martedì 8 marzo 2011

intervista ad Angel Lito Fernandez

Angel Alberto Fernandez è stato uno dei pilastri dell’Eura, e oggi dell’Aurea. Praticamente ha accompagnato da sempre e costantemente i lettori di Lanciostory e Skorpio, uscendo addirittura dai confini dei settimanali per realizzare degli albi bonelliani (Leo Morgan su Formula 4 e soprattutto il bimestrale Martin Hel).
Suoi sono i disegni di due serie fondamentali dei primissimi anni dei settimanali: Larry Mannino – Distretto 56 (scritto da Ray Collins) e Calico Jack (testi di Carlos Albiac). In realtà il protagonista della prima serie in origine si chiamava Zero Galvàn e il vero titolo della seconda serie era A travès de Oceania ma all’epoca l’Eura non si faceva tanti problemi ad “adattare” i fumetti...
La presenza di Angel “Lito” Fernandez sui settimanali è stata ininterrotta sino a oggi. Finito Larry Mannino, ad esempio, su Lanciostory c’era già John Smith a prenderne il posto e ad accompagnare i lettori per diversi anni (pur con una lunga pausa) fino al 1989.
Skorpio non fu da meno e oltre a Calico Jack presentò Bull Rockett, Samoa Kent, Gala, Grace Henrichsen, Mafia a luci rosse...
Fernandez ha lavorato praticamente con tutti gli sceneggiatori argentini (anche se le sue collaborazioni con Wood e Collins sono sicuramente le più famose) e a cavallo degli anni ’80 e ’90 ha prestato la sua arte anche a due sceneggiatori che all’epoca erano poco più che esordienti, Mazzitelli e Slavich, con cui ha prodotto molte altre serie e miniserie di alto livello. Citando alla rinfusa: Browning & Cooper, Cannon, La morte non fa trucchi, Eredità di sangue, Videoman, L’Attore.
E accanto a tutta questa produzione seriale e continuativa va ricordata anche la sterminata produzione di “liberi”, storie autoconclusive senza protagonisti fissi. Tra i tanti, merita la segnalazione almeno Loco Jones, 10 anni dopo scritto da Carlos Trillo[1].
Ma dal 1992 in poi il suo nome è legato indissolubilmente a uno dei personaggi-simbolo dell’Eura, e tra i suoi maggiori successi: Martin Hel.
Ben lungi dall’essere assorbito completamente da Martin Hel nonostante la mole di tavole che deve produrre (12 pagine settimanali a cui si aggiungeranno 96 pagine bimestrali nel 1995), Fernandez continua a produrre molto altro materiale, come ad esempio la serie True Crimes scritta da Cinzia Tani.
Chiaramente la produzione di tanto materiale e di qualità tanto alta non è possibile per un uomo solo e Lito Fernandez è celebre per essere stato il maestro di moltissimi disegnatori che oggi sono validi professionisti e che agli esordi hanno fatto da assistenti proprio per lui.
Nonostante sia stato una delle figure più rilevanti dell’Eura (e continui ad esserlo tutt’oggi per l’Aurea) solo recentemente su Lanciostory gli è stata dedicata una serie di puntate della rubrica Nuvolette.
Benché legato quasi esclusivamente all’Eura, in Italia abbiamo visto opere di Fernandez anche per Comic Art e più recentemente presso Sergio Bonelli Editore, per cui dopo il numero 17 di Demian ha avuto l’onore di essere scelto per disegnare un Texone.
Tra le altre cose, Fernandez ha realizzato su testi di Robin Wood uno dei volumi celebrativi per le Colombiadi, di cui in Italia al momento si è visto solo quello scritto da Zentner e disegnato da Mattotti.


Le notizie che abbiamo su di Lei in Italia sono piuttosto frammentarie e vengono ripetute identiche da tutte le fonti: sappiamo solo che è nato nel 1941, che disegnò classici argentini come Misterix, che ha lavorato anche per l’Inghilterra e che ha frequentato la Escuela Panamericana de Arte seguendo i corsi di Alberto Breccia e Angel Borisoff. E nel volume Speciale Eura uscito per Lucca Fumetto nel 1994 Robin Wood ha detto che Lei ha 9 figli. Tutto qua. Cos’altro può dirci di sè?


