lunedì 30 giugno 2025

Superman: Il Mondo


Nuovo volume antologico giramondo con autori autoctoni, ma spesso operanti nel mercato statunitense, che realizzano gli episodi realizzati nel loro Paese, stavolta dedicato a Superman dopo quelli con protagonisti Batman e Joker.

Si comincia con una storia introduttiva di Dan Jurgens e Lee Weeks. Mi sembra simpatica e originale, oltre che disegnata benino, e mostra la filosofia di Superman: un mostro gigante è apparso su Metropolis con un’astronave ma i militari lo attaccano senza che abbia cagionato apparentemente alcun danno. Superman risolve parlamentando piuttosto che ricorrendo alla violenza.

Prima tappa Spagna, dove Superman precipita a Granada dopo uno scontro con un meteorite con tracce di kryptonite che gli toglierà i poteri per circa sei ore (e trentacinque minuti, come precisa Batman). Durante il conto alla rovescia per quando recupererà i poteri Superman sperimenta le bellezze locali e la frustrazione di essere solo un uomo: indossa ancora il suo costume e nessuno crede che sia il vero Superman, a parte una bambina. Jorge Jiménez cede un po’ ai buoni sentimenti e sviluppa una cartolina di quella che immagino essere la sua città ma nel complesso la storia è carina, anche perché è spassoso vedere Batman nel ruolo della chioccia preoccupata che oltretutto sbaglia i calcoli (ma è colpa della strumentazione). I disegni virano un po’ troppo sul grottesco ma nel contesto della storia ci sta.

La storia italiana ideata da Marco Nucci è molto originale, probabilmente troppo: nel 2021 Lois Lane e Clark Kent sono a Firenze dove si compie una profezia di Dante e l’inferno si apre sulla Terra. Guarda caso, la formula per risolvere la situazione è la battuta tipica di Superman. Una trama così semplice è più che altro l’occasione per sfoggiare l’arte di Fabio Celoni, che però come nel caso di Bacilieri su Joker mi pare un po’ mortificato dal formato comic book.

Il viaggio continua verso est con il serbo Stevan Subić che mette in scena una lotta tra Superman e Lobo. Forse la storia è interessante se si conoscono i retroscena evocati nei dialoghi tra i due ma per me sono assolutamente ascosi.

È poi di scena il Camerun con lo Studio Zebra, cioè Ejob Gaius ed E. N. Ejob. I disegni non sono granché ma i testi non sono poi tanto male, e oltretutto sono ben amalgamati con la cultura locale, o almeno questa è l’impressione che mi hanno dato. Per fermare uno sciamano malvagio Superman ha dovuto distruggere la statua di una divinità del posto, suscitando la rabbia della popolazione autoctona che ha chiesto a gran voce uno scontro tra lui e il dio superumano Epasa Moto. La battaglia tra titani ha però conseguenze devastanti sulla gente comune e i due contendenti addivengono a una tregua in cui capiscono l’uno le ragioni dell’altro. Ma perché alla fine compare Batman che guarda interessato la scena? Questa storia si inserisce un progetto più ampio?

Con l’India torna di scena uno sceneggiatore che non si occupa precipuamente di fumetti come era stato così comune con Joker: Rana Daggubati lavora infatti per cinema e televisione. Essere un Eroe vede un Superman diventato da poco supereroe che cerca risposte alle sue questioni esistenziali in India. Qui si unisce a una ricercatrice di civiltà perdute e salva un tempio dalla cupidigia dei saccheggiatori inglesi, cosa che gli chiarisce ciò a cui servono i supereroi. Come ci ha insegnato Warren Ellis col suo Supergod la livrea blu di Superman (il blu è l’unico colore di queste tavole) rappresenta appunto la divinità per gli Indiani. Validi senza essere eccezionali i disegni di Sid Kotian.

In Argentina, dove si è recato per capire i maneggi di Lex Luthor con i minerali locali, Clark Kent visita il planetario Galileo Galilei dove è esposto un pezzo di meteorite in cui è imprigionata da millenni una creatura di kryptonite gialla. Superman la risveglia e inizia uno scontro caratterizzato dal fatto che l’entità fraintende sistematicamente tutto quello che succede: Superman vuole picchiarla e non darle il benvenuto, la folla urla terrorizzata e non osanna la venuta della creatura… Questa entità altro non è che lo spirito della natura di Krypton affine agli Swamp Thing terrestri, e se modificasse la Terra secondo i suoi parametri sarebbe un disastro. Devastato dalla scontro, Superman riesce a rimettersi in sesto con la logica e l’amplificazione dei raggi lunari (invece che di quelli solari) ottenuta grazie alle strumentazioni del planetario. E così, seppure a malincuore, riesce a fermare la minaccia. La storia di Mauro Mantella è proprio bella, Agustín Alessio (col supporto agli sfondi di Germán Nobile) fa un lavoro spettacolare ai disegni ma immagino con un grosso supporto digitale.

