara, fino alla sarcastica
rivelazione dell’ultima vignetta (questo libricino ne ha quattro per tavola, No, no, no ne ha sei). Lodevole il
lettering elaborato da ProGlo.
Pur per motivi diversi, tutti e
tre questi libricini sono quantomeno interessanti e almeno nel caso di Diablotus decisamente piacevoli. A
costituire un ulteriore motivo di interesse dell’edizione italiana ci sono
degli approfondimenti curati rispettivamente da Andrea Fiamma, Tonio Troiani e Valerio
Stivè.
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