Da bambino non ho visto molti episodi del cartone animato, probabilmente lo trasmettevano su qualche rete o in un orario a me preclusi (o magari su altri canali facevano cose più interessanti), ma qualcosa vagamente ricordo. Lo status di cult che ha assunto nel tempo mi ha fatto avvicinare a questa versione a fumetti.
La storia è presto detta: i sei ragazzini trasportati nel mondo magico di Dungeons & Dragons vengono invocati nella dimora di Phaelona, una maga selvaggia (nel senso dato dal Tome of Magic) di Waterdeep che non può abbandonare il monastero in cui è confinata magicamente. Visti i suoi poteri, le chiedono di aprire l’ennesimo portale ma due dei protagonisti, il cavaliere e l’acrobata (evidentemente il cartone era stato fatto dopo l’uscita dell’Unhearted Arcana), si trovano in un dungeon dove rinvengono la vera maga che è stata spodestata da una sua imitatrice, che adesso controlla i loro quattro compagni. Dopo un pistolotto sull’importanza dell’amicizia e un sommario test per capire quale sia la vera Phaelona avviene lo scontro con il cattivo e tutto si sistemerebbe per il meglio se non fosse che il fumetto vuole rendere omaggio alla ciclicità della serie televisiva e quindi non si torna ancora a casa.
I disegni sono veramente brutti, di un caricaturale geometrico che forse si ispira all’estetica di Cartoon Network ma finisce per risultare sgraziato e poco leggibile. Inoltre George Kambadais non aveva neanche tanta voglia di lavorare e ha fatto spesso ricorso a silhouette o, peggio ancora, ha solo abbozzato sfondi e ambienti: quello da cui emergono Bobby e l’unicorno dovrebbe essere un enorme mucchio di oggetti magici, invece pare che abbiano sfondato il pavimento.
Tra scontri, spiegazioni affrettate e battute che non fanno ridere si arriva al finale in tempo record. E pensare che ci sono voluti due sceneggiatori, David M. Booher e Sam Maggs, per imbastire questa sciocchezzuola che oltre a far leva sulla nostalgia della serie televisiva serve evidentemente da spot pubblicitario per l’ambientazione dei Forgotten Realms. Non mi capacito altrimenti perché si svolga proprio lì: il cartone non poteva essere ambientato nei Reami perché manco esistevano prima del 1989. Sì, nella testa e nei racconti giovanili di Ed Greenwood esistevano, così come nei suoi primi embrionali articoli su Dragon, ma il mondo di campagna in quanto tale venne ufficializzato solo a cavallo tra prima e seconda edizione di Advanced Dungeons & Dragons.
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