Seconda uscita della collana Historica
dedicata al periodo napoleonico
e nettamente la migliore.
La Battaglia del titolo è quella di Essling, un massacro in cui persero la
vita in due giorni 40.000 soldati senza che le sorti della battaglia andassero sensibilmente
a favore di nessuno dei due eserciti in lotta.
Tratto dal romanzo omonimo di Patrick Rambaud, il fumetto ha una struttura
che, a voler cedere alle lusinghe della narratologia, ricorda quella di un
musical con l'epicentro spostato in avanti, una corsa verso un evento topico su
cui è incentrata tutta l'opera, una storia corale che avrà anche un epilogo.
Agli eventi narrati prendono parte un bel po' di personaggi, di statura
morale e militare assai differente, e il ritmo del fumetto è frenetico ed
incalzante. Proprio questo eclettismo permette di sviluppare varie sottotrame e
di seguire le vicende di personalità radicalmente differenti (per censo, per
visione del mondo, per ruolo), offrendo uno sguardo molto ampio che riesce ad
abbracciare sia un disincantato antimilitarismo che una celebrazione epica del
coraggio. La raccolta in un unico volumone da parte di Mondadori è stata provvidenziale,
spero che in Francia i tre volumi che costituiscono l'opera siano usciti a
breve distanza l'uno dall'altro senza far spasimare troppo il pubblico locale.
Spettacolari i disegni di Ivan Gil, tanto più lodevole quanto più, leggendo
la sua biografia, apprendiamo che nella vita si occupa di tutt’altro (anche se
svolge delle attività contigue al fumetto). La ricchezza di dettagli e
particolari gli fa perdonare le derive piuttosto caricaturali, dovute a
un'inchiostrazione molto modulata, che comunque dopo i primi capitoli si fanno
sempre più rare.
La parte grafica fa da contrappunto ai testi secchi e incalzanti, e spesso
(almeno per me) è una necessità oltre che un piacere soffermarsi sulle tavole o
sulle singole vignette per capire di preciso quali bandiere passano di mano, quali
dei protagonisti siano stati feriti, cosa diavolo succeda al cavallo di
Napoleone. Fortunatamente la qualità di stampa del volume è ottima.
In appendice vengono presentati schizzi preparatori, un esempio di
passaggio dalla pagina scritta alla sceneggiatura e alla tavola finita e
soprattutto una serie di brevi biografie sui protagonisti realmente esistiti che
compaiono ne La Battaglia, che sono
parecchi.
Ammetto che non conoscevo lo sceneggiatore Frédéric Richaud, una mancanza
decisamente imperdonabile visto che Richaud ha collaborato anche con Tronchet e
Sicomoro.
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