Oltre Palomar raccoglie due cicli: Rio Veneno e Love and Rockets X. Il primo narra le origini e il passato di Luba, la maggiorata protagonista delle vicende di Palomar. Nei fatti, è una storia centrifuga in cui Luba funge da perno attorno al quale ruotano le vicende di molti altri personaggi. Si tratta di un noir che mescola con crudo realismo gangster, transessuali, cultura messicana, disincanto per la violenza dei governi e anche un bel po’ di psicanalisi. Trattandosi in sostanza di un prequel mi sarò perso chissà quante citazioni, ma la lettura è comunque godibile anche così. O meglio, lo è per chi può leggerlo tutto di fila: immagino la confusione di chi lo lesse al tempo della sua prima serializzazione, che in una splash page leggo essere avvenuta tra 1988 e 1994! In totale sono 17 capitoli e anche se quelli finali sembrano un po’ affrettati, la struttura della trama è un meccanismo a orologeria perfetto. Non so se Beto avesse steso tutta la trama e le sue diramazioni in anticipo o se colmasse i vuoti a mano a mano che avanzava, in ogni caso ha fatto un ottimo lavoro. Per quel che riguarda i testi, almeno. I disegni alternano infatti uno stile pop alla Archie Comics, soluzioni espressioniste che mi hanno ricordato David Mazzucchelli e lo stile affrettato di chi è in ritardo con le scadenze. I testi sono molto più importanti, certo, ma visto che lo stile narrativo scelto da Beto si basa anche sull’accostamento ragionato delle vignette, sul chiaroscuro e su altri elementi prettamente grafici, se avesse curato di più l’estetica il risultato non ne avrebbe affatto risentito, anzi.
Love & Rockets X è contemporaneo a Rio Veneno essendo stato realizzato (come deduco dalla solita splash page/frontespizio) tra ’89 e ’93. Anche qui abbiamo una marea di personaggi, le cui vicende prendono il via in concomitanza con le disgrazie politiche che avvengono in San Salvador e la cui eco si riverbera a livelli diversi anche negli Stati Uniti. Dai molteplici riferimenti a Palomar e alle conoscenze pregresse che alcuni personaggi hanno tra di loro intuisco che anche qui sono entrato in sala quando il film era già cominciato da un pezzo.
Sfila quindi una variegata umanità di ogni estrazione, etnia e vocazione: c’è chi vuole vendicare l’aggressione neonazista a una vecchietta di colore, chi cerca di organizzare un concerto al party della madre ammanicata con Hollywood, chi è preda di amori adolescenziali, chi vorrebbe mettere su un vero complesso musicale, chi è vittima di un disturbo alimentare, chi vuole concepire un figlio nella maniera canonica pur essendo lesbica, chi lavora alla sua nuova sceneggiatura. Nonostante gli iniziali toni da commedia si percepisce che la tragedia è nell’aria, solo che questa tragedia alla fine non si concretizza mai e poco dopo metà dal troncone principale del fumetto la vicenda (stavo per scrivere “l’azione”) si sposta a Palomar. Sicuramente lo spaccato che ne esce è molto suggestivo e testimonia una realtà che l’autore conosceva bene, ma è così frammentario e ondivago da risultare un po’ inconcludente. Il suo realismo lo rende godibile, sì, ma ben al di sotto di Rio Veneno.
Beh, BEM non è certo ricordata come un capolavoro, e Mechanix aveva una struttura particolare, epistolare, non di facile apprezzamento. Non so dove fosse arrivata Comic Art ai tempi, ma se pubblicò solo queste cose, allora propose gli esordi dei fratelli. Difficile farsi un'idea della loro bravura ventura.
RispondiEliminaQuanto al progetto iniziale di Rio Veneno, gli Hernandez (soprattutto Beto) hanno sempre avuto la tendenza a rimaneggiare le storie per la pubblicazione in volume, e Rio Veneno è un caso limite, visto che l'edizione completa conta ben 50 (!) pagine in più, assenti dalla rivista. Beto fu spinto a rimaneggiarla dalle lettere dei fan sconcertati, che non ci capivano niente. La storia editoriale di Rio Veneno è uno dei motivi che stanno dietro alla chiusura della prima serie di L&R (durata 50 numeri).
Pazzesco, già così bisogna leggerlo con attenzione, senza quelle 50 pagine sarà stato ancora più ostico.
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