venerdì 23 maggio 2025

Batman: Stirpe Condannata

Sette anni dopo una serie di efferati omicidi ne inizia un’altra, mentre Bruce Wayne non fa più quegli incubi spaventosi che pensa gli servissero a confinare il suo istinto violento nell’innocuo mondo dei sogni. Per entrambi i problemi ricorre all’aiuto di una ragazzina preveggente, figlia adottiva di un medico che “curava” con metodi non ortodossi. C’è un meccanismo esoterico in atto: qualcuno compie un rituale omicida basandosi sui cinque punti-chiave del simbolo della croce e ne ricava così poteri con cui continuare a perpetrare i suoi omicidi. Storicamente, ammesso che i racconti siano veri, il fenomeno è stato accompagnato da eventi nefasti visto che ogni omicidio apre un po’ di più le porte dell’inferno. E infatti dopo i primi tre casi a Gotham cominciano ad aggirarsi creature demoniache.

La trama si snoda rapida e lineare, eccezion fatta per una falsa pista e soprattutto per un inserto diaristico che rallenta in maniera drastica il ritmo. La rivelazione sull’identità dell’assassino mi è sembrata ben congegnata e il contesto sovrannaturale intriso di misticismo è piuttosto originale per Batman, almeno per come lo conosco io. Può darsi che Stirpe Condannata si legga troppo in fretta, fatto salvo l’inserto di cui sopra, ma ovviamente lo scopo principale della sua esistenza sono i dipinti di George Pratt. In un altro contesto li avrei trovati inadatti, se non proprio “sbagliati”: Batman e Bruce Wayne cambiano fisionomia di vignetta in vignetta, certi dettagli sono poco più che sketch a cui è stata messa una pezza coi colori e ogni tanto Pratt ha pasticciato troppo con le tempere (o gli acrilici o quello che sono). In questo contesto però queste scelte, che siano dettate da fretta, pigrizia o ponderazione, sono funzionali a evocare l’orrore nascosto di molte sequenze e le derive deliranti di Bruce Wayne.

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