Todo lo dicho es correcto, seguramente, mi familia ha sido la fuente de inspiración de mi gran producción. Tengo 5 hijos de mi primer matrimonio y 4 del segundo. La familia se sigue agrandando ya que próximamente nacera mi nieto número 14.

Il disegnatore Pablo Fayó ha detto «È normale sentire dire ai vecchi disegnatori che a loro non piace il fumetto. Lavorano nel fumetto, amano la grafica e la pittura ma non leggono i fumetti»[2]. Io invece credo che Lei ami veramente il fumetto, come testimoniano i Suoi studi e il fatto che abbia ripreso diversi fumetti altrui. Mi sbaglio o effettivamente è così? Mi ricordo di avere letto da qualche parte che Lei possiede anche un disegno originale di Moebius con dedica.

Amo profundamente la historieta desde el momento en que por equivocación (y no por vocación) entré al aula en la que daba clase el maestro Alberto Breccia. Pablo Fayó dice que no leemos historieta, algo de cierto hay, me encanta “leer” gráficamente las historietas, es decir qué me cuenta el dibujante, cuál es su narrativa y qué tan acertada es la simbiosis entre el guionista y su intérprete gráfico. En cuanto al dibujo de Moebius, desde que vino a Argentina y oficié de su chofer y ocasional confidente, allá por los ’70, decora mi estudio.

Una delle poche cose che sappiamo di Lei è che ha lavorato anche per il Daily Mirror: che tipo di lavoro ha svolto? Caricature, illustrazioni o veri e propri fumetti?

Realicé una historieta de guerra, semanal, fue en la década del ’60.

Qual è stato il Suo primo lavoro professionale in Argentina?

Esa es una historia digna de una historieta. Fue guionada por mí y era de aventura, tipo Jim de la selva. Salió publicada en “Día D” y la fui haciendo mientras estudiaba con Breccia, el editor Donadio fue a buscar nuevos valores a la Panamericana (la escuela emblemática, donde se enseñaba historieta con los popes de ese momento: Ugo Pratt, Arturo del Castillo, etc.) Los alumnos mostramos nuestros trabajos y fui seleccionado, nunca cobré. Lo trágico es que poco después, Donadio fue envenenado por su esposa, cosa que muchos dibujantes fantasearon hacer ya que el susodicho solía “olvidarse” de pagar a sus colaboradores.

Nel primo numero dello Skorpio argentino (1974) compare il primo episodio di Precinto 56, remake di un fumetto che Ray Collins scrisse per Misterix e che dal 1963 disegnò José Muñoz [3]: fu un’idea di Collins riprendere quella serie o l’idea fu dell’editore?

A decir  verdad, no lo sé, cuando yo llegué ya estaba todo resuelto.

Precinto 56 è una serie che mi ha sempre affascinato. Ho notato che con il procedere degli episodi le fattezze del protagonista cambiavano, inizialmente aveva dei baffi sottili vagamente alla Clark Gable e alla fine aveva un aspetto quasi animalesco, più somigliante a Charles Bronson. È stato un fenomeno involontario oppure ha voluto sottolineare con i disegni il trascorrere del tempo, l’inasprirsi della violenza nel mondo, o l’incupirsi della situazione politica nell’Argentina dell’epoca?
evoluzione dell'aspetto di Zero Galvan/Larry Mannino

Quiero resaltar la agudeza de tu análisis tan certero. Quería buscar una tipología muy masculina, y consultando con mi mujer, ella me sugirió a Clark Gable, galán descubierto por ella durante su adolescencia; lo curioso es que luego su preferencia se inclinó hacia Charles Bronson y siguiendo la evolución de sus gustos, Larry Mannino también cambió. Sin duda que la situación política ha tenido y tiene una gran influencia en la producción creativa de cada tiempo, más allá de lo anecdótico del caso, la violencia tan crudamente expuesta entonces, se manifestaba gráficamente funcionando como una catarsis. 

Sempre a proposito di Larry Mannino: nel numero 38 della rivista italiana L’Eternauta vennero messe a confronto due versioni diverse di una tavola di Precinto 56, una disegnata da Martinez e l’altra ovviamente disegnata da Lei. È normale che prima di partire con la produzione di un fumetto seriale ci sia più di un disegnatore che fa le prove per vedere chi è più adatto, ma questa circostanza è un po’ strana perchè la tavola in oggetto fa parte di quello che in Italia è il 7° capitolo, quindi già avanti nella serie. Forse la serie sarebbe dovuta passare a Martinez?