Ethem Onur Bilgiç trasporta Lois e Clark in Turchia dove Superman dovrà vedersela con un culto che sta invocando il dio Mitra. La storia è molto semplice e lineare, probabilmente sarebbe stata più godibile se Bilgiç non si fosse sentito in obbligo di ricordare a ogni piè sospinto quanto la Turchia sia un Paese eccezionale oltre che la culla della cultura. I suoi disegni non sono malaccio ma mi sembra che non ha azzeccato il volto di Superman.

Per la Francia sono all’opera Sylvain Runberg e Marcial Roledano Vargas, confesso di conoscere il primo, lo sceneggiatore, e da quanto leggo nella sua biografia Vargas è attivo principalmente sul mercato statunitense. L’approccio è virato più sull’umoristico, e Runberg non si trattiene dal muovere qualche stoccata alla città di Parigi. Il culmine di un viaggio romantico nella Ville Lumiére di Lois e Clark che già partiva un po’ sfigato è l’entrata in scena di Nanaue, un villain uomo-squalo di cui ignoravo l’esistenza. Un divertissement godibile con dei disegni carini nobilitato dalla comparsata di un’artista che è un evidente omaggio a Louise Bourgeois.

Jefferson Costa scrive e disegna una storia piuttosto confusa ambientata in Brasile. In realtà la trama non è per nulla complicata perché ruota semplicemente attorno a uno scontro tra Superman e una specie di sciamano o divinità locale o quello che è, che dalle mazzate sfocia in uno scambio filosofico. Solo che i disegni e i layout delle tavole non agevolano la lettura, né mancano riferimenti ad altre storie di Superman.

Ancora tradizioni popolari nell’episodio polacco che ruota attorno alla Marzanna, una strega che segna l’arrivo dell’inverno e che potrebbe congelare tutto il mondo: per questo dei fanatici ammazzano ogni anno qualche ragazza che potrebbe trasformarsi in lei. Superman interviene ma la Marzanna si manifesta davvero. La trama elaborata da Bartosz Sztybor è veramente ridotta all’osso, se non altro Marek Oleksicki disegna piuttosto bene, senza alcun virtuosismo ma con un certo rigore.

Bernardo Fernández ricorre a sua volta agli dei per la trasferta messicana di Superman. La storiella verte solo sullo scontro tra l’Uomo d’Acciaio e una divinità azteca rinata e su una panoramica del pantheon azteco, ma è nobilitata da un certo umorismo e da disegni che, seppur caricaturali, mi sembrano molto adatti alla storia – e soprattutto Fernández non pasticcia le sue tavole come Costa.

Flix, cioè Felix Görmann, scrive e disegna la storia tedesca. Ambientata nel 1948, vede una misteriosa società inventare l’acciaio più forte al mondo, tanto forte da essere più potente di Superman che viene sfidato a provarlo nel corso della presentazione ufficiale alla stampa. Infatti la lega è rafforzata con la kryptonite e dietro a tutto c’è Lex Luthor. Si tratta di una storia umoristica (l’autore ha anche realizzato uno Spirou) ma non l’ho trovata molto divertente e la particolare inchiostrazione di Flix rende tutto un po’ etereo.

Molto originale l’episodio ceco: Štěpán Kopřiva scrive una storia ambientata nel futuro in cui una stazione orbitale ceca è meta di turisti (o meglio dei loro simulacri) da tutto l’universo, a maggior ragione quando vi fa visita un vecchio ma ancora potente Superman. La sua visita più recente è dovuta all’aiuto per riparare i danni causati da uno sciame di meteore tra cui anche un pezzo di cristallo memorizzante in cui Kal-El rivede gli attimi della sua nascita. Si parla di nichilismo, ma la vicenda è anche una scusa per giocare con gli stereotipi dei cechi a alla fine Kopřiva non vuole dare nessuna lezione. Non male i disegni di Michal Suchánek, ormai un veterano dei “Mondi” visto che ha già collaborato a quelli su Batman e Joker. Non male, dicevo, ma pienamente inserito nell’estetica dei supereroi.

Si finisce in bruttezza con il Giappone che presenta semplicemente un estratto del delirante progetto Superman vs. Food.

Non che ce ne fosse bisogno, ma questa antologia conferma quanto sia difficile scrivere una storia di Superman piuttosto che una del più umano Batman. È ovvio che si tratta di episodi brevi che non possono svilupparsi più di tanto ma resta il fatto che molti di essi hanno dovuto fare riferimento a divinità o creature magiche per offrire una sfida decente a Superman oppure si sono concentrate sul personaggio come simbolo. Quando però si è scelta una strada più originale come nel caso del fumetto indiano e ceco i risultati sono stati buoni, e anche quello argentino ha brillato pur mettendo in campo a sua volta a una sorta di divinità.

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