Il fastidio per la mancata pubblicazione in Italia di questa breve serie di uno dei miei disegnatori preferiti si è sempre accompagnata alla curiosità di saperne il motivo. Era troppo spinta? Trattava argomenti blasfemi? Ridicolizzava temi intoccabili per gli italiani? Era troppo difficile da capire? Macché, niente di tutto ciò.
La storia rappresenta al meglio lo stile di Makyo, almeno per quel poco che lo conosco io. Come nel caso della Balade au Bout du Monde, del Ciclo dei Due Orizzonti e de La Porte aux Ciel si carbura lentamente e leggendo le prime pagine viene da chiedersi dove diavolo voglia andare a parare e se ci sia effettivamente una trama sotto quell’accumulo di situazioni e sequenze apparentemente scollegate. Ma è solo un’astuta strategia per presentare i personaggi e l’ambientazione e forse per giocare un po’ a disorientare il lettore. Il riassunto della trama non rende quindi giustizia alla stratificazione di suggestioni che il fumetto offre, ma lo azzardo comunque.
Lumière Froide non si limita ad affascinare il lettore col suo romanticismo, il sense of wonder, i rari tocchi di erotismo, il richiamo all’amicizia e un po’ di commedia, ma è anche un solido thriller con un uso magistrale dei McGuffin. Non penso sia malizioso pensare che Makyo abbia cambiato certe cose in corsa aggiungendo certi dettagli per giustificare meglio alcuni aspetti della vicenda, ma l’importante è che alla fine tout se tient e lo fa alla perfezione. E non scordiamoci che la serie è nel formato classico di sole 46 tavole a volume, veramente ricchissime di azione e trovate originali senza mai risultare affrettate. Ma purtroppo, nonostante quanto scritto sino al secondo volume, questo «premier cycle» nei fatti è rimasto l’unico e Les Aventures de Lou Chrisoée sono finite qui.
In ultima analisi, l’unico motivo per cui Lumière Froide è inedito in Italia e lo sarà probabilmente per sempre è che è un fumetto troppo bello per il nostro mercato.
Annotazione finale: incuriosito da Makyo ho approfondito un po’ la sua storia scoprendo che la Balade au Bout du Monde (che in Italia abbiamo visto su Skorpio) non fu un fumetto di nicchia come pensavo io, ma uno dei più grandi successi della BéDé degli anni ’80! E continuando a informarmi ho scoperto che il disegnatore Vicomte è morto nel 2020. A proposito di cose troppo belle per l’Italia.
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