Ignoro este episodio, lo que te puedo decir es que Martínez es el dibujante argentino Chiche Medrano, ya fallecido y quien jamás me mencionó nada al respecto.

Da chi partì l’idea di riprendere Bull Rockett? Fu un’idea Sua o della Record? Su Skorpio 9 del 1978 si parlò di un Suo «amico scrittore» che Le aveva fornito il soggetto[4].

La idea fue de Record, y sin duda que la referencia era a Héctor Germán Oesterheld; cuyo domicilio era desconocido.

L’attribuzione dei testi di Bull Rockett mi pare sia un po’ problematica, di certo gli ultimi episodi li scrisse Barreiro. I primi episodi furono scritti da Oesterheld?

Efectivamente así fue. Osterheld fue desaparecido junto a sus hijas por la Junta Militar de Gobierno. Suelo hablar con Elsa Sánchez, su viuda, quien está recibiendo merecidos y tardíos reconocimientos.

Il Suo stile mi ricorda molto quello di Frank Robbins, però forse è solo un caso perchè nei primi episodi di Dennis Martin (quelli che ho potuto vedere io, almeno)[5] mi pare ci sia più uno stile caricaturale, al massimo un tocco di Milton Caniff se proprio vogliamo trovare dei riferimenti.
L’influenza di Frank Robbins c’è effettivamente stata oppure si tratta di un caso?

Frank Robbins es mi primera influencia. Mi padre tenía un reparto de diarios y uno de sus clientes era Ramón Columba, dueño de la legendaria editorial. Me contacté con él a los 14 años, mi padre fue el puente. Muy generosamente, don Ramón me aconsejó mirar a Frank Robbins. Hice mis primeras experiencias amalgamando, un par de años después, lo aprendido en la escuela Panamericana con las historietas que editaba Columba y que yo tenía a mano por el trabajo de mi padre.

Secondo me il Suo stile ha anche delle componenti umoristiche, e in effetti molte storie che abbiamo visto anche in Italia hanno un lato grottesco (Fog, Undermédanos) o comunque ironico (Browning & Cooper, La Torre dei Miracoli, ecc.) – Lei ha anche prodotto opere propriamente umoristiche, come hanno fatto ad esempio Enrique Breccia e Domingo Mandrafina?

Como en la vida, el humor se cuela en mi trabajo, será por esto que me divierte tanto dibujar.

Come è stato il Suo rapporto con Columba? Non ci furono problemi quando, con la nascita di Skorpio nel 1974, molti disegnatori passavano da un editore all’altro oppure lavoravano contemporeaneamente per entrambi?

Si bien hubo al principio algunos conflictos, fueron superados posteriormente, la responsabilidad de una familia numerosa me ha orientado a  limar asperezas y a “encontrarle la vuelta” a mi trabajo. Los  historietistas tenemos altos y bajos, y es difícil encontrar quien tenga su situación económica resuelta, los mercados, que ya  eran fluctuantes,  se fueron tornando cada vez más difíciles.

In Italia Le è stata attribuita anche la paternità dei testi di alcuni fumetti, sempre disegnati da Lei: ad esempio Samoa Kent, che però dovrebbe essere stato scritto da Roger King. Queste omissioni erano abbastanza normali per l’Eura ma anche Comic Art pubblicando la storia Una probabilità su mille (su L’Eternauta 134) ha indicato Lei come unico autore: Lei ha quindi anche scritto occasionalmente fumetti oltre a disegnarli?

No tenía conocimiento de esto, y voy a ser muy categórico al respecto,  no soy guionista ni nunca lo he sido, salvo la primera y trágica historieta antes mencionada. En muchos casos, nos hemos sentado con los guionistas a soñar personajes e historias, sobretodo con Carlos Albiac, pero de ningún modo, he escrito esos guiones.

Oltre al lavoro per le due più importanti realtà editoriali argentine, Columba e Record, Lei ha anche collaborato con le Ediciones de la Urraca su Fierro: cosa può dirci di questa esperienza?

Recuerdo “Los de arriba y los de abajo”, “El declive sordo” con guión de Carlos Trillo. También se publicaron 2 capítulos salteados de una saga de Carlos Gardel, de esta historia tengo 8 capítulos inéditos.

