Forse c’è ancora speranza per il fumetto. Forse. Immagino che ci sia tanto computer in queste tavole di Lee Bermejo, ma che spettacolo. A Vicious Circle (alla Panini «Circolo Vizioso» suonava male?) comincia come una storia iperrealista ambientata negli anni ’50 nel profondo sud degli States scandalizzato dalle proposte di desegregazione. C’è però un elemento dissonante nella vita del nero Shawn Thacker: tiene imprigionato in cantina un tizio mascherato.
Come scopriremo, questo tale è parte integrante di un fenomeno per cui lui e Shawn si inseguono attraverso epoche diverse, che possono anche sfociare in universi alternativi; se ho ben capito, il fattore scatenante sono le uccisioni del mascherato: ogni morto ammazzato è un cambio di scenario.
Questo primo volume è solo l’antipasto e non viene ancora svelato tutto il retroscena, per il momento sappiamo che la multinazionale Kang Turing creò/creerà un qualche marchingegno distruttivo che Shawn avrebbe dovuto distruggere mentre l’altro, Ferris, aveva il compito di attivare. Comunque, davanti alle splendide tavole di Bermejo chi se ne fotte delle spiegazioni e della trama. La ricchezza di ambientazioni differenti, alcune lunghe il tempo di una sola striscia, offre a Bermejo la possibilità di scatenarsi in una pletora di virtuosismi con cui rappresentarle, non disdegnando di omaggiare ogni tanto correnti pittoriche o stili diversi.
Ma anche i testi di Mattson Tomlin non sono niente male. I dialoghi sono curati, il ritmo è incalzante e le varie imbeccate sulla vera natura della vicenda incuriosiscono e appassionano il lettore.
Spero di non dover aspettare troppo per vedere il seguito, che in patria risulta uscito un anno fa.
Se è una roba della Marvel, e se tratta di viaggi nel tempo, si può capire almeno al 50% il nome della multinazionale... ma "tenere imprigionato in cantina un tizio mascherato", fa pensare più a Pulp Fiction ...
RispondiEliminaCi ho pensato anche io ma l'editore è Boom! Studios. L'altra metà è un omaggio abbastanza palese, mi pare.
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