lunedì 17 febbraio 2020

Corto Maltese: Il Giorno di Tarowean

Altro volume che finalmente mi è arrivato dopo un’attesa spropositata.
Il giorno di Tarowean è il 1 novembre, il momento in cui il mondo dei morti incontra quello dei vivi, come ci spiegano le dotte disquisizioni di Corto Maltese all’inizio. Nello specifico, la storia prende l’avvio il 1 novembre 1912, un anno esatto prima della Ballata del Mare Salato, di cui è il prequel. Non tutti i dettagli collimano perfettamente con la storica entrata in scena di Corto Maltese ma forse il Corto di Pratt a suo tempo avrà voluto ingigantire e abbellire qualche dettaglio.
Corto Maltese e Rasputin sono ingaggiati per far evadere un misterioso ragazzo da un carcere dismesso della Tasmania. Si tratta di una macchinazione ordita dal Monaco, tra sottintesi e divagazioni la vera natura di questa operazione la scopriremo solo più avanti nella lettura. Come scopriremo che “il” Monaco era in origine un gruppo di più persone. Cosa che forse gli estimatori più informati di me sull’opera di Pratt sapevano già, ma che per me è stata una novità.
Comunque al di là dello sviluppo della trama, che nelle quasi 80 pagine del fumetto si snoda in vari rivoli e con risvolti diversi, è bello farsi trasportare dall’originalità delle situazioni, dalla cura con cui sono state ricostruite le ambientazioni, dall’arguta affabulazione dei personaggi – tra cui un Rasputin in grande spolvero.
Díaz Canales ha fatto suo lo stile di Pratt fondendo quello della Ballata con quello della maturità, riprendendone quindi le divagazioni colte, i dialoghi brillanti e il ritmo piacevolmente fluttuante di una trama che sembra non procedere verso nessuna direzione precisa (oltre alla comparsata di personaggi storici, se ho ben capito). Ma questo lo sapevamo già. Il Giorno di Tarowean è un gradino sopra gli altri due episodi realizzati dai nuovi autori per il buon mix di azione e riflessione, di umorismo e tensione, di magia (non molta a dire il vero) e crudo realismo, e anche perché le varie sottotrame sono ragionate e concluse degnamente, né manca qualche colpo di scena.
Buoni i disegni di Rubén Pellejero, anche se la rinuncia al suo caratteristico stile morbido in favore delle asperità prattiane e dei suoi tratteggi frettolosi mi fa sospettare di un minore impegno (o una maggiore facilità d’esecuzione) da parte sua. Inoltre come ricordato da Dominique Petitfaux in All’Ombra di Corto le donne di Corto Maltese hanno poco seno mentre Pellejero le disegna quasi sempre prosperose.
Unica nota stonata sono i colori, realizzati dallo stesso Rubén con Sasa Pellejero: smaccatamente digitali, mal si amalgamano con il resto. E poi a volte portano a una fastidiosa puntinatura che contribuisce a peggiorare un esito di stampa già non ottimale.

2 commenti:

  1. Beh, Pratt non ha mai lasciato intendere che il Monaco fosse una "setta".

    La colorazione è davvero brutta e poco ispirata. Quando si colorava Dieter Lumpen, Pellejero ci metteva molta più passione.
    Per rimediare ti segnalo, ma forse già lo saprai, che è uscito un integrale (La Nuova Rotta, sempre Lizard) che raggruppa le tre storie di Canales & Pellejero nello stesso formato, ma in bianco e nero. C'è anche un inedito, breve fumetto ad acquerello, e sono riproposti pure tutti gli extra che stavano negli album singoli.

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    1. Conosco il volume che citi ma mi sembrava un po' costosetto... Temo che in b/n Pellejero ci perda un po', anche se a confronto con questi colori...

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