Dopo anni di letture di Lanciostory e Skorpio mi sembra di capire che Lei abbia instaurato un rapporto privilegiato con Ray Collins, con cui tra le altre cose avete realizzato anche le divertenti storie del cosacco Juan[6]. C’è effettivamente una sintonia particolare?

Por lo menos en mi caso, han sido siempre las editoriales quienes me han provisto de los guiones y por ende, así surge la comunicación con los guionistas.

Lei è famoso per essere a capo di uno studio che realizza molti fumetti, e da cui sono usciti tantissimi professionisti (Carlos Gomez, Alfredo Falugi, ecc.). In che anni ha cominciato a utilizzare questo metodo di lavoro? È una cosa che risale già ai tempi di Dennis Martin o è successiva?

Son muchos años y muchos profesionales, me parece mentira, haciendo cálculos ¡son como algo más de 40 años! Si de algo puedo jactarme es de haber tomado los “lápices” recibidos, cada uno con su estilo, y profesionalizarlos con mi pasado a tinta; ha sido un interesante método, ya que cada joven  co-equiper  pudo explorarse a sí mismo y llevarse un poco de mi experiencia. A veces me traían bocetos que servían para sistematizar normativas sobre la historieta, y a pesar de que cada uno luego siguiese su propio camino, creo que han sido verdaderas clases sobre el tema.

Il lavoro “in equipo” ha sempre caratterizzato la storia del fumetto e ancora oggi tantissimi esordienti si fanno le ossa collaborando con il professionista affermato. Ci sono però molti modi diversi di intendere questo processo: ad esempio, Hugo Pratt lasciava in bianco le parti vuote delle strisce e le passava a Fuga o Vianello per riempirle secondo i suoi ordini, Manara invece curava le chine dei disegni fatti da Bacilieri, Tibet faceva avere ai collaboratori le tavole quasi interamente bianche che loro dovevano riempire con gli sfondi e Will Eisner aveva un metodo quasi da catena di montaggio con gli apprendisti alla fine del processo che sgommavano le matite.
Come avviene la realizzazione dei vari fumetti su cui lavora? C’è un rapporto molto stretto tra Lei e i Suoi collaboratori o le varie fasi della realizzazione sono distinte e ognuno le segue per conto proprio?

Algo dije en la pregunta anterior, creo que mi producción se parece más a la de Will Eisner. El que hace el lápiz tiene toda la libertad de interpretar el guión como le parezca, cuando trae el material los superviso y doy los lineamientos para el próximo capítulo, muchas veces rehago cuadros. La segunda parte es el pasado a tinta de la escenografía, concluida la cual paso los personajes y retoco los fondos. En una última instancia, el ayudante más novel  hace los recuadros, borra el lápiz, corrige los bordes con blanco, etc. y si es necesario pasa al colorista.

Come è avvenuta la nascita di Martin Hel? È stato il primo lavoro realizzato direttamente per l’Eura?

Sì, luego fue publicado en capítulos en ed. Columba hasta que cerró.

Le sceneggiature di Wood sono molto dettagliate? Immagino che dopo quarant’anni di lavoro insieme non ci siano problemi a comprendervi subito.

Lo extraordinario de Robin es la libertad de acción que me brindó, esa confianza saca del otro lo mejor, la excesiva minuciosidad bloquea la imaginación y la apropiación de la historieta por parte del dibujante. Luego de Oesterheld, Robin es uno de los mejores guionistas, tiene ese plus inexplicable del duende.

Anche Lei come molti colleghi argentini (Alcatena, Zanotto, Zaffino, Garcia Lopez, ecc.) ha realizzato fumetti per il mercato statunitense, nello specifico ricordo L’Invasione scritta da Chuck Dixon[7]. Ci sono anche altri fumetti oltre a questo realizzati per il Nord America?

Del mismo Dixon, he hecho Batichica y Airboy. Con Barreto participé en un pocket-book de Batman.

Lei ha anche disegnato uno dei 25 volumi che compongono una collana che la spagnola Planeta DeAgostini dedicò alle celebrazioni delle Colombiadi. Come si è svolta la realizzazione del volume?

Vivo en un barrio suburbano de la provincia de Buenos Aires. Un día tocaron a mi puerta y al abrirla me encontré con un sevillano enviado del gobierno español, Pedro Tabernero. “He cruzado el océano para pedirte que dibujes esta historia” fueron sus palabras y ahí comenzó todo.

