domenica 14 febbraio 2016

Paperi: PaperUgo

L’antefatto non è poi così inconsueto: il collo della spedizione in cui c’era roba per me si è perso o è in ritardo e quindi dovrei uscire dalla fumetteria a bocca asciutta. Non mi rassegno a questa eventualità tanto più che la copertina livida di Paperi occhieggia in maniera invitante. A sfogliarlo in velocità sembra interessante, mi sembra di tornare indietro ai tempi di Schizzo Presenta e il prezzo è basso (3 euro), così mi porto a casa quella che sembra una originale parodia Disney. Ma non lo è per nulla, una parodia Disney. Se lo avessi maneggiato con maggiore attenzione avrei visto che in quarta di copertina campeggia il monito «adatto a un pubblico maturo». Giustificatissimo.
Paperi racconta le tribolazioni esistenziali di PaperUgo, ricalcato sulle fattezze opportunamente deformate e corrotte di Paperoga. In questo universo narrativo i paperi sono una moltitudine che sottostà al dominio dei ratti, per cui recitano dei copioni fatti di una positività e di una melensaggine che sono del tutto assenti nella loro “vera” vita. Tanto per mettere in chiaro le cose, sulla porta del camerino di PaperUgo campeggia una stella di David.
Il protagonista è affetto da una grave depressione. Mangia a stento, coglie nei gesti più casuali degli altri delle dichiarazioni di odio nei suoi confronti, reagisce in maniera esagerata a situazioni a malapena imbarazzanti e in definitiva non possiede alcuna autostima e vorrebbe solo sparire ma rendendosi conto della propria apatia si disprezza ancora di più.
La scrittura di Marco Rincione è efficace e coinvolgente nel rappresentare questa discesa (o meglio stagnazione) negli inferi, ed è difficile rimanere indifferenti alla scena del supermercato in cui un ratto prepotente acquista per cena un cucciolo d’anatra sotto gli occhi di PaperUgo e del cassiere, anch’egli un’anatra. Ai disegni Giulio Rincione riesce a usare con molta più creatività di altri autori gli strumenti che il computer gli offre, e oltre ai vari virtuosismi ho apprezzato l’utilizzo di fotografie bene amalgamate col resto sempre nella lunga sequenza del supermercato.
Operazioni come questa, però, mi lasciano perplesso. Come diceva Carlos Trillo è più facile scrivere L’Anno scorso a Marienbad piuttosto che un film “normale” (non ricordo quale usasse come termine di paragone). Se i Rincione colpiscono efficacemente lo stomaco del lettore, il suo cervello non ne viene minimamente toccato. Al di là dell’ambientazione originale c’è poco su cui concentrarsi a livello intellettivo: Paperi è un esercizio descrittivo ma non narrativo e una trama vera e propria non c’è, solo l’accumulo di scene che narrativamente non portano da nessuna parte. Ed è molto più facile ripetere “quanto sto male” che impostare una situazione di partenza, uno sviluppo e una risoluzione.
Nel fascicolo non sono presenti redazionali e quindi non mi è chiaro se PaperUgo sia una storia autoconclusiva oppure il primo capitolo di una serie. Se fosse vera la prima ipotesi mi sembrerebbe piuttosto sprecato il lavoro fatto, che si esaurirebbe in sé senza preludere a una storia vera e propria. Il fatto che ci siano sia un titolo, Paperi, che un sottotitolo, PaperUgo, lascia sperare che l’esperimento non rimarrà isolato. Ma, appunto, è solo una speranza: dalle gerenze risulta che questa uscita fa parte della collana Fumetti Crudi e non vengono citati i dati in merito a una eventuale iscrizione al Registro dei Giornali e dei Periodici, quindi chissà.

NOTA CONCLUSIVA DA VECCHIO ROMPICOGLIONI

Il fumetto inizia con una tavola illustrata da Prenzy che mostra la storia di finzione interpretata da PaperUgo. Nello scrivere «fantastici» si è andati a capo dividendo fantas-tici. Sì, sì, ormai solo un maniaco si perde in questi dettagli e bisogna giudicare il contenuto dell’opera e bla bla bla. Ma per me è sempre desolante vedere un errore del genere, non perché stia a indicare che Marco Rincione sia un analfabeta (anzi, nel resto del fumetto ha dimostrato tutto il contrario) ma perché un segnale della scarsa cura di un prodotto crea un certo distacco dal prodotto stesso e finisce per dare l’impressione che nemmeno il suo autore ci tenga poi molto a quello che ha creato. E mi fa tornare in mente gli anni in cui cose del genere non succedevano così di frequente. A proposito di motivi per deprimersi.

17 commenti:

  1. Sembra interessante. Non c'è storia ma è anche vero che tante persone deresse si trovano nella stessa situazione di PaperUgo e la loro "storia" è tutta lì, non accade loro niente, non fanno niente per cambiare le cose e arrivano a un punto in cui non vanno né avanti né indietro. Ehm...

    Non so se sia voluto, ma in questo caso trovo plausibile che non ci sia un grande sforzo narrativo.

    In più lui vive in uno Stato dittatorial-cannibalesco (d'altra parte è un fumetto crudo).

    Mi sa che non lo compro giusto per non deprimermi ma lo trovo interessante.

