Gli scavi archeologici nel fumetto italiano di Allagalla stavolta riportano alla luce una serie durata solo quattro episodi, misconosciuta sia per la rivista effimera in cui comparve (SuperGulp!) che per la sua scarsa rappresentatività nel curriculum dei due illustri autori.
Probabilmente seguendo le suggestioni di film o telefilm coevi, cioè degli ultimi anni ’70, Steve Vandam ha per protagonista un tenente di polizia newyorkese cinico e disincantato. Come giustamente sottolineato nell’introduzione, la mancanza dell’ironia tipica di Sclavi (una mancanza programmatica, comunque) porta a un prodotto poco identificabile col lavoro del creatore di Dylan Dog. Le storie sono sicuramente un ottimo esempio dell’abilità di intessere trame compiute riempiendo 10 o 11 tavole di azione, false piste, un pizzico di denuncia sociale e personaggi originali fino alla risoluzione finale che spesso è un riuscitissimo twist ending, ma per quanto padroneggi il genere da Sclavi ci si aspetta qualcosa di un po’ diverso. È probabile che i titoli dei singoli episodi siano delle citazioni (Il Grande Freddo e Un Caso di Coscienza quasi sicuramente) ma la “sclavità” termina qui.
È invece difficile concordare con le lodi che l’introduzione riserva ad Alessandrini, che qui non mi pare decisamente al top. La stoffa si intravede, ma il confronto con altre sue prove anche di poco precedenti non regge, forse ha pagato pegno al formato più piccolo su cui lavorò, anche se le automobili erano lo stesso la sua bestia nera.
La qualità di stampa non è affatto male considerando che è stata fatta a partire dalle scansioni delle vecchie copie di SuperGulp!. Oltretutto il mantenimento dei colori dell’epoca mostra quanto la psichedelia fosse ancora diffusa e anche come non sia sempre scontato ricordarsi che un personaggio ha i baffi (che oltretutto, quando il colorista se ne avvedeva, potevano cambiare colore di episodio in episodio).
Come detto sopra, è evidente che le tavole fossero state pensate per un formato più piccolo, immagino il classico 17x24: inevitabilmente ai margini compaiono degli spazi bianchi piuttosto ampi ma Allagalla ha fatto bene a non ingrandire ulteriormente le tavole di Alessandrini che probabilmente ne sarebbero risultate penalizzate. Nel complesso parliamo di 20 euro per un totale di 42 pagine a fumetti (certo, in un volume cartonato di gran formato e su carta patinata): ognuno valuti se il suo interesse per le “chicche” dimenticate e/o la sua passione per almeno uno dei due autori giustifichi l’esborso.
Dal canto mio, più che il fumetto in sé (comunque apprezzabile) ho gradito l’introduzione di Roberto Guarino e Matteo Pollone, che ricostruisce la storia della trasmissione e della rivista SuperGulp! e più in generale quella del fumetto per ragazzi dell’epoca non lesinando sugli aneddoti. Ospita anche una tavola del quinto episodio di Steve Vandam rimasto incompiuto e quindi inedito.
In appendice le schede biografiche degli autori curate da Luciano Marcianò.
Effettivamente con Alessandrini spesso è difficile accorgersi se un personaggio ha i baffi.
RispondiEliminaI volumi di Allagalla sono sempre overpriced.
Ho sentito dire in giro che il nuovo Dago è fatto con l'intelligenza artificiale, sarà vero?
Di computer alcuni disegnatori ne usano: Orer, Berti, Tejada, forse Mercogliano, ma credo ci vorrà un bel po' prima che la sola IA produca risultati soddisfacenti.
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