Come sono avvenuti i contatti con Sergio Bonelli? Anche Lei da bambino leggeva Tex/Colt Miller su Rayo Rojo?

No lo leía, “lo devoraba”, quién hubiese dicho que algún día lo dibujaría. Es un poco raro estar hoy dentro de mi propia fantasía infantil. Sabía que ellos conocían mi trabajo y en algún momento nos contactamos para la realización de Demián, personaje que sigue dibujado por otros destacados colegas.

Come sta procedendo la realizzazione del Texone? Può anticiparci qualcosa?

Podría calificarlo como una gran producción, Mauro Boselli despliega un argumento espectacular, he debido documentarme grandemente para plasmar toda la complejidad de esos personajes y la riqueza de sus escenarios. Pienso que los lectores encontrarán lo que siempre brindó el Texone: aventura, intriga, suspenso, acción.

Tra tutte le migliaia di pagine che ha realizzato ci sono un fumetto o un personaggio (o anche più di uno) di cui si sente particolarmente fiero o a cui è molto affezionato?

Son varios, Precinto 56, Dennis Martin y sin duda “A través de Oceanía”  donde la aventura por la aventura misma dejaba volar mi imaginación sin limitaciones. La variedad de sus personajes podría hacer de cada uno de ellos otra historia aparte y el exotismo del lugar donde transcurría brindaba un “extra” a la creatividad.

Grazie per la disponibilità.

Gracias a vos por tu interés y ojalá podamos conocernos personalmente.





[1] Con questo titolo, probabilmente più fedele all’originale, compare su L’Eternauta Junior 2 mentre presso l’Eura la storia è nota come Samuel Jones, dopo.
[2] Pablo Fayó, La Generacion del ’80 in Fierro 78 – versione tradotta in italiano riportata da I Nipoti dell’Eternauta – nuovo fumetto argentino, Carlos Scolari, Granata Press, 1994 (pag. 58).
[3] In Italia alcuni episodi vennero pubblicati su Sergente Kirk di Ivaldi.
[4] Per presentate Bull Rockett l’Eura ricorse addirittura a una lunga nota un po’ melodrammatica nella pagina delle «lettere a skorpio», un trattamento decisamente speciale per la serie che sarebbe comparsa sul numero 33 del 1978: «Fernandez, il disegnatore di Calico Jack [...] e di Larry Mannino [...], viene a parlarmi ed io lo affronto duro, per rimproverarlo dell’eccessivo ritardo con cui continua a consegnarci Calico Jack. Lui sorride, e mi mostra quattro episodi di un nuovo personaggio che si chiama Bull Rockett. Dice che lo ha realizzato perchè gli piacevano le storie di un suo amico scrittore. Cerco di non perdere la pazienza e mi metto a guardare le storie... mi torna il sorriso. La classe di Fernandez viene fuori tutta, in una realizzazione agile e ariosa per storie davvero fuori dagli schemi, a metà tra il fantascientifico e il giallo, tra l’epopea cosmica e il racconto umoristico. Accetto il personaggio (apparirà su Skorpio molto presto), “umilmente”, lo prego di non giocarmi altri scherzi del genere (Fernandez è un burlone, io lo sono molto di meno, travolto da mille problemi organizzativi), e con gli occhi feroci gli strappo la promessa che starà alzato la notte, ma ci consegnerà puntualmente sia Calico Jack che Bull Rockett (del personaggio di Larry Mannino è innamorato e «per quello non ci saranno problemi»). Voi ci credete? Mah...».
[5] Dennis Martin esordì nel 1967 coi testi di Robin Wood, in Italia conosciamo la versione successiva scritta da Collins. Il nome di Angel Lito Fernandez è strettamente legato al personaggio ma il primo episodio, Hombre para Tanger, lo disegnò Luis “Lucho” Olivera. Fernandez prese le redini della serie dal secondo episodio, Pasaje para Bulgaria, pubblicato su D’Artagnan 163 dell’ottobre 1967.
[6] Criptoserie di cui sono apparsi diversi episodi come liberi nell’arco di oltre vent’anni tra Lanciostory e Skorpio.
[7] Su Skorpio a partire dal numero 20 del 1997.

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