Ed eccoci arrivati al gran finale. Il gruppetto di Lino ha raggiunto Kenac per avvisare gli abitanti del pericolo incombente, ma i nativi sono restii a fermare il loro esodo poiché prestando fede alla sua natura l’isola sommergibile sta nuovamente per inabissarsi. Cambieranno idea messi davanti all’evidenza dell’esercito dell’arcinemico che sta invadendo la loro patria. A tal proposito, Arispe si è inventato un villain veramente originale, sfruttando oltretutto la sua natura (e quella dei suoi seguaci) per consentire agli eroi di distruggere gli invasori senza le remore che ciò avrebbe potuto generare in un fumetto per ragazzi se fossero stati del tutto “vivi”.
La maniscalca Sigfrida con il suo martello magico Giambattista si rivela fondamentale nella resistenza ma nemmeno lei riesce a intaccare il capo dei nemici. Per fortuna anche Aurelia & co. arrivano sul posto a dare man forte agli assediati grazie al supporto risolutivo di un personaggio che aveva fatto appena capolino nell’episodio precedente a dimostrazione di come l’autore abbia congegnato con cura la sua breve saga (tra l’altro, la ricomparsa del mago vestito di blu offre l’occasione di dare la giusta prospettiva alla scena con cui si era aperto il primo volume).
L’Ombra delle Pietre diventa così la cronaca di questa lunga battaglia finale: la godibilità del fumetto non ne risente perché Arispe inanella un sacco di sequenze appassionanti e originali. Quando poi arriva il momento supremo dell’inabissamento ci pensa un geniale McGuffin pilotato dal capitano Jolie Rouge (a sua volta calembour geniale) a risolvere la situazione.
Nel complesso Il Viaggio della Madreperla è stata una lettura piacevolissima in cui l’autore ha coniugato sapientemente azione e umorismo, dimostrando anche quanto avesse pianificato con cura ogni dettaglio.
Alla soddisfazione di aver trovato questo gioiellino di matrice franco-belga si accompagna l’amara constatazione che se oggi in Italia vogliamo leggere della BéDé di qualità (ma anche non di qualità) dobbiamo pescare nel catalogo di editori ben diversi da quelli propriamente di fumetti che la pubblicavano fino a qualche anno fa.
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