Non conoscevo il lato caustico di Zidrou, e da quel poco di suo che ho letto non immaginavo nemmeno che ne avesse uno. Ma in una produzione vastissima come la sua c’è evidentemente spazio per tutto. Certo che, quando picchia, picchia davvero duro.
Come intuibile dal titolo, il fresco di stampa Fuck ze Tourists è un attacco al turismo di massa che i social network hanno portato a derive grottesche per non dire raccapriccianti. Il volume raccoglie una decina di storie che immagino sono transitate in precedenza su Fluide Glacial che è anche l’editore. Non siamo quindi dalle parti delle gag in una o al massimo due tavole così comuni nel mercato franco-belga ma si tratta di racconti un pochino più articolati anche se lo scopo è sempre giungere alla battuta finale. C’è un po’ di nozionismo e parecchio moralismo nel preparare le situazioni per arrivare al dunque, ma questo lascia sempre con un sorriso amaro che accompagna l’evidente fastidio che prova Zidrou nel narrarle. D’altro canto come si può reagire davanti a quanti si fanno i selfie davanti i cancelli di Auschwitz o ammirano estasiati l’arrivo dei migranti che documentano scrupolosamente coi loro aggeggi elettronici? Ogni storia è autonoma ma non mancano personaggi ricorrenti, talvolta i narratori sono addirittura funny animals ben poco funny. Come nel caso degli one pager riassumere le storie significa rovinarle e probabilmente ho già detto troppo. Segnalo solo che non mancano esempi degli effetti deleteri del surtourism dedicati anche all’Italia.
I disegni di Éric Maltaite si inserisco pienamente nel filone dei gros nez di scuola franco-belga, caricaturali con una inchiostrazione molto modulata che rende il tutto espressivo e dinamico. Al di là del rigore documentaristico tipico della BéDé migliore, Maltaite non lesina sui dettagli. Cosa ancora più lodevole, non manifesta alcuna sudditanza al politically correct nel rappresentare le varie etnie dei turisti.
I colori sono stati realizzati da Philippe Ory e Hosmane Benahmed, il secondo è subentrato dopo il decesso del primo ma non si avverte nessuno stacco rilevante nello stile di colorazione.

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