    Se non spieghi che bisogna scrivere fanta-stici dividendo le sillabe ci sta che tanta gente non capisca il senso della tua osservazione (di questi tempi):)

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    1. Sicuramente è come dici tu e penso si tratti di una scelta precisa, ma io continuo a trovare troppo "facili" soluzioni di questo tipo, non mi soddisfano.

      I miei stimati lettori sanno meglio di me come si va capo, fidati ;)

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  2. Ne avevo letto in rete ed avevo deciso di non comperarlo per le ragioni espresse da J_D.
    Non credo che mi capiterà mai di scrivere la storia di una tizia che si chiami Bad Mary che soffre di depressione perchè temo che risolverei nello zoom all'interno della sua zucca ove sarebbe un topolino - non Mickey Mouse quanto Ignatz di Krazy Kat, ma con lo sguardo delle zanzare dei commercials del Raid di qualche anno fa - che si agita e sa di avere il problema di trovare una uscita per andare a mangiare, salvo poi in capo ad un minuto ovvero nella vignetta dopo chiedersi quale è il problema che ricorda di avere, ma che non riesce a definire.
    Qualcuno da fuori guarda nelle finestre sull'anima di Bad Mary e non vede nulla all'inizio, ma impara nel tempo che dentro è il topolino con il suo cestino di opzioni sempre + piccolo, sempre + vuoto. Bad Mary forse una volta, in un'altra storia, era in grado di scegliere dal giornale un film qualsiasi , di quelli che puoi guardare senza che scalfiscano la scorza, e di andare con le sue gambine fino al cine magari con una persona amata che non sa ancora che un giorno guarderà in quegli occhi alla ricerca di una bestiolina confusa.
    E' una storia che ci si augura di non leggere mai mentre si cerca riparo magari in un vecchio giornaletto de I Fanta-stici Quattro alle prese con la Peste dello Spazio, un moccioso verde ed alieno e quasi onnipotente e non un morbo che azzera dimensioni, specialmente il tempo. Brr.

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    1. Caricare il titolo effettuando il quietanzamento online da CLIENTE / PORTAFOGLIO / POLIZZA / rotella del menù contestuale / QUIETANZAMENTO ONLINE.

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  3. Se carichi il titolo da quietanzemento online ricordati prima di impostare i parametri di cui alla email del diciotto gennaio u.s. per evitare la resilienza dei files obsoleti di cui nella ultima web conference.

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    1. sto per deprimermi. Sono andato sul motore anagrammatico del Gaunt per vedere gli eventuali anagrammi di "fantastico" con cui risponderti e non me ne ha dato manco uno. Cattivi.

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  5. Allora diciamo che i paperi del mondo di Paperugo aspettano di crepare nella semischiavitù legalizzata e nella rassegnaz, reggendo l'anima col becco e cercando di non guardare negli occhi i loro anatroccoli, ma una notte nel cielo sopra il giardino di Paperugo appare uno curioso vortice al centro del qua-qua-quale si materializza una chaise-longue su cui è seduto uno strano papero dallo sguardo deciso in giacca, cravatta e bombetta e armato di un mitragliatore Thompson, che mentre fuma un sigaro tiene in grembo uno strano essere, che Paperugo reputa mostruoso, ma che un'eventuale osservatore umanoide non esiterebbe a definire "figona bionda".

    La chaise-longue atterra nel giardino e Paperugo si accorge subito che negli occhi del papero straniero brilla una luce di determinazione sconosciuta su quel mondo. "Calmati, zuccherino" - sono le prime parole dello straniero - "adesso chiedo a questo gentile signore dove siamo finiti e vediamo di tirarci fuori da questo schifo!".

    Paperugo, tu non lo sai, ma quest'incontro segnerà l'inizio della rinascita per la razza Papera.
    Il cammino sarà lungo, con l'aiuto dello straniero si dovrà creare dal nulla una Paperesistenza e ci vorranno anni forse, prima del trionfo, ma vedrai che l'autostima o la riacquisiti o muori nel tentativo.

    Alza il becco Paperugo, è l'alba, l'alba del Liberatore...

    Ora che ci penso, magari è meglio chiamare anche Destroyer Duck.

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    1. Fanta-stico, J_D! Con questo commento ti sei guadagnato la mia presenza in casa tua dal 27/10/16 al 01/11/16!

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    2. Se sei disposto a dividere l'alloggio ti ho trovato un cottage... :P

      http://www.luccaindiretta.it/dalla-citta/item/35541-allarme-per-giorgino-l-anatra-dei-fossi-ma-non-e-stata-portata-via.html

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    3. Delusioni, sempre delusioni. :(
      Un posto l'avrei pure trovato ma il titolare mi ha detto di disdire la prenotazione ché devono fare lavori. Per alcuni miei amici è stato un modo elegante per sfancularmi in favore di altri clienti.

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    4. Lo sospetto anch'io. Se mi dici orientativamente quanto vorresti spendere provo a chiedere in giro, non si sa mai...

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    5. grazie, direi anche sui 60€ a notte se si può...

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  6. Comunque, un pezzettino alla volta, la Shockdom sta producendo della robetta interessante. Di Rincione, inoltre, mi sono ripromesso di recuperare il suo "Noumeno" di cui ho sentito parlare un gran bene.

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    1. Se è quello che ho visto in edicola qualche mese fa mi è sembrato un tantinello ostico.

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