lunedì 27 agosto 2018

Don Camillo a fumetti: Un "Notturno" che non fa dormire

Albetto speciale fuori collana di Don Camillo a Fumetti che, apprendo dall’ultimo Fumo di China (che ospita la stessa intervista al figlio di Guareschi riportata qui), è la versione rimontata e ampliata di un precedente speciale. Il motivo dell’adattamento è evidente dal formato: è stato scelto di “mimetizzare” la storia da tascabile di Diabolik, con buoni e simpatici risultati (il ritratto in quarta di copertina è dedicato a Peppone).
Il nucleo centrale del volumetto è costituito dalle due parti del racconto di Guareschi che gli dà il titolo, racchiuse da una cornice inedita realizzata, se ho capito bene, per l’occasione. I riferimenti a Diabolik, sia come personaggio che come testata, sono molteplici a testimonianza dell’interesse che Giovannino Guareschi nutriva per il fumetto.
La vicenda comincia purtroppo in medias res e si inserisce nella sottotrama della nipote yéyé che va a stare dallo zio prete (e io che pensavo che se la fossero inventata apposta per il film con Terence Hill! – o era quello con Gastone Moschin?), ma pur non essendoci nessuna presentazione dei nuovi personaggi e delle circostanze che li hanno portati a questo punto, la storia risulta comunque godibile. Stanca della clausura coatta, la contestatrice Elisabetta detta Cat si mette a suonare le campane in piena notte togliendo il sonno a tutto il Borgo. Improvvisatosi emulo di Diabolik, il figlio di Peppone risolverà la situazione. Le loro vicissitudini ovviamente continueranno nei futuri racconti, che vedremo quando la collana regolare cronologica li raggiungerà, cioè immagino fra un bel po’ di anni visto che questi episodi sono datati 1966.
Le riduzioni come al solito sono di Davide Barzi, i disegni sono distribuiti tra Alberto Locatelli, Marco Villa e Tommaso Arzeno (che cura la cornice) e sono ottimi come da consuetudine della collana, la quale facendo incidentalmente da vivaio per giovani talenti è costretta a un continuo lavoro di scouting per sostituire i disegnatori che passano alla Bonelli. Il rimontaggio della versione precedente è abbastanza indolore, ma quelle che adesso sono diventate vignette a doppia pagina (poche per fortuna) sono fisiologicamente meno godibili in un albetto brossurato.
A integrare la parte a fumetti ci sono alcuni redazionali e interviste ad Alberto Guareschi e ai tre disegnatori coinvolti.

2 commenti:

  1. Mi sa che era quello con Moschin e il sempre inguardabile Stander.

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    1. Grazie del chiarimento, i miei ricordi in merito sono un po' nebulosi.

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