Altro che Wood e Olivera, questo Gilgamesh è tutta un’altra cosa! Sul numero 147 de L’Eternauta venne risposto a un lettore che chiedeva la pubblicazione di Polar Extreme che il volume sembrava «un tantino troppo forte» per la rivista, così come quando ne suggerii la pubblicazione a Mauro Paganelli mi rispose che era «in lettura» ma poi non se ne fece nulla. Eh, già, le indagini di Gilles Hamesh sono un po’ particolari. Poi in realtà ne vedemmo comunque qualcosina anche in Italia, cioè solo il primo episodio su Comic Art 145 (che quella volta si chiamava Comic Art & L’Eternauta ma ci siamo capiti), dove quel bacchettone di Traini fece censurare ulteriormente la versione già censurata che transitò su (A Suivre) 197, anche in quel caso unico episodio apparso sulla gloriosa rivista francese. D’altra parte in quegli anni, chiuso Corto Maltese della Rizzoli – Milano Libri, era la Comic Art a essere diventata un po’ la succursale italiana della Casterman.
Gilles Hamesh è un detective privato, ma non disdegna di arrotondare consegnando foto scandalistiche truculente ai giornali. Le sue indagini sono introdotte ogni tanto da brani dell’Epos di Gilgamesh che francamente non ho ben capito che attinenza abbiano con i singoli episodi. I casi di cui si occupa hanno spesso un retroscena soprannaturale o fantastico, con camice fantasma che vendicano i loro proprietari, crocifissi sodomizza tori mossi dalla magia, golem di sperma e mosche da compagnia. Ma sono gli elementi di contorno a caratterizzare maggiormente la serie. Cito alla rinfusa: prostitute con la sindrome di Down, cannibali squartatori ma raffinatissimi, formiche che mangiano genitali e seni dal didentro, la lotta per accaparrarsi gli intestini pieni di feci di un cadavere sventrato con gli esiti facilmente immaginabili. Forse il top viene raggiunto con gli ebrei ortodossi gestori di un pornoshop che vendono snuff movies a nazisti. Ma Jodorowsky è ecumenico nelle sue provocazioni e ridicolizza anche cattolici, musulmani e praticanti del vudù.
La volontà dello sceneggiatore era insomma principalmente quella di épater la bourgeoisie con coprofilia, stupri, liquami e violenze assortite ma è incredibile come sia riuscito a inventarsi sempre delle soluzioni perfettamente coerenti ai casi di Gilles Hamesh, costruendo delle trame plausibili (spesso con finale a sorpresa) ricorrendo magistralmente ai McGuffin giusti. Ah, l’arte dimenticata di scrivere storie brevi! Che poi a volte tanto brevi non sono, toccando e sforando le 20 pagine. E anche i dialoghi non sono niente male, una volta fatto il callo a questo universo così particolare. E ancora, lo stesso Jodorowsky sembra voler farsi gioco della sua stessa ostentata depravazione nell’ultimo divertentissimo episodio in cui uno spaesato Gilles Hamesh non riesce più a raccapezzarsi in un mondo in cui il vizio e la crudeltà sembrano spariti – per la cronaca, ammazzerà e poi piscerà sul cadavere dell’angelo responsabile della cosa, apostrofandolo con l’adeguata terminologia.
I disegni sono affidati a un fumettista che per non shockare la mamma preferì celarsi dietro uno pseudonimo. Pseudonimo che consiste semplicemente nell’aggiungere due lettere al suo vero cognome, che oltretutto sulla copertina di (A Suivre) era riportato correttamente! “Durandur” disegna molto bene, con uno stile molto corposo e modulato in cui fa capolino all’occorrenza anche un po’ di mezzatinta. Mi sembra che sia riuscito ad assecondare alla perfezione le fantasie di Jodorowsky producendo una fauna umana originalissima e variegata e soprattutto molto espressiva e dinamica. Purtroppo per meglio nascondere la sua identità (sì, come no…) a volte si è limitato ad abbozzare certi dettagli o a “dimenticarsi” di cancellare le matite, ma va bene anche così.
Alla sua prima uscita Polar Extreme fu un discreto fiasco per i canoni del fumetto franco-belga (ricordo che in un numero di BoDöi Jodorowsky si vantava di potersi permettere anche progetti come questo che vendevano solo 5.000 copie) e le ragioni vengono riassunte nella prefazione dello stesso sceneggiatore con il timore dei librai che preferivano non metterlo in vetrina per evitare guai. Raggiunto però un certo status di culto, ecco quindi che ne venne fatta questa riedizione nel 2003 che però a sua volta non credo abbia avuto riscontri molto favorevoli: evocando una sua teoria degli opposti, Jodorowsky promise infatti che in caso di successo avrebbe realizzato un fumetto con Padre Pio detective, che disgraziatamente non mi risulta essere mai uscito.
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