Albetto speciale fuori collana di
Don Camillo a Fumetti che, apprendo
dall’ultimo Fumo di China (che ospita
la stessa intervista al figlio di Guareschi riportata qui), è la versione
rimontata e ampliata di un precedente speciale. Il motivo dell’adattamento è
evidente dal formato: è stato scelto di “mimetizzare” la storia da tascabile di
Diabolik, con buoni e simpatici
risultati (il ritratto in quarta di copertina è dedicato a Peppone).
Il nucleo centrale del volumetto
è costituito dalle due parti del racconto di Guareschi che gli dà il titolo,
racchiuse da una cornice inedita realizzata, se ho capito bene, per l’occasione.
I riferimenti a Diabolik, sia come personaggio che come testata, sono
molteplici a testimonianza dell’interesse che Giovannino Guareschi nutriva per
il fumetto.
La vicenda comincia purtroppo in medias res e si inserisce nella
sottotrama della nipote yéyé che va a stare dallo zio prete (e io che pensavo
che se la fossero inventata apposta per il film con Terence Hill! – o era
quello con Gastone Moschin?), ma pur non essendoci nessuna presentazione dei
nuovi personaggi e delle circostanze che li hanno portati a questo punto, la
storia risulta comunque godibile. Stanca della clausura coatta, la
contestatrice Elisabetta detta Cat si mette a suonare le campane in piena notte
togliendo il sonno a tutto il Borgo. Improvvisatosi emulo di Diabolik, il
figlio di Peppone risolverà la situazione. Le loro vicissitudini ovviamente
continueranno nei futuri racconti, che vedremo quando la collana regolare cronologica
li raggiungerà, cioè immagino fra un bel po’ di anni visto che questi episodi
sono datati 1966.
Le riduzioni come al solito sono
di Davide Barzi, i disegni sono distribuiti tra Alberto Locatelli, Marco Villa
e Tommaso Arzeno (che cura la cornice) e sono ottimi come da consuetudine della
collana, la quale facendo incidentalmente da vivaio per giovani talenti è
costretta a un continuo lavoro di scouting per sostituire i disegnatori che
passano alla Bonelli. Il rimontaggio della versione precedente è abbastanza
indolore, ma quelle che adesso sono diventate vignette a doppia pagina (poche
per fortuna) sono fisiologicamente meno godibili in un albetto brossurato.
A integrare la parte a fumetti ci
sono alcuni redazionali e interviste ad Alberto Guareschi e ai tre disegnatori coinvolti.
Mi sa che era quello con Moschin e il sempre inguardabile Stander.
RispondiEliminaGrazie del chiarimento, i miei ricordi in merito sono un po' nebulosi.
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