Avrebbe potuto essere un’occasione per celebrare e ammirare l’arte di Juan Zanotto. Invece…
Già il primo impatto è infelice: non è stata usata carta patinata, quindi non solo gli splendidi colori di Zanotto risultano smorti ma l’insieme risulta dimesso (se non povero) e fragile.
A questo si aggiunge la scarsa qualità delle riproduzioni. È evidente che non è stato possibile partire dagli originali: la pecetta con cui si segnala la «fine» de La Sacra Reliquia è la stessa identica impiegata dall’Eura nella raccolta dei Supermasters, e ne Il Cacciatore è rimasta l’indicazione «© E. P. C. 1983» che scrisse a mano su L’Eternauta Alvaro Zerboni o chi per lui. La parte a colori del volume è paradossalmente quella meno danneggiata (non vuol dire che non lo sia: certe pennellate sono sparite del tutto) perché il certosino lavoro di tratteggio di Zanotto nelle storie in bianco e nero risulta impastato e smangiucchiato. La cosa dovrebbe risultare evidente anche con le mie scarse doti di fotografo:
Ancor peggio è capitato alla storia Tormenta, che mi sembra fosse stata disegnata ricorrendo almeno parzialmente a una qualche forma di mezzatinta.
Ciliegina sulla torta, forse solo una mia falsa memoria, mi sembrava che il prezzo annunciato del volume fosse di 19,90 euro e non 22. Ma potrei ricordare male io, e comunque non sarebbe di certo il problema più grave. Neanche lontanamente.
Sulle singole storie è inutile se non dannoso soffermarsi: si tratta di racconti brevi e autoconclusivi (a volte esauriti in appena due o tre tavole) basati sul colpo di scena finale, quindi rivelarne troppo vorrebbe dire rovinare la lettura. In generale, e come riportato nel sottotitolo, sono storie di fantascienza scritte da Emilio Balcarce o dallo stesso Zanotto, talvolta con un guizzo ironico in quelle più brevi a colori o con toni drammatici ispirati a suggestioni cinematografiche in quelle più lunghe in bianco e nero. Tra le prime sono rimasto stupito nel non aver visto Garabatos/Scarabocchi, ma in effetti quella variazione sul tema l’aveva scritta Mandrini. Ho notato che La Sacra Reliquia è stata totalmente riscritta, probabilmente dallo stesso Balcarce che forse avrà pensato che, a differenza del pubblico moderno più sgamato, quello di quarant’anni fa non fosse ancora abbastanza abituato a certe suggestioni fantascientifiche da intuire sin da subito chi potesse essere la misteriosa “donna” che sarà rivelata alla fine. Probabilmente per lo stesso motivo, cioè per non anticipare troppo, Contratrampa è stata ribattezzata Ostile.
La parte in bianco e nero è quella che ho gradito di più, visto che delle tre storie di Balcarce non ne avevo letta nessuna – o almeno non lo ricordavo. Originali e a volte crude (le «suggestioni cinematografiche» cui accennavo sopra sono degli evidenti rimandi ad Alien), costituiscono delle parabole tragiche in cui affiorano l’inutilità di un tentativo di redenzione o la superiorità degli elementi naturali sulle tecnologie dei colonizzatori più evoluti dei colonizzati.
Dopo un brevissimo e fulminante flash antimilitarista scritto da Zanotto (quello sì che lo ricordavo) viene ristampato il fumetto omaggio a Hector G. Oesterheld scritto da Bepi Vigna per il volume/catalogo Donde Está Oesterheld? edito da Lo Scarabeo. Gli esiti di stampa sono però quelli che ho mostrato sopra – e oltre a qualche variazione nel testo c’è pure un errore nel lettering ma vabbé.
Alla fine più che ammirare la grandezza di Zanotto la si può solo intuire viste le scelte e le limitazioni cartotecniche di questo Ipernova, di cui la parte migliore è l’introduzione commovente e ricca di aneddoti dello stesso Balcarce (se il volume si intitola così c’è un motivo preciso). Dopotutto un testo scritto non necessita di carta patinata e stampa ineccepibile per essere goduto.
Forse sono ingenuo, ma anche dopo l’acquisizione da parte di un’altra casa editrice mi aspetto il consueto livello nel confezionare i volumi da parte di Alessandro Editore. Tremo al pensiero di come sarà Centaurus, altro volume ordinato di recente.
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