Altro volume che finalmente mi è
arrivato dopo un’attesa spropositata.
Il giorno di Tarowean è il 1
novembre, il momento in cui il mondo dei morti incontra quello dei vivi, come
ci spiegano le dotte disquisizioni di Corto Maltese all’inizio. Nello
specifico, la storia prende l’avvio il 1 novembre 1912, un anno esatto prima
della Ballata del Mare Salato, di cui
è il prequel. Non tutti i dettagli collimano perfettamente con la storica
entrata in scena di Corto Maltese ma forse il Corto di Pratt a suo tempo avrà
voluto ingigantire e abbellire qualche dettaglio.
Corto Maltese e Rasputin sono
ingaggiati per far evadere un misterioso ragazzo da un carcere dismesso della
Tasmania. Si tratta di una macchinazione ordita dal Monaco, tra sottintesi e
divagazioni la vera natura di questa operazione la scopriremo solo più avanti
nella lettura. Come scopriremo che “il” Monaco era in origine un gruppo di più
persone. Cosa che forse gli estimatori più informati di me sull’opera di Pratt
sapevano già, ma che per me è stata una novità.
Comunque al di là dello sviluppo
della trama, che nelle quasi 80 pagine del fumetto si snoda in vari rivoli e
con risvolti diversi, è bello farsi trasportare dall’originalità delle
situazioni, dalla cura con cui sono state ricostruite le ambientazioni, dall’arguta
affabulazione dei personaggi – tra cui un Rasputin in grande spolvero.
Díaz Canales ha fatto suo lo
stile di Pratt fondendo quello della Ballata
con quello della maturità, riprendendone quindi le divagazioni colte, i
dialoghi brillanti e il ritmo piacevolmente fluttuante di una trama che sembra
non procedere verso nessuna direzione precisa (oltre alla comparsata di
personaggi storici, se ho ben capito). Ma questo lo sapevamo già.
Il Giorno di Tarowean è un gradino
sopra gli altri due episodi realizzati dai nuovi autori per il buon mix di
azione e riflessione, di umorismo e tensione, di magia (non molta a dire il
vero) e crudo realismo, e anche perché le varie sottotrame sono ragionate e
concluse degnamente, né manca qualche colpo di scena.
Buoni i disegni di Rubén
Pellejero, anche se la rinuncia al suo caratteristico stile morbido in favore
delle asperità prattiane e dei suoi tratteggi frettolosi mi fa sospettare di un
minore impegno (o una maggiore facilità d’esecuzione) da parte sua. Inoltre
come ricordato da Dominique Petitfaux in All’Ombra
di Corto le donne di Corto Maltese hanno poco seno mentre Pellejero le
disegna quasi sempre prosperose.
Unica nota stonata sono i colori,
realizzati dallo stesso Rubén con Sasa Pellejero: smaccatamente digitali, mal
si amalgamano con il resto. E poi a volte portano a una fastidiosa puntinatura
che contribuisce a peggiorare un esito di stampa già non ottimale.
Beh, Pratt non ha mai lasciato intendere che il Monaco fosse una "setta".
RispondiEliminaLa colorazione è davvero brutta e poco ispirata. Quando si colorava Dieter Lumpen, Pellejero ci metteva molta più passione.
Per rimediare ti segnalo, ma forse già lo saprai, che è uscito un integrale (La Nuova Rotta, sempre Lizard) che raggruppa le tre storie di Canales & Pellejero nello stesso formato, ma in bianco e nero. C'è anche un inedito, breve fumetto ad acquerello, e sono riproposti pure tutti gli extra che stavano negli album singoli.
Conosco il volume che citi ma mi sembrava un po' costosetto... Temo che in b/n Pellejero ci perda un po', anche se a confronto con questi colori...
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