giovedì 10 marzo 2011

le serie di Robin Wood in Italia - (da Fucine Mute 55) IL COSACCO

Nei bei tempi andati in cui ancora si pensava che Robin Wood scrivesse tutti i suoi fumetti (ma qualche indiscrezione già trapelava grazie a nippurweb.com.ar) avevo scritto un lungo pezzo su Wood che si concludeva con l’elenco delle sue serie arrivate in Italia. «E speriamo di non aver scritto troppe idiozie» dicevo per introdurlo su Fucine Mute 51. Ecco, appunto, colgo l’occasione del blog per aggiornare e correggere alcune cose...
E ovviamente per ampliare la lista con le nuove serie di Wood comparse sui settimanali dopo il 2002.

Il Cosacco (Skorpio 47/85)

Sacha Veblin è il prodotto della passione illecita (e assai effimera) del principe Fedor per una popolana. Da bestia qual è, il principe ignora la povera Katia fino al momento del parto, quando parte alla volta della isba della donna con tanto di seguito armato. A fronteggiarlo però trova il padre della donna, un altro che non scherza in quanto a bestialità: è Terek Atark, un cosacco, uno degli uomini d’acciaio della steppa e al suo nipote non vuole rinunciare. I primi vagiti di Sacha interrompono la lotta tra i due, ma segnano anche la fine di sua madre. Una volta battezzato alla meno peggio Sacha e raffreddati i bollenti spiriti, il calcolatore Boris, fratello del principe Fedor, gli suggerisce di dimenticarsi del bambino evitando così lo scandalo di un rapporto esecrabile per le convenzioni sociali di San Pietroburgo. Sacha cresce come un cosacco sotto le cure del nonno e da semplice attaccabrighe diverrà ufficiale in Crimea e persino principe a sua volta: l’ormai vecchio Fedor, che vedeva in lui se stesso da giovane, non tollera infatti l’apparente debolezza dei suoi due eredi ufficiali. Il Cosacco è una di quelle serie che hanno fatto epoca. L’idea di partenza è in effetti quasi geniale: spostare le situazioni e gli stereotipi tipici del western in un contesto “serio” e ben approfondito. Ma dopo i primi episodi si avverte qua e là un po’ di stanchezza e forse nell’ultimo periodo sono più le banalità a risolvere una situazione che non delle buone trovate. A volte, poi, Sacha Veblin è così tracotante da risultare antipatico. Originariamente Wood aveva pensato a Salinas come disegnatore ma Casalla, pur non eccelso, ha senz’altro saputo legare indissolubilmente il suo nome a questa serie, soprattutto in Italia. Gli ultimi 9 episodi sono però opera di un certo Furlino, ammiratore se non assistente vero e proprio di Casalla [Hernan Ruben Furlino faceva anche il “clone” di altri disegnatori a seconda della necessità], e la serie sarebbe poi proseguita in Argentina senza più Wood.
Il Cosacco è stato ristampato inizialmente in un volume speciale tutto suo (1989) e poi in inserto (Skorpio 1/98-1/99, la ristampa deve ancora concludersi).

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