Tutti ce l’hanno con Linette: il suo cagnolino le fa un dispetto e i grandi non vogliono che mangi anche lei quelle salsicce che sembrano così gustose. Se nel primo caso l’animale ci mette un po’ di malizia, il divieto degli adulti è a ragion veduta come si accorgerà la bambina quando ne assaggerà una di straforo: le salsicce sono piccantissime. Il che offre a Linette l’idea per una rappresaglia contro il cagnetto, che si vede offerta una salsiccia che lo fa letteralmente sputare fuoco. Da quel momento si trasfigura in un drago (ma sempre col suo musetto) che Linette affronta nelle classiche situazioni fantasy: ben vengano quindi anche gli elementi di contorno del giardino per alimentare l’immaginazione della bambina. Riappacificazione finale con il proverbiale terzo che gode a gustarsi l’insaccato.
Il Drago Salsiccia è un fumetto jeunesse godibile anche dagli adulti per la sua sfrenata fantasia e l’originalità di alcune reinterpretazioni di topoi classici. Essendo muto si basa su una comicità slapstick travolgente. Il disegnatore Jean-Philippe Peyraud disegna però in maniera sintetica e stilizzata e forse si arriva al finale della storia ideata da Catherine Romat un po’ troppo presto, senza nemmeno avvertire l’urgenza di riguardare le tavole per coglierne i dettagli. E probabilmente non è una bella sensazione considerando che per 14 euro il volume contempla 32 pagine – ma non sono io il pubblico di riferimento e come regalo per un bambino è ottimo.
Ovviamente anche questo è stato un acquisto-cuscinetto in attesa che arrivi qualcosa che avevo ordinato.
Ti rendi conto, sì, che un qualsiasi freudiano troverà in questa tua recensione tanti di quei "doppi sensi" da far impallidire pure il Rokko Smitherson di Guzzanti...
RispondiEliminaOh, beh, un freudiano trova doppi sensi dovunque.
EliminaNon mi ricordo Rokko Smitherson prono ai doppi sensi... era il regista "de paura", giusto?
Sì, spesso usava questa frase "... Doppi sensi!". Se non ricordo male.
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